Crescono i dubbi sulla conferenza per il disarmo in Medio Oriente

NAZIONI UNITE, 5 settembre 2011 (IPS) – A quattro mesi dal 2012 – anno in cui si terrà la conferenza sulla liberazione del Medio Oriente dalle armi di distruzione di massa (ADM) non c’è ancora una data, un moderatore, un paese ospitante.

I paesi che parteciparono alla conferenza del Trattato di non proliferazione (TNP) nel 2010, decisero di organizzare un incontro nel 2012 che coinvolgesse tutti gli stati del Medio Oriente per discutere il disarmo biologico, chimico e nucleare nella regione – in conformità della Risoluzione 1995 sul Medio Oriente. Promotori dell’iniziativa furono Stati Uniti, Gran Bretagna, Russia e il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon.

Nonostante i colloqui tra gli alti funzionari dei governi mediorientali e i promotori dell’evento, “delude” il fatto che ancora non sia stata fissata una data, un moderatore né il luogo dell’incontro, come sostiene Anne Penketh, direttrice del Consiglio di Informazione alla Sicurezza anglo-americano

Daryl Kimball, direttore esecutivo dell'Associazione per il Controllo degli Armamenti, ha confermato che i colloqui per l’organizzazione dell’evento sono in corso. Ma lo preoccupa il fatto che, se la conferenza si svolgerà, gli Stati saranno impegnati fino all'ultimo a risolvere problemi logistici piuttosto che concentrarsi sulla sostanza e rendere l'incontro produttivo.

Molti i problemi che hanno causato il ritardo, ma uno dei più importanti è la mancanza di accordo sulla nomina del Paese ospitante e del moderatore.

Riuscire a mettere insieme tutti i Paesi del Medio Oriente è un già una “conquista”, ha sottolineato Kimball. “Riuscire a riunire nella stessa stanza Israele, Egitto, Iran, Siria e Arabia Saudita e fare in modo che abbiano una conversazione costruttiva è una grande sfida”.

Negare l’evidenza

L'arsenale nucleare israeliano non dichiarato rimane un ostacolo per molti negoziati, soprattutto sul disarmo.

Israele si sentì offeso quando il documento finale della conferenza TNP del 2010 indicò lo Stato ebraico tra i Paesi non firmatari dell'accordo.

Di conseguenza, secondo Penketh e Kimball, il governo israeliano teme che la conferenza del 2012 si concentri soltanto sul suo programma nucleare.

Ma, secondo Kimball, se Israele parteciperà miglioreranno le sue credenziali nella regione. “Darebbe a Israele l'opportunità di mostrare agli altri Paesi del Medio Oriente come rispettare gli obblighi di non proliferazione chimica, biologica e nucleare.

Israele è l'unico paese del Medio Oriente che non fa parte del TNP e la comunità internazionale accetta che abbia un arsenale nucleare non dichiarato. Siria e Iran fanno parte del trattato, ma si crede che producano armi chimiche e nucleari.

Non si sa quale sarà il livello di impegno di Israele alla conferenza del 2012. Funzionari israeliani hanno detto che il governo parteciperà a patto che non venga segnalato per le sue posizioni critiche. Secondo Kimball, il Paese è stato “prudente” nel confermare la sua partecipazione.

Penketh ha detto di aver parlato con funzionari israeliani che si sono mostrati disponibili a discutere la possibilità di una zona libera da queste armi negoziare e hanno assicurato che Israele avrebbe mantenuto una posizione aperta su questo.

La missione israeliana alle Nazioni Unite non ha commentato.

La pace in Medio Oriente

L'attuale crisi politica e l'insicurezza vissuta da molti paesi nella regione non semplifica il dibattito su una questione già di per sé così delicata.

“Il disarmo non è in cima all'agenda per i diplomatici di questi paesi “, osserva Kimball.

“E’ possibile che alcuni Paesi non parteciperanno alla conferenza del 2012 con la scusa della complicata situazione sociopolitica”, dice Penketh, che però ancora non ne ha la certezza.

Il disarmo è sempre stato strettamente collegato al processo di pace in Medio Oriente, soprattutto perché per Israele, che gioca un ruolo chiave nel processo di pace, la sicurezza ha assunto la priorità massima.

Richard Butler, ex ispettore Onu per gli armamenti, ha detto che il disarmo è “intrinsecamente importante” per il processo di pace.

“C'è un' accesa discussione sulla separazione del processo di pace dal disarmo”, ricorda Penketh.

Qualunque sia il legame tra i due processi, entrambi sono lunghi e complessi e richiedono tempo e impegno. Il disarmo in Medio Oriente non si può raggiungere con una sola conferenza, ma senza è impossibile che ci possa essere qualche progresso.

“Le cose si stanno muovendo troppo lentamente”, ha concluso Penketh, ” ma almeno si stanno muovendo”. © IPS