DIRITTI-USA: La moratoria sulle esecuzioni potrebbe battere la Corte Suprema

BOSTON, 11 febbraio 2008 (IPS) – È improbabile che la Corte Suprema Usa bandisca l’iniezione letale, principale metodo di esecuzione negli Stati Uniti, quando in primavera dovrà deliberare in proposito, tuttavia, molti stati potrebbero in futuro continuare ad applicare la loro moratoria de facto, viste le tante battaglie legali in corso sulla questione nelle corti dei singoli stati.

Nel settembre 2007, la Corte Suprema ha accettato di ascoltare le critiche all’iniezione letale come metodo di esecuzione presentate dagli avvocati che lottano per la vita di due detenuti nel braccio della morte del Kentucky. Gli avvocati sostengono che il cocktail letale composto da tre farmaci “rischia di provocare una sofferenza significativa e non necessaria”. Questo violerebbe un veto costituzionale sulla “punizione crudele e inusuale”.

La decisione della Corte Suprema di ascoltare il caso – il primo del secolo ad affrontare la legittimità di un metodo di esecuzione – ha portato a una moratoria sulle esecuzioni negli Usa. Da settembre, quaranta persone hanno ottenuto una sospensione, secondo il Centro di informazione sulla pena di morte.

”Probabilmente la reazionaria Corte Suprema non proibirà l’uso dell’iniezione letale quando si troverà a deliberare”, prevede Sarah Tofte, ricercatrice presso Human Rights Watch. “Non ci sarà alcuna delibera contro le possibili azioni degli stati sull'iniezione letale”, ha detto all’IPS.

Tuttavia, la Corte Suprema potrebbe fornire linee guida generali su come effettuare le iniezioni letali, lasciando irrisolti gli attuali timori su questa modalità di esecuzione.

Tofte ha aggiunto: “La Corte Suprema non metterà mai fuorilegge le esecuzioni”.

36 su 50 stati Usa ammettono ancora la pena di morte e tutti tranne uno applicano l’iniezione letale. La maggior parte utilizza lo stesso cocktail di farmaci oggi sotto accusa presso la Corte Suprema. Il primo è un anestetico, il secondo paralizza i muscoli, il terzo provoca arresto cardiaco.

In molti stati lo stesso cocktail è stato bandito nei casi di eutanasia per gli animali domestici, nel timore che provochi sofferenza agli animali.

Human Rights Watch, nel suo rapporto 2006 scritto da Tofte, ha acceso i riflettori su casi individuali nei quali si dimostra che solitamente viene utilizzato personale non medico per somministrare i farmaci.

I media hanno di recente evidenziato come ciò abbia contribuito all’esito negativo di molte esecuzioni, anche in Florida e California dove il condannato soffrì in maniera evidente prima della morte. In Florida nel dicembre 2006, fu palese lo strazio di Angel Diaz che impiegò 34 minuti a morire, perché il boia inesperto non riusciva a trovare la vena per le iniezioni letali.

”Viene messo alla prova il 'desiderio' di pena capitale dell’America”, ha detto Tofte all’IPS. “Non viene detto in dettaglio come vengono eseguite le pene capitali”. Tuttavia, oggi i cittadini americani sono messi di fronte alla questione se realmente esista una “iniezione letale umana”.

Secondo Deborah Denno, docente di legge alla Fordham University, il caso della Corte Suprema sulle iniezioni letali non potrà porre fine a tali esecuzioni, ma non riuscirà neanche a mettere a tacere la crescente controversia sulla morte somministrata dallo stato.

”Qualunque sia la decisione della Corte Suprema, l’iniezione letale continuerà a far discutere”, ha detto Denno all’IPS.

”I dubbi sull’iniezione letale non potranno essere arginati, e continueranno ad aggirarsi nelle corti. È inevitabile che i problemi aumenteranno e verranno resi pubblici”, ha detto Denno. “A livello internazionale, questo paese sarà sotto i riflettori per la pena di morte e per l'utilizzo di un metodo di esecuzione notoriamente crudele”.

Secondo Denno, sempre più stati annunceranno di aver aderito alla moratoria sulla pena capitale.

Anche prima che venisse coinvolta la Corte Suprema, 12 stati avevano già introdotto moratorie formali a seguito di battaglie legali nelle rispettive corti. Il timore riguardava spesso il fatto che l’anestesia con pentothal sodium potrebbe non agire efficacemente, caso in cui il detenuto morirebbe con dolori lancinanti all’atto di somministrazione del farmaco finale.

Nel dicembre 2007, il New Jersey è stato il primo stato ad abolire la pena capitale dal 1965.

L’ansia per l’iniezione letale e la condanna di innocenti fanno sì che il numero di detenuti giustiziati negli Usa nel 2007 sia in assoluto il più basso degli ultimi 13 anni – circa 42. È diminuito anche il numero di condannati a morte, secondo il Centro di informazione sulla pena di morte. Attualmente, sono 3.350 i detenuti che aspettano nel braccio della morte.

Brian Evans di Amnesty International ha individuato almeno quattro stati nei quali il dibattito sull’abolizione della pena capitale è molto attivo: Nebraska, Maryland, Montana e New Mexico.

”La tendenza a lungo termine vede attenuarsi il sostegno alla pena capitale”, ha detto Evans all’IPS.

A gennaio, Evans ha ascoltato gli avvocati che hanno presentato davanti alla Corte Suprema le loro argomentazioni contro l’iniezione letale, rimanendone fortemente turbato. “Con i miei colleghi abbiamo constatato quanto fosse inquietante ascoltare grandi avvocati e giudici discutere placidamente e garbatamente sul modo migliore per uccidere qualcuno”, ha riferito.

A parte questo fattore problematico che negli ultimi 30 anni è stato mantenuto come un segreto assoluto, ve ne sono altri che potrebbero essere portati davanti alle corti e rappresentare un punto di svolta per la lotta alla pena capitale negli Usa. Tra questi, “l’arbitrarietà della condanna a morte e il fatto che degli innocenti vengano giustiziati”, ha detto Evans.

Dal 1973, negli Usa 126 persone sono state rilasciate dal braccio della morte grazie alla prova della loro innocenza, secondo il Centro di informazione sulla pena di morte. Quindici detenuti nel braccio della morte sono stati liberati grazie all’incontestabile prova del DNA, riferisce Innocence Project. Il timore di condanne sbagliate sta frantumando il sostegno alla pena capitale in stati tradizionalmente favorevoli alle esecuzioni come il Texas, secondo Steve Hall di StandDown Texas.

”Non voglio dipingere un quadro troppo roseo”, ha detto all’IPS. “Credo che il Texas sarà uno degli ultimi stati a cambiare in maniera sostanziale, ma molti hanno aperto gli occhi dopo che tanti innocenti sono stati mandati nel braccio della morte. Il movimento abolizionista sta crescendo in Texas”.

La minaccia di errori giudiziari e la prova di corruzione del sistema legale ottenuta lo scorso anno hanno avuto un ruolo fondamentale per il più importante quotidiano del paese, il Dallas Morning News, che ha rivisto la sua storica posizione favorevole alla pena capitale.

”Questa testata ha perso fiducia nel fatto che lo stato del Texas possa realmente garantire che un detenuto giustiziato sia colpevole del delitto”, riporta il quotidiano.