DIRITTI: Sotto accusa i reclutatori di bambini soldato

NAZIONI UNITE, 7 Aprile 2006 (IPS) – Le Nazioni Unite e le organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno a lungo lottato contro i reclutatori di bambini soldato, chiedendo che vengano considerati “criminali di guerra”.

Tuttavia, la vera novità è arrivata solo recentemente, quando la Corte penale internazionale (CPI) dell’Aia ha deciso di arrestare Thomas Lubanga, fondatore e capo dell’Unione dei patrioti congolesi (UPC), accusato di costringere bambini a partecipare all’insurrezione in corso contro il governo della Repubblica democratica del Congo (RDC).

Una seconda notizia è arrivata poco dopo, con l’arresto dell’ex presidente della Liberia Charles Taylor, che sarà processato da un tribunale dell’Onu in Sierra Leone con l’accusa di aver commesso crimini di guerra, tra cui il reclutamento di bambini soldato. Il tribunale ha chiesto alla CPI di ospitare il processo in Olanda.

Interrogato sull’arresto di Taylor dopo un suo tentativo di fuga dalla Nigeria, dove viveva in esilio, il Segretario Generale dell’Onu Kofi Annan ha detto ai giornalisti: “È un messaggio, non solo per il popolo della Liberia, ma per tutta la regione e il continente; l’impunità non resisterà a lungo”.

Il SG ha inoltre dichiarato che “I leader che brutalizzano il loro popolo e organizzano guerre reclutando ragazzi e ragazze e trasformandoli in bambini soldato, saranno puniti”.

”In un periodo relativamente breve, è la seconda volta che le Nazioni Unite hanno arresto due uomini con quest’accusa”, ha dichiarato.

”Credo sia un avvertimento per tutti i potenziali signori della guerra, perché sappiano che la loro impunità avrà vita breve. Quei giorni sono finiti ed è meglio che ci riflettano prima intraprendere certe scelte”, ha proseguito Annan.

Ann M. Veneman, direttore esecutivo dell’UNICEF, agenzia per l’infanzia dell’Onu, ha dichiarato che l’arresto di Lubanga “dimostra l’alta priorità che la comunità internazionale attribuisce alla lotta dei crimini contro l’infanzia”.

Secondo Veneman, è importante proteggere i bambini, perché non siano reclutati e utilizzati nei conflitti armati.

”Le guerre non devono mai essere combattute dai bambini. Sia che vengano reclutati con la forza per unirsi a gruppi armati e fuggire da fame o povertà, sia che vengano arruolati per sostenere attivamente una causa, il primo torto è sottrarre loro l’infanzia”, ha proseguito Veneman, la cui agenzia si è duramente schierata contro il reclutamento dei bambini soldato.

L’UNICEF ha stimato che più di 300.000 bambini in totale vengono usati da gruppi armati di ribelli e dalle forze militari come combattenti, cuochi, trasportatori, messaggeri, spie e per sfruttamento sessuale.

Lubanga è la prima persona arrestata e trasferita alla CPI da quando è stato istituito lo Statuto di Roma, entrato in vigore nel luglio 2002.

Secondo lo Statuto, coscrizione, arruolamento o utilizzo di bambini sotto i 15 anni nelle ostilità da parte di forze armate nazionali o di gruppi armati sono considerati “crimini di guerra”.

Enrique Restoy della Coalizione contro l’uso dei bambini soldato con sede a Londra, ha detto all’IPS che la decisione della CPI è “estremamente significativa”, perché virtualmente tutte le accuse a Lubanga sono specificamente legate al reclutamento e all’uso dei bambini sotto i 15 anni di età come soldati.

”È la prima volta che qualcuno viene accusato solo per l’uso di bambini soldato (nonostante Lubanga sia il noto responsabile di una lunga lista di altri crimini di guerra)”, ha aggiunto.

Restoy ha inoltre dichiarato che questa specifica accusa evidenzia il peso dato dai tribunali internazionali (come la Corte Speciale in Sierra Leone) al reclutamento dei bambini come crimine di guerra, e aiuta a rafforzare l’idea che tale crimine non debba necessariamente essere legato ad altri per meritare un’accusa.

”Questo arresto è destinato ad avere un impatto su molte milizie che operano tuttora nella RDC orientale e che ancora arruolano bambini nei loro ranghi”, ha dichiarato.

Dato che Lubanga sarà la prima persona processata dalla CPI per crimini legati al reclutamento di bambini, “è importante vedere che tipo di sentenza avrà, se sarà giudicato colpevole “, ha dichiarato Restoy.

La sfida fondamentale per la CPI in Congo, dopo l’arresto di Lubanga, è proteggere testimoni, comunità e bambini, soprattutto nel distretto di Ituri, dove la situazione è instabile, con rischi, tra l’altro, di rappresaglie e intimidazioni, ha proseguito l’attivista.

”Dato che tutte le accuse contro Lubanga sono per il reclutamento di bambini, i bambini sono ovviamente fondamentali per il caso, e sarà indispensabile la loro partecipazione al processo nel loro stesso interesse, sia fisico che psicologico”, ha aggiunto.

Julia Freedson, direttrice di Watchlist on Children and Armed Conflict con sede a New York, ha dichiarato che l’arresto di Lubanga è un passo importante per porre fine all’impunità per i crimini contro l’infanzia nella RDC e nei conflitti armati di tutto il mondo.

”Speriamo che nelle decisioni della corte contro Lubanga trionferà la giustizia per tutti i bambini che sono stati orrendamente usati e abusati dal suo gruppo armato, l’Unione dei patrioti congolesi”, ha detto Freedson all’IPS.

Tuttavia, il reclutamento e l’uso di bambini da parte di molti altri gruppi armati nella RDC sono stati molto ben documentati e divulgati, ha proseguito l’attivista.

La corte dovrebbe indagare e agire contro tutti quei gruppi armati che hanno commesso crimini seri contro bambini e altri civili, ha aggiunto Freedson, la cui organizzazione rappresenta una rete di agenzie umanitarie e per i diritti umani che lavorano per proteggere la sicurezza e i diritti dell’infanzia nei conflitti armati.

L’attivista ha dichiarato che nel 2005, Annan ha riferito al Consiglio di Sicurezza dell’Onu i nomi di nove gruppi armati nella RDC, noti per il reclutamento e l’uso illegale di bambini.

”Sollecitiamo il tribunale a indagare e agire immediatamente contro i leader di ognuno di questi gruppi”, ha aggiunto.

Nel suo rapporto, Annan ha compilato due liste di trasgressori: primi, i paesi i cui conflitti sono sull’agenda del Consiglio di Sicurezza, come Afghanistan, Burundi, Costa d’Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Liberia e Somalia.

Una seconda lista comprende la Repubblica cecena della Federazione russa, Colombia, Myanmar, Nepal, Irlanda del nord, Filippine, Sri Lanka, Sudan e Uganda.

Nella maggior parte dei paesi citati da Annan, i bambini soldato sono utilizzati dai gruppi armati, non dai governi nazionali.

Nello Sri Lanka, per esempio, le Tigri per la liberazione del Tamil Eelam (LTTE), che combattono una guerra separatista nel nordest del paese, hanno a lungo utilizzato bambini soldato non rispettando gli impegni, come sostiene il governo dello Sri Lanka.

I gruppi armati elencati da Annan comprendono Liberiani uniti per la riconciliazione e la democrazia (LURD), Juba Valley Alliance e Armata di resistenza Rahanwein in Somalia, Mai-Mai e Unione dei patrioti congolesi nella Repubblica Democratica del Congo, Fronte per la difesa della democrazia in Burundi e diverse fazioni legate alla ex Alleanza del Nord in Afghanistan.

In una lista di raccomandazioni al Consiglio di Sicurezza, la coalizione “sollecita con forza” tutti i 191 stati membri a porre immediatamente fine alla vendita di armi e aiuti militari alle parti che violano la legge internazionale sul reclutamento dei bambini soldato.

La Convenzione dell’Onu sui diritti dell’infanzia del 1990 (CRC) ha fissato a 15 anni l’età legale minima per il reclutamento. Tuttavia, un “Protocollo Opzionale” alla CRC, entrato in vigore nel febbraio 2003, vieta il coinvolgimento di giovani sotto i 18 anni in qualunque ostilità e istituisce rigidi standard per il reclutamento dei minori di 18 anni.