CINEMA-BRASILE: Progetto di legge con trama elettrizzante

RIO DE JANEIRO, 10 settembre 2004 (IPS) – Il governo brasiliano vuole avvicinare al cinema il 90 per cento della popolazione che oggi non può godere di questa arte, aumentando la produzione nazionale con una legge. Ma l’iniziativa viene attaccata dalla principale rete televisiva e dai distributori del paese

La proposta di creare un’Agenzia nazionale di cinema e audiovisivi (Ancinav), per regolare e promuovere il settore, ha messo sul piede di guerra i diversi attori coinvolti, tra cui cineasti, distributori, sale di proiezione e canali televisivi.

Alcuni hanno tacciato di “dirigismo” e “autoritarismo” il disegno di legge, presentato dal Ministero della cultura lo scorso agosto. La situazione ha costretto il ministro Gilberto Gil a ricordare di essere stato lui stesso un “perseguitato politico”, assicurando che non sarebbe mai diventato un persecutore.

Gil, noto da quasi 40 anni come compositore e interprete di successo di musica popolare, ha esortato “al dibattito”, segnalando che i tecnici hanno impiegato 14 mesi nell’elaborazione del progetto di legge, basandosi su idee provenienti dai rappresentanti del settore.

In ogni caso, ha chiarito, la proposta rimarrà aperta a suggerimenti e correzioni per due mesi. Il Ministero della cultura ha messo a disposizione di tutti gli interessati una pagina Internet per stimolare il dibattito.

Il progetto considera “strategica” l’industria audiovisiva per la cultura, l’economia e la sovranità nazionale, perciò essa meriterebbe un trattamento speciale, con protezioni e stimoli. A tale scopo verrebbero creati dei fondi di promozione, finanziati dalle sale di proiezione.

Si tratta di “regolare le relazioni tra i diversi agenti” del settore, costruendo un ambiente propizio alla crescita, ed eliminando gli ostacoli affinché “l’immenso potenziale” dell’industria audiovisiva in Brasile si trasformi in una realtà, secondo il ministro Gil.

Ancinav verrà creata quando si riuscirà a superare la resistenza di chi “vuole il monopolio della diffusione”, ha suggerito Assunçao Hernandes, produttrice di San Paolo che ha presieduto nel 2000 il Congresso brasiliano del cinema, dove vennero formulate le prime idee sull’agenzia regolatrice.

Molti di quelli che accusano Ancinav di avere un carattere di “controllo” sono gli stessi che per il loro potere “esercitano il controllo e la censura” nella televisione, proponendo solo film che interessano a loro, con l’intenzione di estendere questo dominio in Internet, ha dichiarato Hernandes ad IPS.

La produttrice ha accusato il gruppo delle rete televisiva Globo – che ha la maggiore audience nel paese e detiene un impero tra radio, periodici e riviste – di capeggiare l’opposizione, insieme ai distributori statunitensi che dominano il mercato cinematografico e di film per la Tv.

Il gruppo di comunicazione Globo si accaparra il 78 per cento di tutte le entrate provenienti dalla pubblicità in Brasile, secondo Hernandes.

Le emittenti televisive rifiutano la tassa del 4 per cento sulla fatturazione. A loro volta, le sale di proiezione si oppongono al 10 per cento su ciascun biglietto, temendo di perdere spettatori. Con questi tributi si potrebbe finanziare un fondo di sostegno all’industria audiovisiva nazionale.

Tutti vogliono mantenere i propri guadagni nella breve scadenza, e non si accorgono che potrebbero aumentarli con lo sviluppo di tutto il settore e l’aumento delle sale cinematografiche. Paesi come Argentina e Messico hanno il doppio delle sale in rapporto alla popolazione.

Il fondo per lo sviluppo contribuirebbe all’installazione di migliaia di cinema in tutto il paese, con un biglietto ad un terzo, o meno, dell’attuale prezzo medio di due dollari. Questo porterebbe ad una gamma di sale di proiezione che beneficerebbe tutti, ha sostenuto Hernandes.

La legge in erba stimolerebbe anche la produzione di contenuti locali, mediante le decentralizzazione, creando più posti di lavoro con una diversificazione dei contenuti.

Ma il progetto di legge comprende altre disposizioni controverse: costringerebbe i canali Tv non via cavo ad offrire almeno un lungometraggio nazionale alla settimana. Oggi, le produzioni brasiliane sono praticamente assenti dai palinsesti dei canali, monopolizzati dalle produzioni hollywoodiane.

Da parte loro, i distributori statunitensi bombardano l’imposta di 3000 reales (1000 dollari al cambio attuale) su ogni copia di un film in proiezione, prevista nel disegno di legge. Oggi, questa tassa viene applicata su ogni film straniero, a prescindere dal numero delle copie.

“Non è giusto” che una megaproduzione che invade il mercato con più di 200 copie paghi lo stesso che un’altra con decine di copie, poiché la differenza di guadagno è incredibile, ha osservato Hernandes.

La concorrenza è sleale, “sfavorevole” al mercato del cinema brasiliano, ha osservato il ministro Gil. I film di Hollywood, già ammortizzati negli Usa, vengono venduti a prezzi irrisori alla televisione brasiliana.

E non è leale nemmeno la concorrenza tra i prodotti nazionali.

I film prodotti dal gruppo Globo godono dell’ampia pubblicità di questo gruppo, con costi che sono insostenibili per gli altri, ha affermato Hernandes.

I tributi previsti nel progetto Ancinav sono blandi, in confronto a quelli di altri paesi, ha segnalato Sergio Sá Leitao, assessore speciale del Ministero della cultura.

In Francia, la fatturazione televisiva è soggetta ad un aggravio del 16 per cento, e la proiezione cinematografica dell’11 per cento. In Australia, il 55 per cento della programmazione televisiva deve avere un contenuto nazionale.

Il cinema brasiliano ha contribuito per meno del 10 per cento all’incasso nazionale nei botteghini degli ultimi anni, tranne nel 2003, quando ha raggiunto un eccezionale 21 per cento per il successo di alcuni film.

Ciò che si vuole con Ancinav, secondo la produttrice Hernandes, è fare come hanno fatto in altri paesi sviluppati, soprattutto negli Stati Uniti, per proteggere il proprio mercato e sviluppare la propria industria audiovisiva.