PACE: Roma e il "presidente della guerra"

ROMA, 3 giugno 2004 (IPS) – Circa duemila manifestanti in bicicletta hanno bloccato il traffico di Roma la scorsa settimana per dire quello che pensano sulla visita del Presidente degli Stati Uniti George W. Bush prevista per il 4 giugno. E il 4 giugno, adesso, è arrivato

Avevano molto da dire, ma anche le biciclette hanno parlato. Le bici sono diventate il simbolo di un stile di vita migliore a San Francisco nel 1992. Negli ultimi anni sono diventate anche il simbolo di quello che i corridori chiamano le guerre del petrolio.

”Stiamo creando una zona di non-petrolio perché usare le auto e la benzina provoca guerre”, spiega Emanuela Sicilia, studentessa, che ha preso parte alla manifestazione. Guida una bicicletta blu con un mazzo di fiori nel cestino. Il cartello che porta dice “più biciclette, meno petrolio, meno guerre”.

Bush arriva a Roma per ricordare la vittoria delle truppe statunitensi nella sconfitta del nazi-fascismo sessant’anni fa. Ma ora è lo stesso presidente che deve fronteggiare le proteste scatenate dall’intervento in Iraq.

La mobilitazione contro Bush ha numerose facce. Lo scorso weekend manifestanti vestiti con tute arancioni sullo stile del carcere americano di Guantanamo, e con dei cappucci neri per ricordare i prigionieri del carcere iracheno di Abu Ghraib, sono apparsi nell’elegante Via del Corso per interrompere lo shopping del sabato.

La protesta era stata organizzata dal Pink Paint Party, un gruppo trasversale che riunisce varie identità che portano avanti una protesta non violenta e creativa contro Bush.

Nei giorni precedenti, dieci statue in vari angoli della città erano state coperte con dei cappucci: ancora un riferimento ad Abu Ghraib. I manifestanti erano anche apparsi nei treni della metropolitana per richiamare l’attenzione sulla guerra e l’occupazione americana dell’Iraq.

Il governo italiano ha adottato misure forti per contenere i manifestanti. Circa 10mila poliziotti e un numero non precisato di forze statunitensi sono impiegati per la sicurezza della città. Per i due giorni della visita vigerà il divieto di sorvolo della città e saranno chiusi gli aeroporti.

La polizia in tenuta anti sommossa controllerà i manifestanti che arriveranno dal nord e dal sud nelle stazioni principali.

Gli ospedali hanno ricevuto un’allerta denominata “Codice 2”, solitamente adottata in previsione di catastrofi naturali come un terremoto o “attacchi terroristici non convenzionali” con gas batteriologico o armi chimiche. E’ la prima volta che succede a Roma. Gli elicotteri controlleranno costantemente il cielo sopra la città.

Ma le manifestazioni che sono state organizzate per la visita di Bush sono anche contro quella che viene vista come una militarizzazione della città per l’esclusiva sicurezza del presidente Usa. Non si attendono proteste nelle immediate vicinanze dei luoghi che Bush visiterà. Le tappe del suo giro in città sono infatti state tenute segrete per motivi di sicurezza.

Il comitato Fermiamo La Guerra, che ha organizzato anche la massiccia mobilitazione del 20 marzo, ha comunque programmato una manifestazione nazionale per il pomeriggio del primo giorno di Bush a Roma.

”L’invito al Presidente Bush non è fatto in nome del popolo italiano che ripudia la guerra, la logica del terrore, le torture”, ha dichiarato in un comunicato stampa Fermiamo La Guerra. ”Bush, capo supremo delle forze armate USA, porta la responsabilità della guerra, dei suoi orrori, e delle incredibili violazioni dei diritti umani”.

Nonostante le intenzioni pacifiche dei manifestanti, l’atmosfera è tutto fuorché rilassata. “Si profilano minacce gravi”, ha dichiarato il Ministro degli Interni Giuseppe Pisanu. “Basta uno sguardo ad Internet”. Molti siti stanno chiamando gli italiani all’azione contro la visita di Bush.

I manifestanti hanno programmato blocchi in diverse parti della città, compresi i ponti sul fiume Tevere, per portare il loro messaggio.

I Disobbedienti hanno annunciato azioni di disobbedienza civile. ”Il violatore di diritti umani George W. Bush non è desiderato a Roma, la sua visita è un insulto alla città e alla società italiana”, ha dichiarato la scorsa settimana in conferenza stampa un membro del gruppo che indossava un cappuccio nero.

Roma si è colorata intanto di bandiere arcobaleno per protestare contro le parate militari del 2 giugno, festa della Repubblica.

”Non è tempo di parate; è tempo di dolore e rispetto per le vittime di guerre”, ha scritto il comitato Fermiamo La Guerra in una lettera al Presidente Carlo Azeglio Ciampi.