GUATEMALA: Le speranze riposte sulla prima vicepresidente donna

CITTÀ DEL GUATEMALA, 9 gennaio 2012 (IPS) – Le organizzazioni femministe del Guatemala ripongono le loro speranze su Roxana Baldetti, la prima donna eletta vicepresidente del Guatemala, per incrementare la partecipazione femminile nella politica.

Danilo Valladares/IPS Danilo Valladares/IPS

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Baldetti, 49 anni, inizierà il suo mandato il 14 gennaio insieme al nuovo presidente eletto lo scorso novembre, l’ex generale Otto Pérez Molina, candidato della formazione di destra Partido Patriota.

Baldetti è riuscita nell’impresa di essere la prima donna ad accedere al potere esecutivo, una responsabilità che la pone di fronte ad enormi sfide e compromessi. “Speriamo che svolga bene il suo compito, così potremo aspirare ad una presidente della Repubblica”, ha dichiarato a IPS Miriam Ordóñez, sindaco di San Cristóbal Acasaguastlán, un comune situato a 101 km dalla capitale.

“Deve affrontare un’enorme sfida: far sì che le donne vengano rivalorizzate e che non siano più escluse come è avvenuto fino ad oggi, e credo che lei possa riuscirci”, ha sottolineato.

Dalle cifre emerge che la partecipazione politica delle donne in Guatemala è attualmente molto limitata.

Solo 7 dei 333 sindaci sono donne, un numero che dovrebbe rimanere stabile nel periodo 2012-2016.

Dei 158 seggi parlamentari, solo 18 sono attualmente occupati da deputate e saliranno a 19 nel prossimo mandato. Di questi, solo 4 seggi sono occupati da donne indigene.

Secondo le statistiche ufficiali, gli indigeni costituiscono il 40 per cento dei 14 milioni di guatemaltechi, sebbene le organizzazioni indigene calcolino una percentuale maggiore, il 60 per cento.

“Le donne rappresentano appena il 5,5 per cento delle cariche elettive, ossia 27 dei 493 posti disponibili”, incluse le cariche di presidente, vicepresidente, sindaco e consigliere, secondo un rapporto sulle elezioni del 2011 dell’Ufficio del Difensore Civico.

“Non vi sono pari opportunità nell’accesso alle cariche pubbliche, e questa è un’ingiustizia in qualunque sistema democratico partecipativo”, si legge nello studio, basato su dati forniti dal Tribunale Supremo Elettorale.

Perciò, si hanno molte aspettative sul ruolo della vicepresidente nella promozione dell’avanzamento delle donne in diversi settori, tra cui l’istruzione.

“Molte donne non hanno potuto ricevere un’istruzione, e questo limita la loro conoscenza e autostima, perciò è fondamentale affrontare questa e altre questioni lavorando insieme alle organizzazioni femministe”, sostiene Ordóñez.

Servono progetti che sostengano le donne nelle attività produttive, per aumentare il reddito e migliorare la qualità della vita, “ma senza che ci siano interessi politici”, ha dichiarato a IPS l’attivista indigena Hortencia Simón, della Ong Associazione Politica di Donne Maya (Moloj).

Il governo uscente del socialdemocratico Álvaro Colom ha sviluppato il programma “Mi Familia Progresa” (la mia famiglia progredisce), che elargisce 37 dollari alle famiglie povere a condizione che i figli frequentino la scuola e siano sottoposti a regolari controlli medici presso le strutture sanitarie statali.

Il programma si è rivelato un successo nella lotta contro la povertà, anche se è stato duramente criticato dai gruppi della società civile per la mancanza di controllo e per il suo utilizzo a scopi politici.

Simón considera l’istruzione della donna guatemalteca “fondamentale per ottenere un lavoro dignitoso, dal momento che i titoli accademici sono indispensabili per questo obiettivo”, ha spiegato.

Ma l’istruzione delle donne guatemalteche rappresenta una grande sfida, in particolare per quanto riguarda le donne indigene.

“Solo una su 10 ragazze indigene si iscrive alla scuola secondaria, mentre per quelle che vivono in condizioni di estrema povertà, la cifra si riduce a una su 100”, secondi uno studio del 2007 della Banca mondiale.

L’attivista indigena ha aggiunto che Baldetti “avrà l’opportunità di chiudere o aprire le porte alla partecipazione politica femminile, perché quello che le donne potranno fare dipenderà molto dalla sua amministrazione”.

Da parte sua, Rosario Escobedo, attivista della Ong Sector de Mujeres, si è mostrata molto scettica riguardo a Baldetti.

“Temiamo che non prenda seriamente in considerazione le nostre proposte, perché non ci ha dato una risposta chiara quando le abbiamo presentato il nostro programma strategico durante la candidatura”, ha riferito a IPS.

Il Sector de Mujeres promuove una politica nazionale per l’avanzamento e lo sviluppo delle donne e un programma di pari opportunità 2008-2023, un insieme di linee guida sulle questioni economiche, politiche, sociali e culturali dello stato orientate alla promozione e allo sviluppo delle donne guatemalteche sulla base dell’uguaglianza.

L’organizzazione aspetta anche di vedere come funzionerà il processo di selezione della nuova Segreteria Presidenziale della Donna, un’istituzione chiave per la promozione di politiche pubbliche a favore delle donne.

Cecilia Álvarez, della Ong Gruppo delle donne guatemalteche, ha dichiarato a IPS che “l’elezione di una donna alla vicepresidenza del paese è un progresso importantissimo in termini di accesso al potere”.

L’attivista ha dichiarato che “solo dopo il 14 gennaio scopriremo se le promesse elettorali di Baldetti erano veritiere”.

Ma “Baldetti si è impegnata con alcune organizzazioni femministe a rispettare le iniziative che abbiamo intrapreso. Non si può ripartire da zero quando ci sono già stati alcuni progressi, anche se limitati, ad esempio nella politica pubblica di sviluppo delle donne e con una legge contro il femminicidio”, ha spiegato.

Baldetti ha promesso più volte che sosterrà i progetti per l’istruzione, la sanità e le attività produttive per le donne delle aree rurali, che lei definisce “l’altro Guatemala”.

E ha dichiarato:”Il mio dovere è darmi da fare affinché più donne possano entrare in politica, ma soprattutto perché vengano prese in considerazione nelle decisioni importanti del paese”. © IPS