EGITTO: Indagini rivelano la corruzione diffusa del dopo-Mubarak

IL CAIRO, 31 marzo 2011 (IPS) – Le autorità egiziane hanno aperto decine di indagini penali su contratti di compravendita di terreni agricoli per centinaia di milioni di dollari concessi a persone legate all’ex presidente Hosni Mubarak, secondo procedure irregolari e al di sotto dei prezzi di mercato.

Un edificio costruito su un terreno venduto dal governo nel sud del Cairo Emad Mekay/IPS

Un edificio costruito su un terreno venduto dal governo nel sud del Cairo
Emad Mekay/IPS

Si tratta di un primo passo, forse tra i più attesi, che deve compiere l’Egitto del dopo-Mubarak verso un nuovo futuro economico, che molti sperano di vedere finalmente libero dalla corruzione e dal nepotismo che hanno dominato per anni il paese.

“Il regime autoritario (di Mubarak) ha sostenuto un circolo di speculatori terrieri, presentandoli come dei veri imprenditori con progetti reali”, ha detto Mamdouh Hamza, professore di ingegneria civile nell’Università del Canale di Suez che spesso partecipa in interventi pubblici sul tema della corruzione legata alla vendita di terreni.

“In realtà, il vincolo più stretto che avevano con gli affari era la loro relazione con il regime, che sfruttavano per ottenere terre a prezzi bassissimi. Aspettavano un po’ di tempo, poi gonfiavano i prezzi e li rivendevano ricavando forti profitti, senza dare quasi niente in cambio alla popolazione”, ha dichiarato.

Le inchieste, appoggiate dalle Forze armate che hanno preso il potere ad interim dopo l’allontanamento di Mubarak lo scorso 25 gennaio, sono chiaramente destinate a placare il malessere della popolazione egiziana, che si sente saccheggiata dal regime precedente.

L’Ufficio centrale di revisione contabile, organo governativo tenuto alla larga da Mubarak ma che ha continuato a raccogliere dati ufficiali sulla corruzione, stima che il paese potrebbe recuperare circa 75 miliardi di sterline egiziane (equivalenti a 12,7 miliardi di dollari) di terreni pubblici acquistati come aree coltivabili a basso costo e poi rivenduti come terreni per residenze di lusso.

Se ne trovano soprattutto lungo i 220 chilometri di Strada del Deserto che dal Cairo raggiungono la città settentrionale di Alessandria.

Almeno una decina di funzionari vicini all’ex presidente, che ha governato l’Egitto per 30 anni, e al figlio Gamal, sono sotto inchiesta o in attesa di giudizio per corruzione.

Quasi tutti erano membri del Partito Nazionale Democratico, allora al governo. La Procura generale ha impedito a molti di loro di lasciare il paese e congelato i loro conti correnti.

Seppure quasi ogni giorno vengono scoperti nuovi casi di irregolarità, molte persone che in passato avevano già lanciato l’allarme su questo tipo di pratiche illegali assicurano che si tratta solo della punta dell’iceberg.

“La fine della corruzione sui terreni pubblici è appena cominciata”, dice Sameh El Alaily, preside della Facoltà di pianificazione urbana dell’Università del Cairo che ha scritto diversi lavori sul tema.

All’inizio di questo mese, una commissione legale ha chiesto l’annullamento di un contratto in cui venivano concessi 93 ettari di terreni pubblici nel nordest del Cairo all’impresa Palm Hills Developments, la seconda società immobiliare più importante del paese.

La commissione ha scoperto che il contratto era stato concesso non con regolare gara d’appalto, ma mediante “ordine diretto”, e a prezzi ben inferiori a quelli di mercato. Come conseguenza, l’Egitto ha perso milioni di dollari in valore reale del terreno.

L’ex ministro per la Casa Ahmed Al Maghrabi oggi è in prigione, accusato di aver concesso alla Palm Hills Developments, impresa di cui è azionista, centinaia di ettari di terra “usando solo la sua firma”.

Il procuratore generale Abdel Megeed Mahmoud ha decretato questa settimana il congelamento di tutti i conti correnti di Al Maghrabi e del suo socio, il presidente e direttore esecutivo della Palm Hills Developments, Yasseen Mansour, il cui impero familiare include accordi con multinazionali come General Motors, Opel, Philip Morris, McDonalds, Red Bull e Mantrac.

Sul suo sito web, la Palm Hills dichiara di essere socio del The Ritz-Carlton Hotel Company e del Jumeirah Group, di Dubai, Emirati Arabi Uniti. La Palm Hills ha anche accordi con la principale catena alberghiera indiana Taj Hotels.

Al Maghrabi deve far fronte a diverse accuse, come aver venduto terreni per 300 sterline egiziane (50 dollari) al metro quadro, mentre il prezzo reale era di 5mila sterline egiziane (850 dollari) a un magnate saudita del Cairo.

Anche la principale società immobiliare del paese, Talaat Moustafa Group, è sotto inchiesta per aver ricevuto più di 1000 ettari di terreno a un prezzo minimo e senza una regolare gara d’appalto.

Una sentenza precedente alla caduta di Mubarak aveva già concluso che il contratto era fraudolento. Ma il regime aveva ignorato la decisione e restituito le terre alla stessa impresa e allo stesso prezzo. © IPS