ECUADOR: Gli indigeni contano

QUITO, 23 novembre 2010 (IPS) – L'ufficio è caotico. Enormi cumuli di T-shirt e scatole di penne a sfera sono ammucchiati sulla scrivania, dove uomini e donne indigene sono impegnati a impacchettare articoli, manifesti, opuscoli e volantini, presso la sede della loro Commissione Nazionale di Statistica.

Corsi di formazione del centro CONEPIA  per gli addetti al censimento Courtesy of INEC

Corsi di formazione del centro CONEPIA per gli addetti al censimento
Courtesy of INEC

Alcune delle scritte sulle magliette recitano: “Io ho una identità, io sono indigeno!”, altre “Io ho una identità, sono afro-ecuadoriano!” e ancora, “Io sono Montubio”(etnia riconosciuta ufficialmente dal popolo costiero di razza mista e di origine indigena).

“Sii orgoglioso della tua famiglia afro-ecuadoriana”, dice la scritta su un volantino, mentre un altro in stile fumetto spiega il problema dell’identità in Shuar, la lingua indigena dell'Amazzonia.

L'ufficio fa parte della Commissione Nazionale sulle Statitistiche per gli Indigeni, Afro-ecuadoriani e dei popoli Montubio (CONEPIA), e l'obiettivo di questo intenso lavoro è spedire tutto il materiale promozionale alle ventiquattro province dell'Ecuador, in tempo per il settimo censimento della popolazione e il sesto censimento degli alloggi che avrà luogo domenica 28 novembre.

Questo censimento sarà particolarmente importante per le popolazioni indigene.

Mentre le organizzazioni dei popoli indigeni, come la Confederazione delle Nazionalità Indigene dell'Ecuador (CONAIE), affermano che il 40 per cento della popolazione del paese è autoctona, nel censimento del 2001, solo il 6,8 per cento delle persone si è definito tale.

Da allora, i nativi hanno condotto una campagna per il successivo censimento per aggiungere una serie di domande. Due sono le questioni principali, quelle che riguardano le lingue parlate dagli intervistati, e quelle parlate dai genitori, entrambe presenti nel modulo del censimento ai punti 14 e 15.

Anche le domande 16 e 17 sono importanti. Il punto 16 chiede agli intervistati di identificarsi in base alla loro cultura e ai loro costumi: indigeni, afro-ecuadoriani o discendenti africani, neri, mulatti, Montubio, meticci (di origine mista), bianco o altro.

Se si identificano come indigeni, la domanda 17 chiede a che tipo di popolazione indigena o a quale nazionalità appartengano. Il censimento contiene un elenco di specifiche nazionalità, tra cui Achuar, Awa, Cofan, Chachi, Epera, Huaorani, Secoya, Shuar, Siona, Tsátchila, Shiwiar, Zapara e Andoa, molte delle quali si trovano nella giungla amazzonica; Quechua, il principale gruppo etnico della regione montuosa; e tre popolazioni costiere.

Dopo i discutibili risultati del censimento del 2001, Silverio Chisaguano è stato nominato dall'Istituto Nazionale di Statistica e del Censimento (INEC) e dalle organizzazioni delle popolazioni indigene per individuare, con maggiore precisione, le minoranze in questo paese “interculturale e plurinazionale”, come è definito dalla stessa Costituzione del 2008.

La questione è di vitale importanza per le associazioni che rappresentano le minoranze etniche e le istituzioni pubbliche che lavorano con loro, perché gran parte della popolazione chiede un maggior sostegno statale.

“Infatti, questa è la ragione per cui fu creata CONEPIA nel 2007. Ci siamo consultati con l'INEC e le organizzazioni indigene, a livello regionale, provinciale e locale, e siamo giunti a un accordo circa le domande che dovevano essere incluse nel censimento”, dice Chisaguano, capo della CONEPIA, da un angolo dell'ufficio relativamente tranquillo, lontano dal trambusto.

“Abbiamo testato le domande con studi pilota, sono state integrate nella forma di censimento e sono state rese note al pubblico”, continua Chisaguano, insegnante di origine Quechua che lavora con INEC dal 1993.

CONEPIA è stata fondata dopo una riunione nazionale di 50 organizzazioni, tra cui CONAIE, il Consiglio dei Popoli Indigeni Evangelici e Organizzazioni dell'Ecuador (FEINE), la Confederazione Nazionale dei Contadini, Indigeni e Organizzazioni nere, le associazioni più attive Afro-ecuadoriane e del Montubio.

Il deputato indigeno Gerónimo Yantalema ha detto che i partecipanti al censimento dovrebbero parlare le lingue native. “Questo è l'unico modo possibile per comprendere e identificare migliaia di indigeni che non sono stati registrati nei censimenti precedenti”.

Al contrario, Lourdes Tiban, altro deputato indigeno, sostiene che l'uso diffuso della lingua spagnola e l'alta percentuale di persone native bilingue, “conseguenza del prolungamento dello stato coloniale”, supererebbe il problema del censimento in spagnolo.

“Le consultazioni, i seminari e gli incontri regionali si sono svolti per discutere la questione dell'etnicità autodefinita, e il modo di affrontare la questione dell' identità nel censimento”, dice Byron Villacís, capo della INEC. “È stato un processo lungo e profondo che ci ha permesso di raggiungere un accordo su come misurare l'origine etnica”.

Villacís afferma che la metodologia è stata scelta in accordo con le Nazioni Unite, preoccupata per le popolazioni indigene e per le minoranze.

Dal suo punto di vista, parte dei risultati delle sotto-iscrizioni delle popolazioni indigene al censimento del 2001 erano dovuti alla gente “che ha chiuso le porte” agli addetti al censimento in molte comunità. “Questi gruppi non sono stati sufficientemente informati”.

Ma questo non accadrà anche quest'anno. Villacis conferma che sono stati spesi per la pubblicità “tra i tre e i quattro milioni di dollari”, utilizzando un “concetto diverso” rispetto al censimento precedente. La televisione è utilizzata per messaggi generici diretti all'intera popolazione, che INEC stima essere circa 14,2 milioni.

Inoltre, spot specifici si rivolgono agli indigeni, popolazioni nere e Montubio, usando come testimonial membri noti dei diversi gruppi etnici. Nelle zone rurali, le radio comunitarie sono state usate per trasmettere messaggi nelle varie lingue native.

“Abbiamo inoltre organizzato concerti, mostre d'arte, spettacoli teatrali, e pubblicità sui mezzi pubblici, urbani e extra urbani, e dal 21 novembre, abbiamo inviato dei messaggi sui cellulari”, continua Villacís.

Tuttavia , la campagna nelle zone rurali è stata criticata perchè non sufficientemente efficace. Alcune persone temono che le informazioni provenienti dal censimento determineranno “l'eliminazione del sussidio statale allo Sviluppo Umano”, un assegno di 35 dollari al mese che il governo fornisce a più di 1,4 milioni di persone con basso reddito.

Ci sono sempre stati problemi nelle aree rurali, dal primo censimento dei tempi moderni nel 1950. Nel 1970, tre addetti al censimento sono stati uccisi.

“Il rifiuto del censimento trova radice nell'epoca coloniale”, sostiene lo storico Guadalupe Soasti, professore dell'Università Andina Simón Bolívar. “I popoli indigeni credevano che qualsiasi tipo di conteggio della popolazione, durante l'amministrazione coloniale, era a fini fiscali”.

Questa volta è “molto diverso, perché le organizzazioni dei popoli indigeni hanno partecipato, e al pubblico sono state date maggiori informazioni”, dice l' antropologo Fernando García della Facoltà di Scienze Sociali dell'America Latina (Flacso). “Non credo che ci saranno resistenze questa volta”

“Nelle aree rurali, il censimento si svolgerà dal 28 Novembre al 5 Dicembre. Vogliamo sapere quanti di noi ci sono, ma anche quali sono le nostre condizioni di vita per capire come combattere la povertà, visto che è proprio tra le persone indigene e quelle afro-ecuadoriane che si registra il tasso di povertà più alto nel paese”. ©IPS