FORUM SOCIALE MONDIALE: Continenti diversi, problemi simili

JOHANNESBURG, 29 marzo 2006 (IPS) – Molte cose separano Africa e Asia, non ultime quelle di carattere etnico, cultura e lingua. Tuttavia, mentre proseguono i lavori della terza e ultima parte del Forum Sociale Mondiale (FSM) di quest’anno nel centro finanziario pachistano di Karachi, la speranza è che i gruppi civici costruiscano aspirazioni comuni per i due continenti.

”Sono certo che i partecipanti al forum di Karachi faranno costante riferimento all’Africa nelle loro decisioni, gettando solide fondamenta per il nostro prossimo incontro a Nairobi nel gennaio del 2007”, ha detto all’IPS Thomas Deve di Mwelekeo wa NGO (MWENGO) con sede ad Harare , in un’intervista dalla capitale dello Zimbabwe. (“Mwelekeo wa NGO” in Kiswahili significa “direzione” o “visione” di Ong, organizzazioni non governative. MWENGO cerca di dare più forza alle Ong che operano nelle regioni dell’Africa meridionale ed orientale.)

L’incontro nella capitale keniota di Nairobi è il secondo FSM in Africa; il primo è stato il forum tenutosi all’inizio dell’anno (19-23 gennaio) a Bamako, capitale del Mali.

Fino al suo sesto anno di vita, il FSM si è quasi sempre svolto nella città brasiliana di Porto Alegre. L’edizione 2006 – descritta dagli organizzatori come “policentrica” – si è svolta in tre luoghi diversi: Bamako, la capitale venezuelana di Caracas (24-29 gennaio), e adesso Karachi (24-29 marzo).

Il FSM di Karachi era stato inizialmente programmato in contemporanea con l’incontro di Caracas; è stato poi rimandato a causa del terremoto in Pakistan dell’8 ottobre 2005, che ha provocato circa 90.000 morti e 3,5 milioni di senzatetto.

Secondo Deve, non sono pochi i problemi e i dibattiti che Africa ed Asia possono dire all’unisono.

”In Asia e in Africa le cause strutturali della povertà sono uguali. Questo potrebbe portare i due continenti a cercare soluzioni simili”, ha osservato. “All’interno del FSM, condividiamo la stessa grande popolazione di poveri che, quando stanno sotto lo stesso tetto, si sentono uguali”.

Nei due continenti, ha aggiunto Deve, molti diffidano degli affari e temono la dominazione da parte dei paesi ricchi. ”Le loro idee sulle multinazionali sono esattamente le stesse. Le loro idee su OGM (organismi geneticamente modificati) e agricoltura coincidono. Anche le loro idee sulla distribuzione dei servizi di base da parte dello stato coincidono”.

Entrambe le regioni lottano con la pandemia dell’AIDS.

“Asia ed Africa condividono anche la medesima esperienza di migrazione dalle zone rurali a quelle urbane. Date queste (preoccupazioni), Asia ed Africa tendono l’una verso l’altra in modo naturale”, ha dichiarato Deve.

Zenele Twala, direttore esecutivo della Coalizione di Ong sudafricane (SANGOCO), con sede nello snodo commerciale di Johannesburg, ha dichiarato che la cooperazione regionale ha aiutato ad affrontare questi problemi comuni. Il suo gruppo sta lavorando per collegare organizzazioni femminili per la terra e i diritti umani con le loro controparti in altre regioni, tra cui l’Asia.

”Quando la gente intrattiene relazioni strutturali con altre Ong sul campo, come nella travagliata regione del Darfur nel Sudan occidentale, diventa più facile comprendere ed affrontare i problemi”, ha detto Twala all’IPS.

Come parte della sua campagna per promuovere la solidarietà interregionale, all’inizio del mese SANGOCO ha ospitato a Johannesburg per tre giorni sei membri di gruppi civici palestinesi. L’evento ha anche contribuito a rafforzare la società civile palestinese.

”Abbiamo capito che queste Ong palestinesi non si erano mai incontrate fisicamente. Si erano viste in collegamenti video, perché alcuni di loro vivono nella West Bank e altri a Gerusalemme, e non possono viaggiare facilmente e interagire gli uni con gli altri”, ha detto Twala.

”Si sono incontrati a Johannesburg faccia a faccia per la prima volta”.

La West Bank, che appartiene ai territori palestinesi, è attualmente sotto l’occupazione israeliana. Le autorità impongono rigidi controlli sui movimenti all’interno dell’area, e su coloro che cercano di entrare o uscire da questa regione per Israele e Gerusalemme, città contesa da israeliani e palestinesi.

I visitatori sono stati anche nella città costiera di Città del Capo, per confrontarsi con le loro controparti e con gruppi di fede. “Questa è una delle possibilità per le società civili di diverse regioni del mondo di cooperare tra loro”, ha osservato Twala.

Tuttavia, dato l’esorbitante costo del viaggio aereo, molte – se non la maggior parte – delle povere Ong non possono permettersi il lusso di interazioni dirette con gruppi di un altro continente.

Deve sostiene che i collegamenti interregionali si possono stabilire anche in altri modi: “Possiamo interagire attraverso …le pubblicazioni o via e-mail”.

Si prevede che tra i 30.000 e i 40.000 attivisti da tutto il mondo, soprattutto indiani, parteciperanno al forum di Karachi.

Il FSM è nato in opposizione al Forum Economico Mondiale, che si svolge tutti gli anni nella cittadina svizzera di Davos, cui partecipano capi di stato, leader politici e altri membri dell’elite globale.

Per contro, il FSM attira principalmente gruppi della società civile che cercano un’alternativa all’attuale ordine politico ed economico.