SVILUPPO: I media, coscienza critica del mondo

Firenze, 1 Novembre 2005 (IPS) – Anche i media sono chiamati a contribuire allo sviluppo. E’ stato questo l’obiettivo del seminario internazionale “Quale comunicazione è possibile per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG) 2005 2015?”, organizzato la scorsa settimana dall’International Support Group di IPS con il patrocinio della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri italiano, della Regione Toscana e del Comune di Firenze.

“Senza una buona comunicazione, non c’è partecipazione sociale”: così Mario Lubetkin, direttore generale di Ips, ha aperto i lavori, illustrando come l’agenda delle notizie dell’IPS sia centrata sullo sviluppo e gli effetti sociali della globalizzazione, e riprende le tante voci della società civile, riconoscendole il ruolo di soggetto centrale.

L’incontro è stato aperto dalla presentazione di una ricerca, realizzata dall’Università di Seattle, sull’approccio di cinque agenzie stampa internazionali, tra cui la stessa IPS (le altre sono Agence France Presse, Associated Press, l’africana Pana Press e la cinese Xinhua), agli MDG.

Anthony Giffard, autore dello studio, ha spiegato come solo l’IPS “offer una copertura più equilibrata delle diverse regioni del globo e cita più soggetti, in particolare donne, di ogni continente”. La ricerca dimostra anche che, rispetto alle grandi reti del nord, le agenzie del sud del mondo danno maggiore copertura alle realtà regionali.

“Aiutare la crescita della comunicazione dei popoli di aree in via di sviluppo, è il modo migliore per promuovere in tutto il mondo la presa di coscienza dei bisogni di queste regioni”, spiega Jo Weir, della Reuters Foundation, organizzazione che, insieme all’Alleanza dei Comunicatori per lo sviluppo sostenibile (Com Plus), rete di media globali impegnati nell’informazione sugli MDG, sta promovendo la creazione di un’agenzia di notizie in Iraq, con corrispondenti in tutte le province.

Nuovi mezzi d’informazione stanno emergendo anche in Afghanistan. Shahir Zarine, dell’afgano Killid Media Group, ha raccontato come il suo gruppo sia nato dal lavoro di una Ong, la DHSA (Development and Humanitarian Services for Afghanistan), che ha avviato una rivista che tira oggi 15.000 copie, intorno a cui oggi si raccolgono oggi un giornale settimanale, un mensile di cultura, una radio, un’agenzia di pubblicità e una rete di distribuzione nazionale per la stampa.

“Possiamo giocare un ruolo cruciale per costruire la democrazia attraverso l’educazione civica, perché ci è più facile contattare i cittadini rispetto a Ong e media stranieri”, ha spiegato Zarine, “ma siamo ignorati della comunità internazionale e questo rischia di farci tornare al passato”.

Sono diverse le voci che si alzano dal sud del mondo. Telesur, la nuova rete Tv che dal Venezuela si allarga fino a coprire tutta l’America Latina, fa concorrenza ai canali internazionali d’informazione degli Stati Uniti ed europei.

Aram Aharonian, direttore del canale, ha spiegato: “stiamo recuperando la parola che i dittatori ci avevano tolto. Oggi cominciamo a vederci con i nostri occhi e non solo con quelli con cui ci vede il resto del mondo. Se riusciamo a concentrarci sullo sviluppo, le culture e i problemi della nostra regione, sensibilizzeremo tutto il mondo dei media.”

Anche Lamis Andoni, di Al Jazeera, ha raccontato che, proprio per l’impegno del canale su sviluppo e diritti umani, “molti nostri giornalisti e operatori sono ora prigionieri nelle carceri di tanti paesi, dalla Spagna all’Iraq come negli stessi paesi arabi”.

Al Jazeera ha avviato di recente un canale live e punta su questo ulteriore strumento per una partnership con gli altri media che dia voce ai deboli e la tolga i potenti, “che cercano di imporre la loro agenda ai media”.

Creare nuovi canali non basta, ha dichiarato il direttore di Rainews 24, Roberto Morrione. “Se vogliamo diventare fattore di sviluppo, dobbiamo raccontare ogni evento calato nel suo contesto e spiegandone gli effetti”, ha sottolineato. Rainews24 “si contamina volentieri con media, società civile e realtà locali di tutto il mondo,” per ricevere informazione “vista attraverso gli occhi degli stessi protagonisti”.

Serve, ha aggiunto Ignacio Ramonet, fondatore di Le Monde Diplomatique, coniugare una “critica costruttiva della globalizzazione” con l’attenzione per le realtà locali, come fanno le oltre 50 diverse edizioni in 30 lingue in cui viene pubblicato il suo mensile.

Lo sviluppo però non riguarda solo le aree rurali. “I giornalisti devono guardare alle realtà locali”, ha ribadito Marco Baccin, consigliere del sindaco di Roma per le relazioni internazionali. Sono proprio queste il tramite migliore per far conoscere ai cittadini gli MDG, ha detto, ricordando la newsletter sugli MDG rivolta alle città e realizzata da IPS per conto di Comune di Roma e Alleanza mondiale di città e governi locali, un’organizzazione internazionale mirata a promuovere valori, obiettivi e interessi delle città e dei governi locali in tutto il mondo, con attenzione particolare per aree chiave come la miseria, lo sviluppo sostenibile e l’inclusione sociale.

Una spinta in più al seminario e' venuta, infine, da due reti dedicate ai giovani. Sauro Mariani, di MTV Italia, la tv commerciale rivolta ai ragazzi che ha sposato in pieno la campagna “No excuse”, ha spiegato: “Abbiamo capito che per raggiungere i ragazzi, dovevamo spostare l’attenzione sui telespettatori. Con il loro linguaggio, abbiamo proposto un nuovo ideale, a cui abbiamo adeguato tutta la programmazione, per essere davvero credibili”. Il risultato, come dimostra una recente ricerca tra gli spettatori di MTV, è che il 50 per cento degli spettatori di MTV ha accolto gli MDG.

Ai giovani si rivolge anche Current Tv, nuovo canale allnews voluto dall’ex vice presidente americano Al Gore “per cercare di democratizzare il sistema televisivo americano”, ha spiegato il direttore artistico Gotham Chopra. “Dobbiamo reinventare il nostro linguaggio, lasciando spazio a chi ci ascolta”, ha detto spiegando che il 25 per cento della programmazione di Current Tv è realizzata con materiali girati dagli ascoltatori, ai quali la tv propone un ideale forte di vita.

Il diritto a comunicare, prima ancora che a essere informati, è condizione di ogni altro diritto umano, ha detto Jason Nardi, della rete Communication rights in the Information society, (CRIS), una campagna per il riconoscimento dei diritti di comunicazione quale principio basilare della società dell’informazione. Tema rilanciato da Francesco Diasio, rappresentante di Amarc, l’associazione internazionale delle radio comunitarie, create dalle realtà del no profit.

Le radio comunitarie ricoprono un ruolo importante nell’informare la gente su quanto accade loro intorno – e dar voce a quanti si vedono negato l’accesso ai sistemi di trasmissione dai grandi media, ha haggiunto Diasio, denunciando la scarsità di risorse, principale ostacolo alla crescita di questo settore.

“Solo ascoltandoci l’un l’altro, riusciremo a costruire un nuovo partenariato tra eguali”, ha concluso Federico Mayor Zaragoza, ex direttore generale dell’Unesco. Media che rivalutino principi come giustizia, partecipazione, solidarietà e soprattutto eguaglianza, ha detto, possono contribuire non a uno sviluppo qualsiasi, ma a uno sviluppo dal volto umano.