È tempo di agire per il clima

UXBRIDGE, Canada, gen 2013 (IPS) – In tutto il mondo, il 2012 è stato l’anno delle condizioni climatiche estreme, l’anno in cui abbiamo inequivocabilmente imparato che l’energia derivata da combustibili fossili che alimenta le nostre società le sta distruggendo. Accettare questa realtà è la grande sfida del nuovo anno.

 Nasa


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Riprogettare le nostre società e stili di vita in funzione dell’energia verde è l'ultima sfida del decennio.

Sarà fondamentale per tutti noi impegnarsi in questo compito, perché il clima influisce su tutto, dal cibo alla disponibilità d’acqua.

Diversi studi scientifici hanno dimostrato che abbiamo già la tecnologia per ri-progettare la nostra società in modo da dare impulso all’energia verde. Il più recente è stato pubblicato a inizio gennaio sulla prestigiosa rivista Nature: si afferma chiaramente che il vero ostacolo è la politica, non la tecnologia o i costi. (Agire costa molto meno che non fare niente).

Riuscire a mantenere il riscaldamento globale al di sotto di due gradi centigradi dipenderà soprattutto da “quando i paesi cominceranno ad adottare iniziative serie per ridurre le emissioni di gas serra”, secondo quanto si legge nello studio “Probabilistic cost estimates for climate change mitigation” (Stime probabilistiche dei costi per la mitigazione del cambio climatico).

Il cambio climatico ha già fatto salire le temperature globali di 0,8 gradi C, con conseguenze importanti. Nessun climatologo pensa che un aumento di 2 gradi sia “sicuro”. Molti paesi, soprattutto quelli meno avanzati e le piccole isole, vorrebbero un obiettivo globale al di sotto di 1,5 gradi C. Anche in quel caso grandi porzioni dell’Artico dell’Antartico continueranno a sciogliersi provocando l’innalzamento del livello del mare, anche se a una velocità inferiore.

Continuare a ritardare il passaggio alle fonti di energia rinnovabile è molto costoso: aspettare fino al 2020 per frenare le emissioni globali costerà il doppio paragonato alle massime emissioni entro il 2015, come dimostra l’analisi di Nature.

Iniziative più concrete per ridurre le emissioni di gas serra potrebbero portare alla chiusura del 65 per cento delle centrali elettriche a carbone nei prossimi due decenni, come dimostra un precedente studio di Nature riportato dall’IPS.

In mancanza di azioni serie, invece, le emissioni globali continuano a registrare nuovi primati, aumentando del 3 per cento ogni anno: per il 2012 si parla di 52 gigatonnellate (miliardi di tonnellate metriche di CO2). Questo è il nostro punteggio climatico annuale, il più importante nella storia dell’umanità, che deve scendere tra 41 e 47 gigatonnellate (Gt) entro il 2020 perché ci sia una ragionevole possibilità di restare al di sotto dei 2 gradi C di surriscaldamento.

Gli impegni presi dalle nazioni per la riduzione delle emissioni non bastano, e questo rischia di portare circa 55 Gt di emissioni nel 2020, secondo alcune stime. Sebbene siano consapevoli di questo, e del fatto che 11 degli ultimi 12 anni siano stati i più caldi mai registrati, i governi dei diversi paesi si sono rifiutati di aumentare i loro obiettivi di riduzione durante l’ultima conferenza delle Nazioni Unite sul clima tenutasi lo scorso dicembre a Doha.

Di fronte al fallimento della capacità di agire della politica, si nasconde un’industria di combustibile fossile molto ricca e potente: così come l’industria del tabacco, anche questa spende centinaia di milioni di dollari per diffondere informazioni sbagliate sul cambio climatico, e i lobbisti combattono contro ogni iniziativa per ridurre l’uso dei combustibili fossili.

Il loro unico interesse è aumentare i guadagni attraverso maggiori vendite di carbone, petrolio e gas.

L’industria del combustibile fossile potrebbe assumersi una responsabilità sociale se puntasse alla fornitura di servizi a energia verde, di cui le nostre società hanno bisogno. Ma non hanno voluto farlo negli ultimi 20 anni, nonostante le promesse.

Diversi sondaggi dimostrano che le persone vogliono che si agisca per il clima. Nessuno vuole che i propri figli vivano in un mondo iper-riscaldato, con un aumento di quattro gradi C; il fallimento nell’adottare alternative serie è un chiaro e completo fallimento della democrazia.

L’unico modo per cambiare le cose, e l’unico modo per far sì che si agisca, è che le persone si facciano carico del futuro e manifestino nelle capitali chiedendo azione, rifiutando d’andarsene finché la richiesta non viene accolta. Perché qualcuno agisca, tutti dobbiamo agire.

C’è poco tempo. Mancano soltanto 24 mesi al 2015, quando le emissioni dovranno cominciare a scendere. Non rimane altra scelta che quella di scendere in piazza. L’organizzazione ambientalista 350.org sta organizzando una manifestazione per il 17 febbraio a Washington.

Molte altre manifestazioni sono assolutamente essenziali. È tempo d’agire. È tempo di muoversi.