PAKISTAN: Le armi puntate contro le donne

PESHAWAR, 6 ottobre 2011 (IPS) – Le armi, nel travagliato nord del Pakistan, vengono sempre più spesso utilizzate contro le donne nei “delitti d'onore” e nelle liti domestiche, sostengono fonti locali.

“Circa il 65 per cento delle donne uccise sono vittime di delitti d’onore e di violenza domestica”, ha detto il generale in pensione Muhammad Saad, analista della sicurezza interna.

Citando uno studio della locale Fondazione Awaz, Saad ha sottolineato che il problema è stato causato dalla estrema disponibilità delle armi leggere. In famiglia, gli uomini troppo spesso le usano contro le donne per questioni di poco conto, finendo per ucciderle.

È un problema diffuso in tutto il Pakistan, ma le donne a Pakhtunkhwa Khyber e nelle Aree tribali di amministrazione federale (FATA) del nord sono particolarmente vulnerabili a causa della proliferazione di armi fabbricate localmente a Darra Adamkhel. “La maggior parte delle armi utilizzate contro le donne sono fabbricate localmente e sono illegali”.

Secondo Shabina Ayaz dalla Fondazione Aurat, le cifre riportate dai mezzi di informazione mostrano che 719 donne sono state uccise nel 2010, di cui 381 nel Punjab, 161 a Khyber Pakhtunkhwa, e 160 nel Sindh. Ma nelle FATA la maggior parte dei casi non sono riportati dalla stampa, dalla polizia o dagli ospedali. Raramente si parla dei delitti d’onore, e i colpevoli di femminicidio, in questi casi, spesso la fanno franca.

“Abbiamo condotto una forte campagna per promuovere leggi severe contro la proliferazione delle armi e per salvare le donne”, ha detto Ayaz a IPS. L'eliminazione delle armi leggere illegali è fondamentale per porre fine a queste violenze. Il rapporto della Fondazione 2010, “Situazione della violenza contro le donne in Pakistan” ha sottolineato la pericolosità di queste armi per le donne. L’ente promuove campagne per i diritti delle donne in Pakistan dal 1986.

Murtaza Khan, del gruppo “Azione contro le armi leggere”, ha dichiarato che l'insurrezione dei talebani nelle FATA e nel nord aveva messo le donne in grave pericolo di vita. “La grande disponibilità di armi a buon mercato ha portato a un loro uso eccessivo aggravando i problemi delle donne, che sono già emarginate in questa società tribale dominata dagli uomini”, ha detto Khan.

In alcuni casi, le donne sono state uccise per motivi futili: per aver ritardato nel servire un pasto, o nello stirare gli abiti del marito.

La proliferazione di armi va diffondendosi, e con essa anche il loro utilizzo, ha detto Khan. “Bambini di 10 anni vengono addestrati all’impiego di fucili AK-47 nelle FATA e a Khyber Pakhtunkhwa. In alcune aree, esibire un’arma è considerato uno status symbol”.

“È un grande problema”, ammette l'ufficiale di polizia Kareem Khan di Peshawar. Di recente, un uomo ha ucciso la moglie perché non gli aveva lucidato le scarpe nei tempi richiesti. “L'economicità delle armi ha permesso anche ai poveri di possederne”, ha detto a IPS.

I trent’anni di guerra hanno riempito la regione di armi di tutti i tipi, dalla compatta penna-pistola in stile James Bond, ai kalashnikov e ai razzi antiaerei.

Saad Briga sostiene che la grande quantità di armi in circolazione compromette fortemente la sicurezza interna e ostacola lo sviluppo. “Dobbiamo disarmare la società per renderla più sicura”.

La necessità di disarmare la popolazione civile è diventata impellente dopo la morte di centinaia di persone durante lo scontro etnico di luglio e agosto tra i pashtun, “dal grilletto facile”, e i mohajir (coloni provenienti dall'India) di lingua urdu, altrettanto ben armati, nella città meridionale portuale di Karachi.

“La tradizionale attrazione per le armi dei pashtun è stata alimentata dalla guerra dei mujaheddin che nel 1988 pose fine all'occupazione sovietica dell'Afghanistan, la sanguinosa guerra civile che vide l'ascesa dei talebani, seguita dall’invasione degli Stati Uniti nel 2001”, ha detto Saad.

I pashtun costituiscono circa il 17 per cento dei 175 milioni di abitanti che popolano il Pakistan, e sono il più grande gruppo etnico dopo i punjabi. In Afghanistan, rappresentano il 42 per cento dei 29 milioni di abitanti.

Se i pashtun una volta dipendevano da un’industria locale di armi del 18esimo secolo, l'avvento di armi più sofisticate può essere ricondotto alla presenza degli Stati Uniti che hanno fornito ai mujahidin armi leggere, lanciarazzi, lanciamissili e missili termoguidati per abbattere aerei sovietici. © IPS