INDIA: Nucleare, indifferente alle nuove regole

NEW DELHI, 7 luglio 2011 (IPS) – Fiduciosa nel grande mercato che offre ai fornitori nucleari mondiali, l'India ha deciso di non dare peso alle nuove restrizioni imposte da una coalizione di 46 paesi sul trasferimento delle tecnologie per la conversione e l’arricchimento dell'uranio con potenziali applicazioni militari.

Il paese asiatico, che ha rifiutato di firmare il Trattato di non proliferazione nucleare (NPT nell’acronimo inglese), considerato discriminatorio, ha messo a segno nel 2008 un successo diplomatico assicurandosi una deroga speciale da parte delle 46 nazioni del Gruppo di fornitori nucleari (NSG in inglese).

Fatta eccezione per i cinque stati riconosciuti ufficialmente come detentori di armi nucleari, tutti i paesi sono obbligati a sottoporre i loro siti nucleari al controllo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, l’organismo dell’Onu per il controllo del nucleare.

Dopo una sessione plenaria tenutasi a fine giugno a Noordwijk, Olanda, il NSG ha annunciato che avrebbe “rafforzato le proprie linee guida sul trasferimento delle tecnologie per la conversione e l’arricchimento di uranio (ENR)”, attenuando la deroga concessa all'India e escludendola dalla salvaguardia internazionale.

Secondo gli esperti di energia nucleare in India, la mossa del NSG è stata motivata da interessi commerciali, nel tentativo di costringere l'India ad acquistare attrezzature nucleari in un mercato in forte calo dopo il disastro di Fukushima.

“Anche prima di Fukushima, India e Cina erano gli unici paesi ad avere grandi piani di espansione per la produzione di energia nucleare. E ora, con la Cina che si sta convertendo alle energie rinnovabili, l'India è l'unico grande acquirente rimasto”, ha detto Praful Bidwai, esponente della Rete internazionale di ingegneri e scienziati contro la proliferazione.

“Nonostante i tanti fallimenti del fornitore francese Areva, che hanno portato al recente licenziamento del suo CEO, Anne Lauvergeon, l'India sta portando avanti un accordo per l' acquisto di sei reattori nucleari europei ad acqua pressurizzata per la più grande centrale nucleare del mondo a Jaitapur, nel Maharashtra. Ma per l'accordo in India Areva potrebbe essere costretta a chiudere i battenti”.

Secondo Rajiv Nayan, partner internazionale del Gruppo di lavoro sui materiali fissili e ricercatore associato presso l' Istituto per le analisi e gli studi della difesa (IDSA) a Nuova Delhi, le restrizioni di NSG potrebbero mettere a rischio l'accordo Areva.

“Per il NSG si tratta di collaborare con l'India nell'interesse di una migliore governance e gestione internazionale del nucleare”, ha detto Nayan.

Visto il clima attuale sull’energia atomica, è improbabile che paesi come Francia, Russia e Stati Uniti, che hanno già firmato grandi accordi commerciali sul nucleare con l'India, facciano marcia indietro, sostiene l’esperto.

L'India ha l’ambizioso piano di aumentare la sua produzione di energia nucleare dagli attuali 4,7 a 20 gigawatt entro il 2020. Oltre ad Areva, anche la Rosatom russa e la General Electric americana stanno negoziando accordi, per oltre 100 miliardi di dollari. Il ministro degli Esteri indiano Nirupama Rao, in una recente intervista televisiva, sembra aver lanciato un avvertimento al NDG sulle possibili “pressioni” nei confronti dei paesi che rifiuteranno di avviare attività commerciali sul nucleare con l’India.

Rao ha ricordato, inoltre, che Stati Uniti, Russia e Francia, dopo l'annuncio della nuova linea del NSG, manterranno gli impegni con il paese asiatico.

L'Ambasciatore francese in India, Jerome Bonnafont, ha confermato in un comunicato stampa di inizio luglio che “la decisione del NSG non compromette in alcun modo la nostra cooperazione bilaterale”, e che “la Francia è impegnata nella piena attuazione del nostro accordo di cooperazione per lo sviluppo di un utilizzo pacifico dell'energia nucleare firmato il 30 Settembre 2008”.

“Dopo la decisione di escludere completamente la clausola di salvaguardia, adottata a favore dell'India nel settembre 2008, la decisione del NSG non mette in discussione i principi di questa esenzione”, spiega la nota.

Dopo trent’anni di isolamento, l'India ha ripreso il commercio nucleare con il resto del mondo, dopo aver concluso un accordo sul nucleare civile con gli Stati Uniti nel 2008 che gli ha permesso di continuare a sviluppare a livello locale un programma di armamento nucleare.

Nayan ha spiegato che l' accordo tra India e Usa sulla deroga e sulla cooperazione per il nucleare civile del NSG è stato raggiunto nonostante le forti pressioni interne, in India e negli Stati Uniti, di gruppi di pacifisti e attivisti per il disarmo nucleare.

All'interno del NSG, paesi come Austria, Irlanda, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia e Svizzera avevano chiesto, inutilmente, che l'India fosse esclusa dagli scambi di tecnologie ENR.

Nayan sostiene però che il NSG non mai ha dato all’India nessuna garanzia esplicita sul trasferimento di tecnologie ENR.

Inoltre, il parlamento indiano aveva approvato ad agosto 2010 una severa legge di responsabilità sul nucleare per scoraggiare i fornitori internazionali di attrezzature nucleari – anche se erano già stati firmati diversi accordi di cooperazione bilaterale sul nucleare.

Per uno Stato che si è auto-dichiarato detentore di armi nucleari, ma che non è firmatario del TNP, come l’India, sarebbe stato difficile in ogni caso procurarsi tecnologie o attrezzature nucleari da qualsiasi altro paese firmatario del trattato.

L'India non garantisce che non riprodurrà attrezzature e tecnologie per il suo programma strategico e, di fatto, l'accordo indo-americano di cooperazione nucleare consente di evitare i controlli internazionali sulle attrezzature dichiaratamente ad uso militare.© IPS