Cambio della maggioranza, a rischio il trattato per il nucleare

WASHINGTON, 12 novembre 2010 (IPS) – Quando in primavera il presidente americano Barack Obama ha dato il via a una serie di attività sulla non proliferazione nucleare, ospitando il più grande Vertice di Sicurezza Nucleare mai avvenuto a Washington, molti esperti hanno sperato di poter arrivare alla eliminazione delle armi nucleari.

Barack Obama a una conferenza stampa, Coex Center, Seoul, Sud Korea. White House Photo by Pete Souza

Barack Obama a una conferenza stampa, Coex Center, Seoul, Sud Korea.
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Ma i progressi sono in stallo, con il controllo repubblicano al Senato è in pericolo non solo la futura riduzione delle armi nucleari, ma anche quella già concordata nello START (Trattato per la Riduzione delle Armi Strategiche).

Il trattato START è stato firmato da Obama e dal Presidente russo Dmitri Medvedev a Praga nel mese di aprile, poco prima dell'inizio del vertice di Washington. Da allora, una lunga serie di funzionari di primo piano e di ex diplomatici hanno elogiato il trattato, ma i politici che dovrebbero ratificarlo hanno espresso opinioni contrastanti.

Gli Stati Uniti si trovano in una posizione scomoda, ciò che era considerato essere uno dei principali obiettivi della politica estera di Obama – un passo fondamentale per la non proliferazione nucleare – rischia di cadere in un limbo legislativo.

Il trattato è in attesa di approvazione anche a Mosca. Preoccupati per la vittoria dei repubblicani alle elezioni della scorsa settimana, la Commissione russa per gli Affari Esteri ha ritirato le sue raccomandazioni per la ratifica.

Durante il viaggio in Asia di questa settimana, il Segretario di Stato americano Hilary Clinton ha detto che il Senato dovrà cercare di ottenere la ratifica del trattato prima delle elezioni dei nuovi senatori.

Il senatore John Kerry, presidente della Commissione Affari Esteri del Senato, mercoledì ha detto di essere fiducioso sul raggiungimento dell'accordo.

Molti repubblicani credono e sperano il contrario.

Il trattato richiede una maggioranza dei due terzi per essere ratificato, o di 67 senatori su 100. Attualmente, 57 sono dei democratici, ma il numero scenderà a 53 quando si riunirà il nuovo Congresso a gennaio.

Anche se molti repubblicani hanno annunciato il loro sostegno al trattato, il raggiungimento di un accordo sarà difficile.

Micah Zenko, del Consiglio per le Relazioni Estere (CFR), sottolinea che anche se lo START venisse ratificato, la Russia e gli Stati Uniti continuerebbero ad avere armi nucleari sufficienti alla distruzione reciproca.

Il trattato prevede la riduzione progressiva degli arsenali nucleari iniziata dalla fine della Guerra Fredda. In particolare, mira a ridurre le testate nucleari sui missili dispiegati da 2.200 a 1.500 per ciascun paese. Tale riduzione dovrà avvenire in sette anni.

Dovrà anche diminuire il limite di missili, razzi e bombardieri che trasportano le testate nucleari a 800 in totale,lasciando che siano Stati Uniti e Russia a monitorare il progresso dell'altro.

Zenko sostiene che ulteriori riduzioni sarebbero più vantaggiose. Un rapporto rilasciato martedì dal CFR, sostiene che “la riduzione a mille testate, comprese le armi nucleari tattiche, sarebbe strategicamente e politicamente vantaggiosa. Diminuirebbe il rischio di furti di armi e di attacchi nucleari e aumenterebbe il sostegno politico internazionale per le future iniziative degli Stati Uniti di ridurre o controllare le testate nucleari – pur mantenendo un deterrente nucleare credibile”.

“Un arsenale di un migliaio di armi nucleari è più che sufficiente per consentire alle forze armate Usa di dissuadere qualsiasi minaccia futura, o per rispondere in maniera devastante nel caso di un primo attacco nucleare”, scrive Zenko.

Ma il senatore John Kyl teme che la riduzione delle armi nucleari possa portare a tagli di spesa alle infrastrutture nucleari e alla modernizzazione dell'arsenale americano, con il consequenziale taglio dei posti di lavoro.

I repubblicani hanno anche espresso preoccupazione per i timori russi di una possibile espansione dei sistemi di difesa missilistica americana. Questi programmi sono considerati vitali per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ma la maggior parte dei democratici, compresa l'amministrazione Obama, sembra dimenticarlo.

I repubblicani hanno anche mostrato preoccupazione per le procedure di controllo che dovrebbero verificare il rispetto degli accordi da parte della Russia.

I democratici hanno rassicurato i senatori repubblicani, 80 miliardi di dollari sono già stati impegnati per i prossimi 10 anni per le infrastrutture nucleari e sostengono che le misure di controllo sono adeguate.

Il trattato START, secondo il Segretario della Difesa Robert Gates, continua a godere “del sostegno unanime della leadership militare americana” aprendo le porte a Zemko e altri – tra cui l'ex segretario di Stato Madeleine Albright e l'ex ministro degli Esteri russo Igor Ivanov – per formulare raccomandazioni utili per il raggiungimento della ratifica del trattato START.