MYANMAR: Myanmar: scatta la corsa al nucleare con l’appoggio di Pyongyang?

Equilibri.net, 5 luglio 2010 (Equilibri) (IPS) – Stando a quanto riportato dal network “Democratic Voice of Burma” (Voce Democratica della Birmania), con sede in Norvegia, la giunta militare birmana starebbe provando a sviluppare armi nucleari e missili a lungo raggio con l'assistenza della Corea del Nord.

“Il quadro è davvero complesso. Myanmar starebbe provando a dotarsi di alcune componenti di un programma nucleare, in modo particolare di un reattore nucleare per produrre plutonio e uranio arricchito”, ha dichiarato “Democratic Voice of Burma”. “Siamo preoccupati dei legami militari crescenti fra la Repubblica Popolare Democratica di Corea e la Birmania e sorvegliamo questa vicenda da vicino, per assicurarci che le numerose risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu siano applicate”, ha recentemente sottolineato il portavoce del Pentagono Geoff Morell, anche perché il Paese nel 2002 ha firmato il Trattato di non Proliferazione Nucleare ed è membro dell' Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) dal 1957. Il Direttore Generale della AIEA, Yukiya Amano, ha affermato come “abbiamo visionato i vari articoli e le varie interviste e stiamo verificando le informazioni.

Se necessario chiederemo informazioni alla Birmania”. La giunta militare birmana ha dal canto suo negato l'esistenza di qualsiasi cooperazione nucleare con la Corea del Nord, ritenendo le accuse senza fondamento, false e ingiustificate.

La questione nucleare birmana

Lo scorso 3 giugno Democratic Voice of Burma (DVB), organizzazione non profit di comunicazioni sita ad Oslo, ha pubblicato un'intervista rilasciata da Sai Then Win, ex ufficiale dell'esercito birmano fuoriuscito in Thailandia. Stando a quanto riferito da quest'ultimo il regime militare birmano starebbe lavorando al fine di dotarsi di armamenti nucleari per scopi militari. L'obiettivo, secondo quanto riferito, sarebbe comunque ancora molto lontano. Oltre alla sua personale testimonianza egli ha fornito materiale documentario e fotografie a colori sia dei centri nucleari che si stanno costruendo nel Paese, che delle apparecchiature meccaniche di possibile utilizzo nel campo dell'arricchimento dell'uranio.

Il rapporto contente la documentazione diffusa dall'ex ufficiale birmano è stato preparato da Robert Kelley, già Direttore dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA). ''La Birmania starebbe provando a costruire pezzi di un programma nucleare, in particolare un reattore nucleare ed un programma di arricchimento dell' uranio'', ha affermato Kelley. Sai Thein Win ha inoltre sottolineato come vi sia l'assistenza russa e nordcoreana per la corsa della Birmania al nucleare. Se quanto riferito da quest'ultimo fosse vero, Myanmar sarebbe il primo Paese del sud-est asiatico a nutrire ambizioni nucleari.

Una realtà che cambierebbe lo scenario geopolitico della regione sia perchè molti Paesi – dall’Indonesia, alla Filippine e Thailandia – sono stretti alleati di Washington, sia perchè nell'area si innescherebbe una corsa all'atomica molto simile a quella prevedibile in Medio Oriente nel caso in cui l'Iran riuscisse a realizzare il proprio programma di arricchimento dell'uranio attraverso la ricerca del TRR. Sulla vicenda è stato raccolto anche il parere di Tint Swe, membro del Consiglio dei Ministri del “National Coalition Government of the Union of Burma” (NCGUB), costituito da rifugiati del Myanmar dopo le elezioni del 1990 vinte dalla “Lega nazionale per la Democrazia” e mai riconosciuto dalla giunta militare.

Fuggito in India nel 1990, vive dal 21 dicembre 1991 a Nuova Delhi. Egli ha ricordato come “il rapporto di 37 pagine sulle attività nucleari in Birmania potrebbe portare alla luce una realtà sottaciuta da tempo”. Tint Swe ha infatti sottolineato come siano evidenti da almeno dieci anni le ambizioni nucleari birmane, supportate dalla collaborazione di Pyongyang. Il Ministro in esilio ha poi accusato l’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN) e l’Associazione per la cooperazione regionale dell’Asia del sud (SAARC) di lasciare eccessivo campo libero al regime militare di Myanmar, secondo la logica della “non interferenza”. “E’ tempo che il mondo agisca”: questo è stato il messaggio lanciato da Tint Swe.

Dopo la notizia del probabile appoggio di Pyongyang alla corsa nucleare birmana, gli Usa hanno cancellato la programmata visita in Myanmar del senatore Jim Webb, Presidente della sottocommissione del Senato per gli Affari nell'Asia orientale e Pacifico, in attesa di conoscere maggiori dettagli sulla vicenda. Gli Stati Uniti temono infatti per i rapporti sempre più stretti tra Rangoon e Pyongyang: Geoff Morell, portavoce del Pentagono, ha sottolineato come l’Amministrazione statunitense sia preoccupata dai legami militari crescenti tra la Repubblica Popolare Democratica di Corea e la Birmania. Come riportato dal Dipartimento di Stato statunitense, lo scorso mese di maggio esperti dell'ONU coinvolti nel controllo dei test nucleari nordcoreani hanno ammesso che Pyongyang è partecipe in attività nucleari in Iran, Siria e Birmania. “Sorvegliamo questa vicenda da vicino, per assicurarci che le numerose risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ ONU siano applicate”, ha affermato Morell.

La vicenda è di particolare rilevanza perché, oltre ad essere membro dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica dal 1957, la Birmania nel 2002 ha firmato il Trattato di non Proliferazione Nucleare. In virtù di ciò il Direttore Generale della AIEA, Yukiya Amano, ha recentemente sottolineato come l’Agenzia abbia visionato i vari articoli ed il materiale a disposizione. “Se necessario chiederemo informazioni alla Birmania”, ha annunciato Amano.

Della questione nucleare birmana si è interessato pure il SIPRI (Istituto di ricerca internazionale sulla pace di Stoccolma), in occasione della pubblicazione dell’annuale Rapporto su armamenti, disarmo e sicurezza internazionale. L’Istituto ha ricordato come nell’agosto 2009 un quotidiano australiano si sia occupato della vicenda, riportando delle notizie relative ad una collaborazione clandestina tra Pyongyang e Rangoon. Relativamente al numero di arsenali nucleari complessivi il SIPRI stima l’esistenza di 7500 testate operative a disposizione di otto Paesi (Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito, Francia, India, Pakistan e Israele). Almeno 2000 di queste, ha sottolineato l’Istituto, sarebbero in condizione di essere lanciate senza eccesive difficoltà.

Le smentite di Myanmar

La giunta militare birmana ha negato l'esistenza sia di qualsiasi ambizione nucleare per scopi militari, che di qualsiasi cooperazione in materia con la Corea del Nord. La smentita è arrivata a seguito delle preoccupazioni espresse dagli Stati Uniti riguardo ai crescenti rapporti militari tra Rangoon e Pyongyang. Stando a quanto comunicato dal Ministro degli Affari Esteri birmano U Nyan Win, le notizie pubblicate dal network Dvb sono “accuse senza senso motivate politicamente da disertori, fuggiaschi e dissidenti: non sono notizie degne di fiducia perché emerse da individui che vogliono fare un torto al Paese”. Il Ministro ha ribadito che la Birmania è un Paese amante della pace, disinteressato a divenire una potenza nucleare e fedele a quanto sottoscritto sia nel Trattato di non Proliferazione Nucleare che nello statuto originario della IAEA.

Come si evince dal rapporto ufficiale del Ministero degli Affari Esteri birmano, il Paese è perfettamente in linea con le decisioni e le risoluzioni delle Nazioni Unite in materia; a testimonianza di questo il Ministero ha ricordato come Myanmar sia parte integrante del Comitato del Disarmo (CD). Nella nota ministeriale si legge poi come Myanmar abbia sempre contribuito alla pace e alla stabilità della regione, in collaborazione con i Paesi membri dell’ ASEAN. In virtù di questo “Myanmar non si impegnerà in attività che potrebbero pregiudicare la stabilità dell’area”, si evince dal testo. Sulla stessa linea si è espresso recentemente l’ambasciatore birmano a Singapore U Win Mynt, secondo il quale il Paese risulta essere carente in infrastrutture e tecnologie per ambire a divenire una potenza nucleare. Anche nel recente passato la giunta militare aveva smentito le diverse accuse a suo carico. Le dichiarazioni attuali, tuttavia, sembrerebbero cozzare con le rivelazioni di esperti dell' Onu coinvolti nel monitoraggio dei test nucleari nordcoreani, che hanno ammesso come Pyongyang risulti essere coinvolta in attività nucleari in Iran, Siria e Birmania.

Conclusioni

Qualora le testimonianze riportate da Dvb risultassero comprovate dai fatti Myanmar sarebbe il primo Paese del sud-est asiatico a nutrire ambizioni nucleari. Tale realtà modificherebbe lo scenario della regione, perchè nell'area si innescherebbe una corsa all'atomica molto simile a quella prevedibile in Medio Oriente nel caso in cui l'Iran riuscisse a realizzare il proprio programma di arricchimento dell'uranio attraverso la ricerca del TRR.

L'eventuale sostegno di Pyongyang alla corsa nucleare birmana non farebbe altro che acuire i timori degli Usa e della Comunità internazionale: la mancata visita di Jim Webb in Myanmar, le dichiarazioni del portavoce del Pentagono Geoff Morell e del Direttore Generale dell' IAEA Yukiya Amano testimoniano quanta preoccupazione potrebbe essere generata da rapporti sempre più stretti tra Sangoon e Pyongyang.

Le smentite di Myanmar, come si evince dalle dichiarazioni ufficiali del Ministro degli Affari Esteri U Myan Win, sembrerebbero scongiurare sia la possibilità di una corsa birmana al nucleare, che di una sinergia con Pyongyang in merito. Come ha tuttavia ricordato Tint Swe, la situazione in Myanmar non deve essere comunque sottovalutata dalla Comunità Internazionale: ASEAN e SAARC in particolare, ha affermato il Ministro in esilio, dovrebbero cercare di andare oltre la politica della “non ingerenza” al fine di scongiurare l'incubo nucleare birmano. © Equilibri