AMBIENTE: Bastano tre dollari

LONDRA, 31 marzo 2010 (IPS) – Un incontro di alto livello tra leader politici e imprenditori è stato indetto questa settimana a Londra per prendere in esame la possibilità di raccogliere 100 miliardi di dollari per combattere il cambiamento climatico. E un altro meeting a Washington cercherà il modo di reperire, e di finanziare, nuove cucine economiche del costo di tre dollari.

Il secondo incontro è più ambizioso di quanto possa sembrare; punta a raccogliere più di mezzo miliardo di stufe da cucina pulite nel mondo. Ma lavorando su piccola scala e sul concreto, potrebbe anche rivelarsi più efficace rispetto al convegno di Londra. E porterà benefici sulla salute.

Il Premio Ashden per l’energia sostenibile (britannico) si sta dedicando con vigore a diffondere stufe più pulite nel mondo. “Combattere il cambiamento climatico e migliorare la salute delle popolazioni più povere spesso sono considerate priorità competitive”, si legge nel rapporto del Premio Ashden. “E alcune tecnologie si rivolgono a entrambe le cose contemporaneamente”. Per esempio, le cucine economiche.

“Quasi la metà dei nuclei familiari nel mondo, circa tre miliardi, mangiano cibo cucinato su camini e stufe a legna, letame, carbone, paglia e carbonella”, dice il dossier pubblicato a Londra domenica scorsa. “I livelli di inquinamento da fumo e gas come il monossido di carbonio, superano di norma di centinaia di unità quelli tollerati nelle strade o in fabbrica.

“Si stima che circa 1,6 milioni di persone muoiano ogni anno come conseguenza di questo inquinamento, tra cui un milione di bambini al di sotto dei cinque anni, in gran parte vittime di polmonite infantile”.

Reperire mezzo miliardo di stufe per queste famiglie comincerà a risolvere il problema in modo sostanziale. Ma mezzo miliardo sono tantissime, e non è chiaro come riuscire a farle arrivare ai diversi nuclei familiari.

“Questo è il tema centrale dell’incontro della United Nations Foundation/Shell Foundation a Washington; per poi poter delineare strategie più specifiche”, ha detto in un’intervista Anne Wheldon, direttrice tecnica del Premio Ashden.

Le stufe pulite esistono già, e hanno quel prezzo. “Per esempio, in Cambogia ai costruttori di stufe sono state nuove indicazioni per produrre una versione più moderna, che costa solo tre dollari”, osserva Wheldon.

“Stiamo anche cominciando a vedere quale produzione su scala industriale potrebbe costruire stufe da cucina più economiche e facilmente disponibili su scala globale. Una modello di stufa molto basilare prodotto da Shengzhou Stove Manufacturer ha un prezzo di vendita di 3,50 dollari, mentre altri modelli raggiungono i 12 dollari. La Envirofit ha già avviato una produzione su larga scala, con modelli un po’ più cari ma con delle caratteristiche in più”.

L’esempio più fortunato è quello della Cina, dove dal 1983 al 1995 sono state introdotte circa 180 milioni di stufe più moderne, e cucinano per la maggior parte della popolazione, dice il rapporto di Ashden. Recentemente la Cina ha rinnovato gli sforzi per offrire una nuova generazione di stufe ancora più efficienti.

Ma aumentare la produzione adesso è fattibile anche altrove, si legge nel dossier. “Se si produce una stufa funzionante e dunque richiesta, è piuttosto fattibile passare a fabbricarne 100mila, e ci sono già diversi casi che funzionano bene, come ad esempio: un programma governativo in Eritrea; il progetto di una Ong in Bangladesh; il miglioramento di modelli già in commercio in Cambogia. Programmi che potrebbero crescere fino a 1-10 milioni”.

I calcoli di Ashden suggeriscono che un piano globale per produrre mezzo miliardo di stufe più moderne, necessarie per offrire alle popolazioni povere un modo di cucinare più sicuro, potrebbe salvare centinaia di migliaia di giovani vite ogni anno – e contemporaneamente ridurre le emissioni globali di gas serra fino a un miliardo di tonnellate di CO2 all’anno.

“Questi investimenti potrebbero attirare grandi somme attraverso il mercato del carbonio”, dice il rapporto. “Calcoliamo che stufe da cucina migliori possano tenere fuori dall’atmosfera una tonnellata di CO2, per un importo di appena 1-3 dollari – un affare piuttosto buono, per un mercato dove le compensazioni [di carbonio] possono essere vendute per 20-30 dollari a tonnellata”.

Il mercato del carbonio può finanziare in diversi modi stufe più pulite, dice Wheldon, come “sovvenzionare direttamente un programma governativo o di una Ong che fornisca stufe a basso prezzo o anche a costo zero come con il progetto in Eritrea, finanziando direttamente le vendite commerciali, o sostenendo un’organizzazione che coordini produttori indipendenti, e si assuma la responsabilità del controllo della qualità e del monitoraggio, come con il programma in Cambogia”.

Dal 2001, 18 progetti di stufe da cucina in Africa, Asia e America Latina hanno vinto il premio Ashden, e tra questi, la maggior parte è stata investita nell’espansione e lo sviluppo, dice il dossier Ashden. Adesso è il momento di portare la produzione su scala industriale. ©IPS