SALUTE: L’Ue sequestra i farmaci per i poveri

LONDRA, 23 ottobre 2009 (IPS) – L’Unione Europea intercetta grandi spedizioni di medicinali diretti ai paesi poveri, rivela un rapporto pubblicato questa settimana.

Farmaci generici, quasi tutti provenienti dall’India e diretti in America Latina, sono stati intercettati e sequestrati per presunta violazione di diritti di proprietà intellettuale.

Ma secondo un recente rapporto pubblicato da Oxfam e dall’agenzia indipendente Health Action International, le spedizioni sarebbero legittime, in linea con i parametri dell’Organizzazione Mondiale per il Commercio (OMC).

India e Brasile faranno causa all’Olanda davanti all’OMC per aver sequestrato un carico di medicinali anti-HIV proveniente dall’India e diretto in Brasile, Colombia e Nigeria attraverso l’Europa.

“Anche se in fase di transito, il diritto brevettuale dei paesi membri dell’Unione Europea è stato richiamato da un legittimo detentore, dando luogo al sequestro da parte degli uffici doganali olandesi”, ci ha detto al telefono da Bruxelles Sophie Bloemen, di Health Action International.

Stando al rapporto, dall’anno scorso alle dogane di Germania e Olanda sono state sequestrate 19 spedizioni di farmaci generici diretti in paesi in via di sviluppo. Delle ultime 17, 16 provenivano dall’India e una dalla Cina.

Delle 17 spedizioni, 5 erano dirette in Perù, 4 in Colombia, 2 in Ecuador e Messico, una in Portogallo, Spagna, Brasile e Nigeria.

Molti di questi medicinali servono con urgenza, per curare malattie potenzialmente mortali come l’AIDS.

Stando alle informazioni doganali forniteci da Health Action International, tra i farmaci sequestrati si contano 30mila pillole inibitrici dell’AIDS, 100mila compresse di farmaci cardiologici, 500mila pillole per la cura della schizofrenia e 94 mila pillole coadiuvanti nel trattamento della demenza.

Sequestri controversi, che probabilmente non servono neppure allo scopo.

“L’UE ha detto di dover verificare che non si tratti di farmaci contraffatti, pericolosi per la salute pubblica” ci ha spiegato Bloemen. “Ma le contraffazioni riguardano violazioni delle norme sui marchi, non sui brevetti”.

“Sono due cose ben diverse, che non seguono le stesse prassi di controllo. Di fatto, i funzionari doganali non possono condurre verifiche efficaci su violazioni brevettuali, perché questi controlli richiedono test di laboratorio”.

L’Unione Europea antepone gli interessi di grandi aziende farmaceutiche a quelli delle persone prive di accesso ai farmaci essenziali – si legge nel rapporto, che afferma inoltre: “Gli interventi europei inficiano l’obbligo dell’Unione a raggiungere gli Obiettivi di sviluppo del Millennio (MDG) e rispettare gli accordi dell’OMC”.

“Sono sempre più forti le pressioni dell’Ue sui governi dei paesi in via di sviluppo perché rinuncino al diritto di avere farmaci generici a prezzi sostenibili, che consentano di tutelare la salute pubblica; eppure tali diritti sono garantiti da norme che regolano gli scambi commerciali internazionali”, si legge.

L’Unione Europea insiste anche su nuove e rigide norme sulla proprietà intellettuale in accordi commerciali bilaterali che vanno ben oltre l’Accordo sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio esistente in seno all’OMC (TRIPS, nell’acronimo inglese), prosegue il dossier.

“La pressione dell’UE sulle nuove misure, che comporterà un innalzamento dei prezzi dei medicinali nei paesi in via di sviluppo, va di pari passo con il tentativo di ridurre i prezzi dei farmaci nazionali. Su 27 paesi membri dell’UE, 24 si sono mossi per implementare il controllo dei prezzi dei farmaci”, si afferma nel rapporto Oxfam.

Le aziende da cui partono le segnalazioni che portano ai sequestri di farmaci potrebbero poi non avere la fedina pulitissima. “La Commissione Europea sta conducendo un’indagine importante nell’industria farmaceutica sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale nel territorio dell’Unione, e medita azioni legali contro tali aziende”, informa il documento. “L’UE è colpevole di applicare un doppio standard”, dice Elise Ford, capo dell'ufficio Ue di Oxfam. “Una regola per i ricchi e un’altra per i poveri: la stretta sui prezzi dei farmaci in Europa avviene contemporaneamente al tentativo unificato di forzare le norme sulla proprietà intellettuale impedendo ai paesi poveri di acquistare i medicinali a prezzi abbordabili”.

Secondo il rapporto, le politiche europee stanno facendo aumentare il costo dei farmaci. “Ciò colpisce soprattutto i più poveri, nei paesi in via di sviluppo, considerando che il 20-60 per cento dei loro budget per la sanità viene speso in farmaci”.

“Milioni di poveri devono pagare le medicine di tasca propria, quindi anche piccoli aumenti di prezzo possono impedirne l’acquisto”, ha dichiarato Ford. “Le politiche europee sono direttamente responsabili di questo scandalo”.

Secondo il rapporto, le politiche commerciali dell’UE richiedono ai paesi in via di sviluppo di tutelare gli interessi delle aziende farmaceutiche, ben al di là delle priorità della sanità pubblica; le attuali richieste dell’UE sono perfino più pretenziose di quelle dell’ex amministrazione Bush negli USA.

Il rapporto segnala anche altre politiche dell’Unione che si ritiene minino l’accesso ai farmaci nei paesi in via di sviluppo. Tra queste vi sono:

– la promozione di un nuovo ambito internazionale per rafforzare le norme sulla proprietà intellettuale che ritardano l’accesso ai farmaci generici nei paesi in via di sviluppo, anche attraverso il sequestro di farmaci legali;

– l’opposizione al progresso di nuovi modelli di ricerca e sviluppo in seno all’Organizzazione Mondiale della Sanità per rispondere ai bisogni sanitari nei paesi in via di sviluppo;

– investimenti insufficienti per ricerca e sviluppo a favore dei paesi in via di sviluppo nonostante gli aumenti degli ultimi anni.

Mentre aumenta i finanziamenti per migliorare la sanità dei propri cittadini, l’UE nega ai paesi in via di sviluppo i farmaci necessari a garantire la loro salute, evidenzia ancora il rapporto.

“È ora che l’Unione Europea unifichi le proprie politiche. Sia la Commissione Europea (braccio esecutivo dell’UE) che gli stati membri devono promuovere l’accesso alla sanità nelle proprie politiche di sviluppo e l’accesso a farmaci a prezzi sostenibili attraverso le proprie politiche commerciali”, osserva Ford.©IPS