COMMERCIO: Gli EPA individuali ‘non’ minacciano l’integrazione regionale

BRUXELLES, 18 febbraio 2008 (IPS) – I paesi dell’Africa centrale si sono impegnati a concludere un accordo di partnership economica (EPA) con l’Unione Europea entro giugno di quest’anno.

Durante le recenti discussioni a Douala, in Camerun, i rappresentanti dei governi dell’Africa Centrale e i funzionari della Commissione Europea, braccio esecutivo dell’Ue, hanno approvato una “roadmap” per ulteriori consultazioni. L’obiettivo principale è un accordo di liberalizzazione commerciale completa da raggiungere entro i prossimi quattro mesi.

Alcuni osservatori di Bruxelles lo ritengono un programma ambizioso, e sollevano dubbi sulla sua reale fattibilità.

L’anno scorso è stato compiuto qualche progresso nella regione dell’Africa Centrale, uno dei quattro raggruppamenti africani che hanno preso parte alle consultazioni per gli EPA.

Tra gli otto paesi dell’Africa Centrale coinvolti, solo il Camerun ha stipulato un accordo ad interim limitato al commercio di beni, prima della scadenza del 31 dicembre stabilita dalla Commissione.

San Bilal, del Centro europeo per la gestione delle politiche di sviluppo in Olanda, sostiene che tra le conseguenze di questo accordo vi sia un evidente attrito tra il Camerun e gli altri governi del raggruppamento regionale. Il Centro costituisce un’organizzazione indipendente che favorisce le relazioni tra Ue e paesi dell’ACP, ovvero Repubblica dell’Africa Centrale, Ciad, Congo-Brazzaville, Repubblica democratica del Congo (RDC), Guinea equatoriale, Gabon e Sao Tome e Principe.

Secondo Bilal, il Camerun è accusato di “compromettere la solidarietà regionale”.

E se la Commissione ha dichiarato che vorrebbe utilizzare il commercio come mezzo per rafforzare l’integrazione regionale tra i paesi dell’Africa, dei Carabi e del Pacifico (ACP), Bilal sostiene che la mossa in extremis dell’Ue per stringere accordi con singoli paesi anziché con le intere regioni potrebbe avere l’effetto opposto.

”Accordi separati con stati individuali o gruppi di paesi hanno di fatto diviso le regioni dell’ACP, provocando maggiore tensione tra i vicini”; ha aggiunto. “Solo la Commissione Europea sembra avere l’autorità per le rivendicazioni“.

Louis Michel, commissario europeo incaricato delle relazioni con i paesi ACP, respinge questa conclusione. “Sarebbe falso dichiarare che, firmando EPA individuali con singoli paesi, l’Ue abbia distrutto gli sforzi di integrazione regionale”, riferisce Michel. ”L’impegno del blocco ACP e dell’Ue per l’integrazione regionale e la creazione di mercati regionali resta intatto”.

Grazie all’accordo firmato dal Camerun, le banane camerunesi potranno entrare nei mercati dell’Ue senza restrizioni. Dal 2004 al 2006, le esportazioni di banane del paese hanno reso 176 milioni di euro.

Tuttavia, l’accordo prevede anche che il Camerun elimini le tariffe che tassano l’80 per cento delle importazioni dall’Europa. A gennaio, le autorità fiscali camerunesi hanno dichiarato che la circostanza provocherà un “grave calo” nei ricavi doganali.

Con l’aumento del bilancio totale del paese, sarà necessario compensare queste perdite con politiche fiscali nazionali più efficaci, riferiscono le autorità.

A ottobre dello scorso anno, la regione dell’Africa Centrale ha sollecitato la Commissione a estendere la scadenza fissata per gli EPA, ma l’Ue respinse quell’appello, pur proseguendo con le consultazioni sugli EPA previste per quest’anno, nella speranza di definire nei dettagli gli accordi a lungo termine con tutti i paesi dell’Africa Centrale, per un’apertura commerciale su beni e servizi.

Malgrado l’obiettivo sia un accordo di più ampia portata con il Camerun, Peter Mandelson, commissario europeo per il commercio, ha recentemente dichiarato di non voler rinegoziare i termini degli EPA già concordati.

La circostanza sussiste malgrado la stessa Ue abbia descritto la maggior parte degli EPA firmati l’anno scorso come accordi “ad interim” o “passaggi intermedi”. L’accordo con il Camerun sarà formalmente notificato all’Organizzazione mondiale per il commercio nel mese di marzo.

Chris Stevens dell’Overseas Development Institute, think tank indipendente con sede a Londra, dissente da Mandelson. “Se la Commissione interviene per chiedere e ottenere accordi regionali, dovrebbe essere contenta di poter rinegoziare alcune delle soluzioni”, ha detto all’IPS. “Altrimenti, potrebbe non essere ragionevolmente possibile ottenere accordi integrati a livello regionale”.

Marc Maes del gruppo belga contro la povertà 11.11.11 denuncia la contraddittorietà dei messaggi della Commissione.

”Dall’esterno, la Commissione dà l’impressione di non avere fretta e di non imporre alcuna scadenza”, ha detto.

”Ma dall’interno, vuole spingere le regioni a non lasciare le cose come stanno e ad accelerare i negoziati. Sta nuovamente cercando di intervenire sulle regioni. Tuttavia, in Africa regna un’atmosfera di grande rabbia e frustrazione (nei confronti della Commissione), e molta della fiducia è scomparsa”.

Karin Ulmer di Aprodev, un’alleanza di organismi cristiani, ha suggerito che i negoziati con l’Africa Centrale valutino la posizione economica degli altri paesi della regione più svantaggiati rispetto al Camerun. Il Camerun conta un prodotto interno lordo pro capite di mille dollari, il doppio rispetto al Ciad e circa dieci volte rispetto alla RDC.

”Potendo vantare il più imponente volume d’affari con l’Ue (nella regione), il Camerun è un peso massimo”, ha detto Ulmer. “Alcuni non hanno gradito la sua iniziativa solitaria”.