DIRITTI: Il Forum dei popoli prende posizione contro la Birmania

HELSINKI, 8 agosto 2006 (IPS) – Le organizzazioni della società civile hanno espresso profondo disappunto sull’invito rivolto alla giunta militare della Birmania per partecipare all’incontro Asia-Europa “ASEM” (Asia-Europe Meeting) previsto per il prossimo mese nella capitale finlandese.

Il Forum dei popoli Asia-Europa (AEPF), una coalizione di organizzazioni non governative (Ong) europee ed asiatiche, ha dichiarato che questo invito viola il divieto dell’Unione europea (Ue) nei confronti dei funzionari birmani, ai quali è stato proibito di lasciare il paese, visti i precedenti della giunta nelle violazioni dei diritti umani.

“Se i rappresentanti della giunta militare della Birmania verranno invitati, chiederemo che l’ASEM discuta della situazione e faccia pressioni per un cambiamento democratico”, ha dichiarato ai rappresentanti dei media Pietje Vervest, del Transnational Institute con sede in Olanda, e membro del comitato coordinatore dell’AEPF.

“È difficile capire perché la Finlandia, la cui politica estera e per lo sviluppo si basa sul rispetto dei diritti umani, dovrebbe concedere i visti alla giunta militare birmana, violando quegli stessi principi”, ha detto il coordinatore di AEPF Anu Juvonen. “Perché una importante conferenza politica internazionale come l’ASEM non si pronuncia sui diritti umani e la democrazia?”.

La Finlandia, attualmente di turno alla presidenza dell’Ue, ha confermato che il ministro degli esteri della Birmania, Win Aung, insieme ad altri generali, parteciperanno al vertice ASEM (del 10-11 settembre), che si tiene ogni due anni.

Hanna Lehtinen, del segretariato del summit, ha detto che “il vertice costituisce una eccellente opportunità per un dialogo critico e costruttivo con i rappresentanti del governo birmano sul tema dei diritti umani”.

L’ASEM comprende 25 Stati membri dell’Unione europea, la Commissione europea (braccio esecutivo dell’Ue), e 10 Stati membri dell’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN), tra cui Brunei Darussalam, Indonesia, Cambogia, Laos, Malaysia, Birmania, Filippine, Singapore, Tailandia e Vietnam. Saranno inoltre presenti Cina, Giappone e Corea del Sud.

L’AEPF, istituito nel 1996, è un forum di Ong e gruppi della società civile che ha la funzione di rappresentare la società civile nel vertice ufficiale Asia-Europa, oltre a proporre alternative alla sua agenda neoliberista, secondo quanto dichiarato dai suoi componenti.

L’AEPF organizza incontri paralleli alla conferenza ufficiale ASEM. Quest’anno, all’incontro di AEPF saranno presenti oltre 400 partecipanti, tra cui ricercatori, accademici e attivisti di Ong internazionali.

Il forum discuterà dei temi relativi alla pace e alla sicurezza, sicurezza economica e diritti sociali, democrazia e diritti umani. La partecipazione della Birmania porterà in cima all’agenda la questione dei diritti.

La giunta militare, che governa la Birmania dal 1988, sostiene che un governo centrale debole porterebbe al crollo dello stato e alla balcanizzazione del paese, secondo Ko Ko Thett, un attivista birmano esiliato in Finlandia.

I 55 milioni di abitanti della Birmania sono composti da almeno 10 diversi gruppi etnici, ciascuno in lotta per l’autonomia regionale e per il controllo delle proprie risorse naturali, ha spiegato Thett.

“L’attuale governo militare controlla la popolazione con la violenza, ma esiste un modo più democratico di esercitare il potere”, ha commentato Thett all’IPS, e ha aggiunto che tra l’opposizione birmana starebbe prendendo piede l’idea condivisa di un sistema federale, come una soluzione realistica per il paese.

La Birmania, secondo i membri dell’AEPF, sarebbe stata invitata dietro le pressioni della Cina. La Birmania era stata invitata alla conferenza ASEM anche nel 2004, a condizione che il leader dell’opposizione Aung Suu Kyi venisse liberata dagli arresti domiciliari e il paese avviasse un processo di transizione democratica.

L’esercito birmano non ha voluto adempiere a queste condizioni, e l’Ue ha inasprito ulteriormente le sanzioni in vigore da quasi dieci anni, che prevedono il divieto di concedere visti alla leadership militare e agli alti rappresentanti di governo.

L’anno scorso, l’Olanda ha rifiutato di concedere il visto al ministro delle finanze birmano per partecipare ad un incontro. Gli organizzatori del forum AEPF chiedono che la Finlandia riconfermi il divieto di visto ai funzionari birmani.

Tove Selin, della Finnish Asiatic Society di Helsinki, ha dichiarato all’IPS che “parlando con i membri del parlamento e con i funzionari del ministero degli affari esteri, tutti sostengono che i membri asiatici dell’ASEM desiderano accogliere la Birmania”. Ma la vera ragione, ha aggiunto, potrebbe rispondere alle pressioni di interessi finanziari della Finlandia.

La Finlandia ha stretti legami economici e finanziari con la Cina. Il gigante dei telefoni cellulari Nokia ha ingenti investimenti in Cina, oltre a possedere quasi un terzo della quota di mercato dei telefoni cellulari del paese.

Il prossimo meeting ASEM si terrà proprio in Cina, e i membri dell’AEPF si stanno già occupando del prossimo vertice parallelo da organizzare nel colosso asiatico.