SPECIALE WTO: L’Ue prepara la spinta alla privatizzazione

BRUXELLES, 16 dicembre 2005 (IPS) – L’organizzazione di volontariato Christian Aid ha affermato, citando dei documenti trapelati, che, nell’incontro tra i ministri del commercio in corso questa settimana a Hong Kong, l’Unione europea (Ue) farà pressioni sulle nazioni in via di sviluppo per la privatizzazione di servizi come acqua, assistenza sanitaria e servizi bancari.

Christian Aid avrebbe intercettato le copie di cinque documenti top-secret dell’Ue, che esprimono l’intenzione dell’Unione di assicurare che le imprese di servizi europee “ottengano l’accesso ai fragili mercati dei titoli finanziari e pubblici” di alcune delle nazioni più povere.

“I documenti trapelati mostrano senza ombra di dubbio che l’Ue è determinata ad esercitare forti pressioni per la liberalizzazione di servizi basilari come i servizi bancari, quelli postali, le assicurazioni, i servizi ambientali e ogni tipo di transazione”, ha dichiarato il gruppo.

Secondo l’organizzazione, l’Ue starebbe anche chiedendo ai paesi poveri di aprire settori come quelli dei servizi legali, del trasporto merci, dei servizi legati all’architettura, dei servizi di ristorazione e delle agenzie viaggi, e avverte che molti di essi “invadono” settori in cui lo Stato ha da sempre avuto “un ruolo essenziale, sia gratuitamente sia con tariffe ridotte” per i poveri.

“Secondo la maggioranza dei paesi africani, l’intesa proposta ai paesi in via di sviluppo (PVS) ad Hong Kong potrebbe danneggiarli piuttosto che beneficiarli. Se il patto verrà messo sul tavolo dei negoziati, Christian Aid solleciterà i paesi poveri a rifiutare e a non firmare un accordo dannoso”, ha detto il gruppo in una dichiarazione.

“Emerge chiaramente dai documenti che abbiamo visto e da un’inchiesta dei delegati africani dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC/WTO), che l’Ue in particolare si starebbe rivelando un grosso ostacolo al progresso”, si aggiunge.

Christian Aid dichiara che l’Ue non avrebbe operato tagli significativi ai sussidi agricoli, e che perciò è poco probabile che i paesi poveri ottengano qualcosa dai colloqui iniziati martedì.

I ministri del commercio provenienti dai 148 Stati membri della OMC si sono incontrati questa settimana a Hong Kong per cercare un accordo sui negoziati commerciali, rimasti fermi, del Doha Round sullo sviluppo, così chiamati da Doha in Qatar, dove quattro anni fa sono cominciati gli incontri.

I negoziati sono rivolti a liberare l’accesso commerciale in una serie di settori, dall’agricoltura ai servizi e beni confezionati.

Le nazioni sviluppate vogliono che i PVS aprano i loro mercati ai servizi e alle merci industriali, in cambio di qualsiasi concessione per l’agricoltura.

Le tariffe e i sussidi agricoli sono i principali ostacoli ad un nuovo accordo commerciale internazionale. Le tariffe dell’Unione europea sui prodotti agricoli provenienti dai paesi in via di sviluppo alzano il prezzo di quei prodotti. Allo stesso tempo, i sussidi dati agli agricoltori europei abbassano artificialmente il prezzo dei prodotti agricoli europei. Ciò toglie competitività alla maggior parte delle merci agricole dei paesi in via di sviluppo.

Un recente sondaggio di Christian Aid ha mostrato che due terzi delle delegazioni africane per il commercio ritengono che le loro economie ne risentirebbero se dovessero accettare ciò che al momento viene offerto loro, mentre il 90 per cento delle persone intervistate non crede alle affermazioni dell’Ue sul fatto che i colloqui sullo sviluppo sarebbero a favore dei poveri.

L’inchiesta evidenzia anche una rinnovata determinazione dei paesi africani più piccoli a resistere alle pressioni di Ue e Stati Uniti (Usa) per la firma di un accordo che non risponde ai loro interessi.

Più della metà degli intervistati ha affermato di essere pronti a fermare i negoziati se venisse rifiutato ciò che viene offerto. Questo ricorda il vertice della Omc di Cancun del 2003, quando le delegazioni dei paesi poveri si tirarono fuori, facendo fallire i colloqui.

“Aspetteremo fino all’ultimo istante, prima di chiedere ai paesi in via di sviluppo di andarsene dai colloqui della Omc, perché vogliamo lasciare all’Ue la possibilità di fare un offerta che sia buona per lo sviluppo”, ha detto all’IPS Claire Melamed di Christian Aid.

“Ma il momento finale è già arrivato, e l’Ue dovrebbe compiere una svolta decisiva entro poco. Le possibilità che ciò avvenga sono assai scarse”, ha aggiunto.

L’Ue ha subìto un nuovo attacco, quando il commissario Ue Peter Mandelson ha ribadito che il blocco non avrebbe fatto nessuna nuova concessione sull’agricoltura. Ha detto che la sua ultima offerta di un taglio del 46 per cento nelle tariffe agricole era una riduzione “significativa”.

“Sono venuto ad Hong Kong per fare affari con i miei partner e spero che anche altri siano venuti per fare affari con me. Ciò non significa che farò una nuova offerta per l’agricoltura. Non credo che questo sia ciò di cui i negoziati hanno bisogno adesso dall’Europa, anche se eravamo nella posizione di farlo”, ha detto.

“Sta perciò ad altri fare una prima proposta, o migliori proposte, nei settori chiave dei negoziati”, ha aggiunto.

Il rappresentante per il commercio Usa Rob Portman ha messo la responsabilità del successo dell’incontro nelle mani dell’Ue.

“La chiave per lo sviluppo è l’accesso al mercato; la sfida principale è l’accesso all’agricoltura, e noi crediamo che sia necessario fare più progressi in questo campo. Gli Usa hanno fatto una proposta coraggiosa per l’agricoltura a ottobre, che deve ancora essere confermata da altri, tra cui l’Unione europea”, ha concluso.