POLITICA-INDIA: L’informazione ha colto la Banca Mondiale con le mani sull’acqua

NUOVA DELHI, 10 novembre 2005 (IPS) – Le nuove leggi per il diritto all’informazione in India hanno permesso di svelare i primi accordi top-secret che coinvolgono la Banca Mondiale nella privatizzazione dell’acqua e delle fognature della capitale indiana.

Il Parlamento aveva approvato a maggio un decreto per il diritto all’informazione, ma i singoli stati erano già andati avanti nella legislazione, diffondendo gradualmente la cultura di chiedere per essere sempre aggiornati.

Il merito di aver svelato l’accordo sulla fornitura dell’acqua e sui servizi fognari va a “Parivartan” (che significa “cambiamento”), organizzazione di volontari con sede nella capitale, che ha ottenuto e divulgato diversi documenti ufficiali del “Progetto per la fornitura dell’acqua e le fognature di Delhi”, che definisce gli accordi tra il servizio pubblico, Delhi Jal (acqua) Board (DJB), e la Banca.

L’obiettivo dichiarato del progetto è quello di offrire un servizio affidabile 24 ore su 24, ma i documenti acquisiti da Parivartan rivelano che il programma non prevede l’eliminazione delle attuali ingiustizie nella distribuzione del servizio, offrendo invece piena libertà per super-profitti destinati alle poche compagnie dell’acqua.

Arvind Kesarival, fondatore di Parivartan, ha dichiarato all’IPS: “Da una parte, c’è spazio per guadagni esorbitanti di alcune compagnie e dei loro esperti, che manderanno i prezzi alle stelle, e dall’altra esiste una preoccupazione crescente di recuperare le spese. Il risultato certo sarà un aumento vertiginoso delle bollette per i comuni cittadini, mentre verrà tolta l’acqua ai più poveri che non possono permettersi bollette così pesanti”.

La gestione di ciascuna delle 21 zone sarebbe trasferita alle compagnie dell’acqua che raccoglierebbero le quote di gestione, le spese per la consulenza ingegneristica e un bonus.

Solo le spese di gestione, che prevedono 24.400 dollari Usa al mese per ogni tecnico, ammonterebbero a più di 25 milioni di dollari all’anno. Tutte le compagnie dell’acqua potranno decidere il proprio budget operativo annuale, con clausole per una revisione verso l’alto di cui si potrebbe abusare per richieste straordinarie al governo. “Non è previsto un limite superiore delle spese operative“, ha dichiarato Kesarival.

Saranno i consumatori a pagare il conto. Secondo il calcolo di Parivartan, se approveranno il progetto, le bollette dell’acqua di una famiglia tipica potrebbero aumentare fino a più di cinque volte.

Molta enfasi va alla riduzione dell’acqua non contabilizzata. In pratica, significa rendere l’acqua così cara che l’accesso a questo bene per la povera gente sarebbe gravemente compromesso, malgrado le promesse di mantenere i sussidi per i poveri.

Ogni zona verrebbe suddivisa in diverse aree di controllo, o DMA (District Metering Areas), e il rendimento di ciascuna compagnia sarebbe valutato in base alla distribuzione delle DMA anziché sulle singole famiglie. C’è anche la possibilità che l’acqua venga deviata da ciascuna DMA verso utenti ad alto consumo, come gli alberghi, trascurando le famiglie.

Diverse organizzazioni di volontariato, organismi di aiuto agli abitanti, esperti e cittadini si sono riuniti a Delhi per formare la “Campagna per il diritto all’acqua” (RWC, Right to Water Campaign) di opposizione al progetto. Una dichiarazione della RWC riferisce che, se il progetto venisse realizzato, “l’acqua diventerebbe virtualmente inaccessibile ai poveri”.

Madhu Bhaduri, ex ambasciatrice indiana in Portogallo e tra gli organizzatori della RWC, afferma: “C’è stata una grande mobilitazione a Delhi per impedire la realizzazione di questo progetto, che potrebbe privare molta gente povera di un bene fondamentale. Autorevoli esperti di governo condividono le nostre preoccupazioni”.

Ingegneri idrici e tecnici gestionali di prestigiosi istituti, come l’Istituto indiano di tecnologia e l’Istituto indiano di Management, si sono recentemente riuniti a Delhi per esprimere pubblicamente il loro dissenso al progetto. Hanno anche offerto aiuto nella formulazione di un nuovo programma capace di risolvere i problemi dell’acqua nella capitale.

La Banca Mondiale sta prendendo in considerazione un prestito di 150 milioni di dollari per il progetto, distribuito in un periodo di sei anni, a tasso di interesse commerciale. Sebbene si ritenga che il prestito stesse per essere approvato, a causa delle recenti controversie la decisione definitiva è stata rimandata.

Gli ingegneri di DJB si sono però stupiti perché la Banca, dopo aver concesso un prestito di 2,5 milioni di dollari per assegnare un incarico di consulenza, ha insistito affinché venisse scelto il suo candidato Price Waterhouse Coopers, che non era nella lista degli aspiranti.

Nonostante l’obiezione di alti funzionari di DJB, la Banca ha fatto pressioni sulla decisione, anche con modifiche ai criteri di selezione dopo l’apertura della gara.

”Possono essere garantiti comportamento leale e tutela dei cittadini quando i consulenti chiave vengono selezionati in questo modo?” ha obiettato Kesarival, evidenziando che la Banca “non è stata trasparente nel condividere le proprie informazioni sul progetto”.

RWC ha chiesto che il governo di Delhi ritiri immediatamente la sua domanda di prestito alla Banca Mondiale e che attui le riforme nel settore. “Riteniamo che l’acqua sia un diritto naturale di ogni essere vivente sul pianeta, compresi gli uomini, e che non si possa affidarne il controllo alle multinazionali private per il loro profitto, come propone questo progetto”, si legge in una lettera aperta di RWC al capo del governo Sheila Dikshit.

Secondo Bhaduri, “sulla base delle conversazioni con alti funzionari di governo, siamo convinti che questo progetto possa essere fermato. Proposte concrete sono state presentate alla Commissione per la pianificazione e al governo di Delhi. Il governo sta sollecitando l’opinione della Commissione per consultare alcuni enti esperti”.

Bhaduri ha aggiunto che “questo progetto è strutturalmente sbagliato, e delle modifiche affrettate non potranno salvarlo. Una volta che ci saremo liberati di questo piano contro i poveri, potremo lavorare su un programma alternativo a favore della gente, per migliorare la fornitura dell’acqua a Delhi”.

Parivartan e RWC hanno organizzato a Delhi un incontro pubblico sul progetto per il 17 ottobre, invitando Banca Mondiale e DJB che non hanno però inviato i loro rappresentanti.

Erano invece presenti autorevoli cittadini e attivisti come Aruna Roy, fondatrice del MKSS, e la celebre scrittrice e saggista Arundhati Roy, che hanno apprezzato l’impegno di RWC. Durante l’incontro, sono stati resi noti dei rapporti relativi alla cattiva gestione da parte di città di molti paesi in via di sviluppo, dove la fornitura dell’acqua è stata trasferita a compagnie private.

Al pubblico ignaro della capitale indiana, sono stati presentati esempi di Sud Africa, Bolivia, Colombia e altri paesi, dove le tariffe sono salite vertiginosamente e ai poveri è stata tagliata la fornitura.

Hanno citato il caso dell’epidemia di colera scoppiata nell’agosto del 2000 nella provincia di Kwazulu Natal, che ha contagiato 14.000 persone e provocato più di 250 morti, collegandolo alla decisione delle autorità di tagliare l’acqua a chi vive in insediamenti abusivi e non può pagare il canone.

È stato riferito il fenomeno dell’aumento delle partnership pubblico-privato per l’acqua e i servizi fognari da quasi zero a più di 2300 negli ultimi 10-12 anni.

Aruna Roy, tra i leader della campagna per il diritto all’informazione, ha dichiarato: “Tutto questo dimostra la grande efficacia del diritto ad essere informati nell’evitare progetti e politiche sbagliate prima che sia commesso qualunque danno. Ciò è possibile grazie alle leggi per il diritto all’informazione che hanno permesso ai cittadini di accedere a notizie dettagliate, attendibili e autentiche“.