SVILUPPO: Le nuove sfide per gli Obiettivi del Millennio

Firenze, 29 Ottobre 2005 (IPS) – Le “Giornate per la Cooperazione Italiana” si sono aperte nel pieno delle polemiche sui tagli previsti dalla Legge Finanziaria 2006 sui fondi dell’Aiuto pubblico allo sviluppo (APS), con una conferenza internazionale, svoltasi a Firenze, mirata a individuare le strategie migliori, per l’Italia e i suoi partner dell’Unione Europea (UE) e del Giappone, le strategie più adatte al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG, Millennium Development Goals).

La conferenza internazionale “Verso gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio 2005 – 2015”, promossa dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) del Ministero degli Affari Esteri (MAE), Regione Toscana e Comune di Firenze, era parte dell’incontro annuale del Gruppo di Supporto all’Inter Press Service e ha visto la partecipazione dei rappresentanti .

Gli otto MDG, concordati al Vertice del millennio dell’Onu a New York, con una scadenza prevista per il 2015, prevedono tra le altre cose il dimezzamento di fame e povertà, la riduzione della mortalità infantile e materna, la prevenzione delle epidemie, la promozione di un’educazione primaria universale, e l’uguaglianza di genere.

Giunte alla loro seconda edizione, le “Giornate” puntano a promuovere il concetto stesso di aiuti allo sviluppo tra i cittadini “che non sanno neanche di cosa si parla”, ha spiegato il Direttore Generale della Cooperazione Giuseppe Deodato.

I partecipanti sono stati concordi sul fatto che le risorse finanziarie sono essenziali al raggiungimento degli impegni internazionali. Un tema su cui l’Italia è attualmente in difficoltà, essendo in coda i paesi donatori con appena lo 0,15 per cento del prodotto interno lordo (PIL) destinato all’APS, contro la media della UE allo 0,34 per cento.

Sbilanciamoci, rete di associazioni e organizzazioni non governative (ONG), che pubblica ogni anno un progetto alternativo di Finanziaria, denuncia in un rapporto sulla situazione della cooperazione italiana allo sviluppo, il taglio di 150 milioni di euro dai fondi a dono per la cooperazione già assegnati per il 2005, e di un’ulteriore riduzione di 100 milioni sulle previsioni per il 2006. “Ma si continua a destinare un miliardo di euro per mantenere le truppe in Iraq”, dichiara il portavoce Giulio Marcon.

Il rapporto di Sbilanciamoci parla anche della necessità di un’agenzia centrale che coordini politiche e gestione dei fondi.

Alfredo Mantica, sottosegretario agli esteri, ha dichiarato durante i lavori, che dal 2001 l’Italia ha già cancellato 2,7 miliardi di euro (3,2 miliardi di euro) di debiti a paesi in via di sviluppo (PVS), e che, nonostante la grave crisi finanziaria, per la fine del 2005 l’APS raggiungerà il 2,6 per cento grazie alla cancellazione di 2,9 miliardi di dollari all’Iraq.

Gli ha risposto Sergio Marelli, presidente dell’Associazione delle Ong italiane, ricordando che la legge per la remissione del debito prevede l’annullamento di ben 6 miliardi di euro entro il 2006. Marelli ha quindi chiesto che i paesi che non rispettano gli impegni presi a livello dell’UE siano sottoposti a procedimento di verifica. “La crisi economica riguarda tutta l’Europa, ma gli altri paesi stanno mantenendo i loro impegni”, ha detto alla conferenza.

Anche Raffaele Salinari, portavoce del Coordinamento italiano delle Ong internazionali, ha dichiarato che gli MDG sono irrealizzabili in un mondo militarizzato, chiedendo che il prossimo vertice dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) si rivolga al bisogno di stabilità, pace e sviluppo economico per il sud come per il nord del mondo.

Per quanto sia necessario un consistente aumento nei finanziamenti agli APS, molti interventi hanno sostenuto che questo non basta, sottolineando l’importanza del partenariato e della comunicazione.

Secondo Tony Trew, vice direttore esecutivo per lo sviluppo del Sud Africa, bisogna affrontare soprattutto due sfide: quella delle infrastrutture per le telecomunicazioni, e il sostegno ai media indipendenti locali che generano contenuti propri dei paesi in via di sviluppo, contro un’informazione proveniente dall’emisfero nord che continua a dare un’immagine solo negativa dell’Africa, legata a emergenze e disastri.

Anche Christian Sundgren, vice direttore del dipartimento per la cooperazione finlandese, e presidente dell’IPS support group, ha detto nel suo intervento che la comunicazione è centrale per lo sviluppo. “Senza una componente di comunicazione, nessun progetto può prendere il via”, ha detto. Per questo, la Finlandia collabora con il sistema dell’istruzione per coinvolgere in particolare i più giovani.

Dalla discussione generale è emerso un ruolo della comunicazione in quanto elemento di trasparenza sull’attuazione dei programmi avviati e di avvio di partecipazione e partenariato.

“Per introdurre sistemi di monitoraggio sui progetti finanziati, è necessario coinvolgere sia le istituzioni nazionali che la società civile dei paesi in via di sviluppo”, ha spiegato Jean-Michel Debrat dell’Agenzia per lo sviluppo francese. “Per questo è centrale il rapporto con I governi locali, che garantisce un alto livello di trasparenza e un contatto diretto con le comunità locali che ricevono gli aiuti”.

Incentivi al partenariato con il settore privato e la società civile, come via verso gli Obiettivi, sono presenti anche nelle politiche del Giappone, come ha spiegato Nozumo Takaoka, dell’Ambasciata giapponese in Italia.

Da un’altra prospettiva, Carlos Tiburcio, consigliere particolare del presidente brasiliano Luiz Inácio Lula Da Silva, ha raccontato l’esperienza della lotta contro la povertà nel paese latinoamericano, rafforzato dal coinvolgimento dei privati e della società civile. Tiburio ha però lanciato a sua volta una sfida ai paesi donatori: il futuro dello sviluppo, ha detto, è strettamente legato alla presa di coscienza degli stessi paesi in via di sviluppo e alla cooperazione tra i diversi sud del mondo.