Le donne contro gli attacchi online

MANILA, 4 gennaio 2011 (IPS) – Milioni di persone usano Facebook per restare in contatto con gli amici, inserire online foto di feste e rimpatriate, condividere link di articoli e video interessanti. Ma per Maria (nome fittizio), 24 anni, il popolare sito di social network è diventato un motivo di pubblico disonore, quando un ex fidanzato ha inserito alcuni video e foto di lei nuda, su un account creato a suo nome.

Come se non bastasse, per umiliarla il ragazzo ha anche inviato via e-mail la copia di un video ai genitori musulmani della giovane.

In un altro episodio, le immagini delle violenze contro una studentessa di infermieristica di 17 anni, vittima di uno stupro di gruppo da parte di quattro suoi compagni, sono state riprese dalla fotocamera di un telefono cellulare e diffuse nel cyberspazio.

Mentre da una parte le moderne innovazioni tecnologiche hanno reso più facile la vita di milioni di donne in tutto il mondo, dall’altra hanno portato a un aumento dei casi di “violenza elettronica contro le donne” o “e-VAW” (electronic violence against women), secondo i commenti emersi in un recente forum organizzato da alcuni gruppi per la difesa dei diritti delle donne.

“La violenza contro le donne sta cambiando a causa della tecnologia”, spiega Cheekay Cinco, della Association for Progressive Communications (APC). “Internet ha aperto nuove strade di possibile violenza nella vita privata delle persone”.

Secondo Cinco, chiunque abbia un blog o un account su Facebook o Twitter è una vittima potenziale.

“Le persone con cattive intenzioni che vogliono perseguitare o molestare qualcuno hanno tantissime informazioni a disposizione online. Possono avere libero accesso ai dati dei tuoi amici, al tuo indirizzo e-mail o al numero del tuo telefono cellulare semplicemente diventando ‘amici’ su Facebook”, osserva.

I due casi descritti hanno fatto notizia dopo un grosso scandalo scoppiato tra l’attrice filippina Katrina Halili e il medico chirurgo Hayden Kho. L’attrice sosteneva che il video di un loro momento di intimità fosse stato pubblicato online senza il suo consenso. Il video, che nel 2008 è stato diffuso a livello capillare, veniva venduto su DVD pirata ed è stato tra i più scaricati sul web.

A dicembre, dopo mesi di udienze e di indagini, un tribunale locale ha chiuso il caso perché l’accusa non aveva presentato prove sufficienti per dimostrare che fosse stato effettivamente Kho a caricare il video online.

I casi di “molestie cibernetiche”, di pornografia online, di registrazioni non autorizzate, e riproduzione e distribuzione di immagini e di video, sono sempre più dilaganti nel paese, anche grazie alla popolarità dei cellulari con fotocamera e dei siti di social networking.

“Ciò che è allarmante è che ci sono sempre più donne che vengono ricattate con le foto intime”, dice Cinco. “Scattano le foto fiduciose che l’altro ne farà solo un uso privato, e invece vengono usate per costringere le giovani a stringere relazioni che non vorrebbero avere”.

Nelle Filippine la popolazione di utenti di Facebook è la sesta maggiore nel mondo – con oltre 19 milioni di account nel dicembre 2010. Il paese registra il maggior numero di persone che fanno uso dei social media dell’intera regione dell’Asia-Pacifico, secondo l’impresa di ricerche di mercato ComScore.com. La diffusione di telefoni cellulari tra la popolazione delle Filippine (di 92 milioni di persone) è altissima: circa l’80 percento possiede un cellulare, riferisce la Commissione nazionale per le telecomunicazioni.

“Dalla nascita dell’ufficio per le indagini sul crimine cibernetico, nel 2003, ad oggi, i casi sono aumentati in maniera esponenziale”, afferma l’ispettore capo Efren Fernandez, dell’Unità contro i crimini cibernetici della Sezione indagini e lotta alla criminalità della polizia nazionale delle Filippine. Nonostante molti casi non vengano riportati, Fernandez spiega che sempre più persone si presentano per sporgere denuncia. “La consapevolezza della gente è in aumento. Adesso sanno quando sono vittime di un crimine cibernetico”, ha detto all’IPS al margine del forum.

Secondo un rapporto dell’impresa di software per la sicurezza informatica Symantec, ben l’87 percento di utenti Internet nelle Filippine è vittima ogni anno di attività criminali sul web e di attacchi di malintenzionati, incluso molestie online da parte di maniaci sessuali.

Ma per alcuni gruppi, come la Fondazione per i media alternativi (FMA), uno degli organizzatori del forum, la tecnologia può essere un’arma a doppio taglio. L’organizzazione non-profit ha infatti promosso una campagna globale per il controllo della tecnologia da parte delle donne.

Attraverso il programma Feminist Technology Exchange (FTX), offrono alle donne un luogo per conoscere meglio le nuove tecnologie, il loro potenziale e l’impatto che hanno sulla loro vita e i loro diritti.

“Chi ha un maggiore controllo sulla tecnologia – controllo nel senso che la conosce, sa come funziona, riesce a gestirla a livello tecnico – ha più potere su chi si limita ad usarla”, dice Cinco, una dei responsabili della formazione nell’ambito del programma FTX.

La prima sessione dell’FTX si occupa di insegnare alle donne che lavorano sui temi dei diritti delle donne e dell’infanzia come rendere sicure le comunicazioni online, quando i responsabili di illeciti usano il web per individuare i movimenti delle donne e raccogliere informazioni su di loro.

“La tecnologia può vittimizzarti ma può anche essere la soluzione alla tua vittimizzazione. Se sai come usarla, le possibilità di restarne vittima si riducono”, dice Cinco.

L’FTX fa parte della campagna Take Back the Tech, attiva in 12 paesi del mondo grazie alla Association of Progressive Communications Women’s Networking Support Program (APC WNSP), che chiede a donne e ragazze di assumere il controllo della tecnologia per porre fine alla violenza contro le donne. @ IPS