INDIA: Nuovi cellulari danno voce ai villaggi indiani

BANGALORE, India, 6 maggio 2010 (IPS) – La remota giungla del Chhattisgarh, nell’India centrale, e i nodi urbani di Bangalore, tecnologicamente all’avanguardia, sono finalmente in contatto tra loro grazie a un nuovo sistema di comunicazione, primo al mondo nel suo genere, che funziona con i telefoni cellulari: il CGnet Swara.

Due donne di un villaggio indiano imparano a utilizzare il nuovo sistema di comunicazione via cellulare CG Net Swara. S.Choudhary/IPS

Due donne di un villaggio indiano imparano a utilizzare il nuovo sistema di comunicazione via cellulare CG Net Swara.
S.Choudhary/IPS

CGnet Swara (Chhattisgarh Net Voice) è stato ideato dal giornalista freelance, ex collaboratore della BBC, Shubhranshu Choudhary e da Bill Thies, laureato al MIT di Boston (Massachusetts Insitute of Technology) e che attualmente lavora per la Microsoft a Bangalore. Fondamentalmente consiste in un sistema di multicanalità integrata da un sito web, internet e radio. Il sistema è stato finanziato dal MIT, dalla Microsoft e dal Knight International Journalism, un programma dall’International Center for Journalists del quale Choudhary fa parte.

Tutti possono chiamare l’apposito numero di Bangalore (080 6693 2500) e ascoltare in linea le notizie, registrare la propria testimonianza o lasciare un commento.

Dopo essere stata registrata, la notizia appare sul sito sotto forma di link. Il moderatore del sito apre il link, ne controlla il contenuto, lo verifica, lo approva e lo pubblica.

Choudhary, che è il moderatore, controlla il contenuto e la forma di ogni messaggio, e solo successivamente lo pubblica.

Thies spiega che “si tratta di un sistema audio con il quale è possibile registrare il proprio racconto o commento; è questa la differenza con CGnet Swara”.

Choudhary, cresciuto in Chhattisgarh e che oggi vive a Delhi, afferma che l’idea di creare questo sistema è partita da CGnet, un sito di citizen journalism che egli stesso aveva fondato per offrire uno spazio alle comunità tribali, che sono gli abitanti originari e più antichi dell’India e vivono prevalentemente nella regione del Chhattisgarh. Sono circa 1.500 gli utenti che partecipano al forum di CGnet.

Il Chhattisgarh è caratterizzato da una storia piuttosto controversa, legata al movimento dei ribelli chiamati ‘Naxaliti’ o, con il termine più recente, ‘Maoisti’.

Il movimento dei Naxaliti, particolarmente diffuso nelle aree della foresta del Chhattisgarth, è composto da ribelli armati e violenti ed è nato in seguito a una lunga storia di disuguaglianza sociale ed economica, di alienazione e di allontanamento delle tribù indigene dalle loro terre d’origine.

Da parte loro, le autorità governative hanno risposto appoggiando e promuovendo un movimento ancora più violento chiamato Salwa Judum, letteralmente Missione di Pace, composto da semplici civili che dal 2005 tentano di sconfiggere i Naxaliti.

Alcuni gruppi che difendono i diritti delle tribù locali affermano che, nel periodo 2005-2006, sono stati svuotati con la forza almeno 700 villaggi e 350mila persone da due distretti.

L’ultima controversa operazione governativa chiamata Operation Greenhunt, si è servita di un gran numero di forze paramilitari statali per reprimere il movimento.

Il totale abbandono di cui sono vittime le tribù indigene è dimostrato anche dal fatto che nessun notiziario radio viene trasmesso in Gondi, la loro lingua locale, nonostante sia parlata ormai da più di quattro milioni di persone.

A dispetto del loro isolamento dal resto del paese, gli indigeni hanno imparato a usare il sistema CGnet Swara senza difficoltà.

Con il loro innato talento nel parlare in pubblico e nel presentare un argomento, gli abitanti di quell’area contribuiscono con narrazioni e resoconti incredibilmente chiari a diffondere le notizie che riguardano la loro regione, osserva Choudhary.

Un esempio del funzionamento di questo “telefono mediatico”: nei meandri della giungla del Chhattisgarh, la polizia ha arrestato Prakash Korram, un attivista indigeno nativo di quei luoghi e membro dell’organizzazione non governativa Ekta Parishad. Secondo l’Ong, si è trattato di un arresto arbitrario. Il coordinatore della Ong, Agnoo Sahoo, ha telefonato al numero di Bangalore collegato al sistema CGnet Swara spiegando l’accaduto; la polizia ha negato ogni responsabilità e Sahoo ha ripetuto nuovamente il suo resoconto.

Dopo la pubblicazione della testimonianza di Sahoo sul sito di CGnet, la polizia ha ricevuto tantissime telefonate non solo dall’India, ma anche da altre parti del mondo per protestare contro l’arresto.

Di fronte alle pressioni pubbliche, la polizia ha rilasciato Prakash Korram su cauzione.

“È diventata la ‘tecnologia giusta’ per questa regione”, afferma Choudhary, e spiega perché, invece delle costose telefonate verso cellulari non locali (del costo di 10-20 rupie indiane, ossia 22-44 centesimi di dollaro), le telefonate al numero di Bangalore siano aumentate in maniera esponenziale negli ultimi due mesi.

Insieme a Choudhary ci sono anche nove volontari che insegnano agli abitanti delle tribù locali a migliorare la modulazione della voce oltre che la loro capacità narrativa.

La speranza di Choudhary è che CGnet crei “una comunità di comunicazione sia all’interno della popolazione tribale che tra questa e il mondo esterno”.

Mamta Kajur, del gruppo per l’autonomia delle donne tribali Adivasi Mahila Mahasangh, con sede a Jashpur nel nord del Chhattisgarh, afferma che CGnet è stato di grandissimo aiuto sia per il suo villaggio che per quelli circostanti.

Dopo essere stata istruita dai volontari del CGnet Swara nel febbraio del 2010, Matma Kajur ha utilizzato il sistema per organizzare nel villaggio di Kunkuri, a Jashpur, un comizio incentrato sulle problematiche del territorio che ha registrato ben 5mila presenze.

I principali mezzi di informazione locali, uniformati al clima di terrore e repressione che regna in questa regione, o ignorano semplicemente le condizioni delle popolazioni tribali oppure seguono la linea governativa, secondo Choundhary e Kajur. “C’è un forte interesse da parte della popolazione”, racconta Mamta Kajur. “Qui non sapevano cosa accadeva nemmeno a 50 chilometri di distanza. Ora hanno accesso a tutte le notizie nazionali”. Thies e Choudhary oggi lavorano al graduale perfezionamento del sistema perché possa raggiungere quante più persone possibili e sia integrato in una rete nazionale di telefonia mobile.

La sua durata però deve confrontarsi con la situazione politica dell’area a cui si rivolge: una zona in cui i funzionari amministrativi e la polizia hanno la facoltà di interrompere qualsiasi operazione che venga percepita come un “aiuto” al movimento dei Naxaliti.

“Se penso al futuro, prevedo diversi problemi”, afferma Choudhary. “Tutto dipende dal governo”, dice Thies.

Ma entrambi hanno precisato, nelle interviste rilasciate separatamente all’IPS, che non finirà qui. © IPS