Intervista: Perché i giovani eco-imprenditori sono il futuro dello sviluppo sostenibile

Intervista: Perché i giovani eco-imprenditori sono il futuro dello sviluppo sostenibile

Il corrispondente dell’IPS Busani Bafana ha intervistato Juhern Kim, direttore del programma Greenpreneurs dell’Istituto per la crescita verde globale (Global Green Growth Institute o GGGI).

 

BULAWAYO, Zimbabwe, sett 2018 (IPS) – I giovani – un segmento di popolazione in crescita nei paesi in via di sviluppo – sono intrepidi innovatori e imprenditori che possono contribuire a risolvere le pressanti sfide attuali del clima e dello sviluppo.

Fiduciosa nelle potenzialità dei giovani, la Global Green Growth Initiative (Iniziativa per la crescita verde globale, GGGI), con sede a Seul, in collaborazione con Student Energy e Youth Climate Lab, ha sviluppato una nuova piattaforma per giovani imprenditori orientati ad uno sviluppo imprenditoriale economicamente sostenibile e socialmente inclusivo.

Il programma Greenpreneurs (imprenditori verdi) è pensato per offrire ai giovani imprenditori l’opportunità di trasformare idee innovative in ‘imprese verdi’ in materia di energia sostenibile, acqua e servizi igienico-sanitari, paesaggi sostenibili e città verdi.

Il direttore di GGGI a capo del programma Greenpreneurs, Juhern Kim, spiega che dopo aver lavorato con i paesi in via di sviluppo negli ultimi sei anni come organizzazione intergovernativa, l’istituto ha compreso la necessità di lavorare con i giovani di quei paesi come un nuovo motore di crescita ecologica. Molti giovani hanno idee innovative sulla crescita verde ma non hanno un ecosistema adeguato per trasformarle in opportunità imprenditoriali e creare nuovi posti di lavoro.

“Sulla base della mia esperienza, ho appreso in prima persona i limiti di un approccio allo sviluppo basato sugli aiuti e ho individuato la necessità di collaborare con le imprese come fornitore di soluzioni ai problemi dello sviluppo tradizionali che vogliamo affrontare attraverso un intervento di crescita verde“, ha detto Kim all’IPS.

“Il nostro ruolo – dedicato esclusivamente a promuovere la crescita verde – sarebbe quello di facilitatori o creatori di piattaforme per soddisfare le esigenze dei paesi in via di sviluppo, collaborando con le diverse parti interessate, compresi gli investitori”.

Seguono alcuni stralci dell’intervista:

Inter Press Service (IPS): Qual è l’asse conduttore del programma Greenpreneurs?

Juhern Kim (JK): Promuovere giovani imprenditori che sviluppano imprese ecologiche e contribuiscono alla crescita verde. I giovani imprenditori nei paesi in via di sviluppo non hanno accesso ad una formazione tecnica, rete, tutoraggio, (strategia per accedere al) capitale di investimento adeguati. Hanno bisogno di formazione per trasformare le loro idee in solidi piani aziendali.

Ma formare i giovani imprenditori non è un compito facile, poiché la domanda varia a seconda delle diverse fasi di sviluppo dell’impresa, per es. fase iniziale di ideazione-prototipazione-test-commercializzazione. Non esiste un’unica strategia valida per tutti per aiutare gli imprenditori, in particolare coloro che sono impegnati nella crescita verde. E qui non stiamo parlando della Silicon Valley, con abbondanza di capitali, infrastrutture intellettuali e fisiche ed ecosistema avanzato. Questo tipo di piattaforme non sono sempre presenti in tutti i paesi del mondo in via di sviluppo. Per i giovani imprenditori nel mondo in via di sviluppo, [dobbiamo] livellare il campo di gioco.

IPS: Perché scegliere i giovani per l’eco-imprenditoria?

JK: Ho lavorato in Cambogia dal 2011 al 2013 e mi sono reso conto che i giovani delle aree rurali stavano abbandonando i paesi in cerca di nuovi posti di lavoro. E allora mi sono chiesto, se le zone rurali stavano perdendo i loro giovani, chi si sarebbe preso cura del futuro dei villaggi da un punto di vista economico, sociale e ambientale.

L’idea alla base della promozione di Greenpreneurs era quella di sviluppare sostanzialmente imprese verdi nate e gestite a livello locale. I progetti ideati dalla popolazione locale sono autentici e, in definitiva, sostenibili se l’azienda è di proprietà di gente del posto, perché loro sanno di cosa hanno bisogno, dal punto di vista culturale e pratico. Abbiamo pensato che, se funzionasse, avrebbe offerto posti di lavoro di lavoro ‘verdi’ per i giovani.

IPS: I lavori ‘verdi’ possono aiutare a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG)?

JK: Sì. A seconda della situazione del paese e del nostro intervento, ci concentriamo principalmente sugli obiettivi 6, 7, 11, 13, 15 e 17 su cambiamenti climatici, energia, acqua e servizi igienico-sanitari, terra, agricoltura, foreste e città verdi. Vogliamo far crescere il settore dell’economia verde e questo può essere associato alla finanza verde, all’educazione e a sostenere gli obiettivi sociali … l’idea è di sostenere e stimolare l’innovazione in termini di crescita verde e fornire un sostegno. Riteniamo che, alla fine, gli investimenti nella fase iniziale creeranno posti di lavoro e, in caso di successo, garantiranno l’assunzione di personale locale e l’ampliamento di questo tipo di attività.

IPS: Ci può parlare della competizione di business plan dietro l’iniziativa?

JK: Quest’anno, attraverso il nostro programma pilota, abbiamo ricevuto 349 domande a livello globale da giovani startup. Tra questi candidati, abbiamo selezionato 10 finalisti che hanno lavorato con noi dall’inizio di agosto attraverso moduli web di 10 settimane. I moduli online ci sono sembrati ideali rispetto ad un incubatore ‘fisico’, dal momento che abbiamo puntato su giovani imprenditori che hanno sufficiente supporto sul territorio.

Abbiamo iniziato un webinar con un messaggio del direttore generale di GGGI Frank Rijsberman rivolto ai giovani imprenditori, fornendo moduli su contenuti che vertono sulla segmentazione della clientela e sulle tecniche di problem-solving per la realizzazione di modelli di valutazione dell’impatto finanziario. Adesso siamo alla settima settimana e fino alla decima settimana li aiuteremo a organizzare le loro idee e a personalizzarle per la presentazione finale dell’attività.

Alla fine, dovranno presentare un video di cinque minuti in cui quantificheranno la redditività sociale e ambientale e mostreranno la solidità del modello finanziario per valutare la proposta. Selezioneremo quindi tre finalisti che verranno a Seoul alla fine di ottobre per ricevere il premio, durante un evento a margine del Consiglio di GGGI.

IPS: La crescita verde è un concetto piuttosto fantasioso, in particolare nel contesto africano e per la vostra esperienza riscontrate interesse per questo modello di sviluppo a basse emissioni di carbonio, dato che i paesi in via di sviluppo sostengono tecnicamente di inquinare meno dei paesi sviluppati ma di dover pagare lo scotto del cambiamento climatico?

JK: Oserei dire che si tratta di un vecchio argomento. Questo tipo di scontro radicale è finito, adesso la situazione è diversa. I fatti sono sotto gli occhi di tutti. In parole povere, nel 2016 l’energia solare è diventata più economica in termini di energia pulita: non vi è alcun motivo per non perseguire un’impresa rinnovabile economicamente vantaggiosa e socialmente sana. Non si tratta solo di limitare lo sviluppo per il bene dell’ambiente, ma piuttosto di pensare ai modi di usare con saggezza il capitale naturale nell’economia in crescita.

Guardiamo ad esempio alla bioeconomia, che potrebbe essere considerata un sottoinsieme della crescita verde basata sulle risorse biologiche. L’agricoltura e la produzione alimentare fanno parte della bioeconomia come uno dei punti di accesso più facili per lo sviluppo di opportunità di bioeconomia innovative; l’agricoltura è il principale motore del cambiamento ambientale globale ed è la più colpita da questi cambiamenti. Pertanto, il passaggio a un’agricoltura e a un sistema alimentare sostenibili è un imperativo.

IPS: E adesso quale sarà la prossima mossa?

JK: Abbiamo cercato di rendere questo programma il più flessibile possibile, concentrandoci sugli impatti reali sul territorio che favoriscono imprenditori promettenti. Non vogliamo reinventare la ruota, poiché ci sono molti attori nell’imprenditoria, come incubatori e acceleratori.

Collaboreremo con loro, sfruttando il vantaggio comparativo di lavorare direttamente con i nostri governi partner. Dopo la competizione di quest’anno – dotata del capitale di avviamento per imprenditori, auspicabilmente dai nostri nuovi partner del settore privato – speriamo di realizzare un programma nazionale e globale che offra maggiori opportunità ai giovani dei paesi in via di sviluppo che si dedicano alla crescita verde con l’obiettivo di una effettiva creazione di posti di lavoro.

(Traduzione e editing a cura di Francesca Buffo)