COOPERAZIONE-CUBA: Quando l’arte colora le strade

L’AVANA, 5 dicembre 2011 (IPS) – Meglio non provare nemmeno a cercare Cantarrana sulla mappa. “Nessuno ci conosceva, non esistevamo” finché non sono comparsi i murales, spiega un'abitante di questo quartiere a ovest della capitale cubana, che deve il suo nome al gracidio delle rane che un tempo invadevano le sue strade, nei periodi di piena dei fiumi vicini.

“Penso che il mio murales sia il migliore”, afferma Caridad Acosta
Patricia Grogg/IPS

Grazie all’arte plasmata in una delle sue strade, parte del quartiere ha cominciato a uscire dall’anonimato ma, soprattutto, stanno cambiando i suoi stessi abitanti. “Ora le persone si sentono importanti e sono orgogliose di vivere qui”, ha dichiarato a IPS l’ingegnere meccanico Aleida González, 47 anni, nata al civico 4405 della strada 63.

La sua casa è una delle poche del quartiere prive di murales sulla facciata. “Preferisco tenere le piante sulla terrazza, però devo ammettere che questa idea che gli artisti dipingano le loro opere sulle nostre case ha migliorato l’aspetto della strada, gli abitanti hanno più cura dei muri, c’è più rispetto tra la gente”, afferma.

I pittori fanno parte di un’iniziativa sostenuta dal Comitato Internazionale per lo sviluppo dei popoli (CISP), un’organizzazione non governativa europea che ha sede in Italia e opera da 20 anni a Cuba.

“Il progetto è stato avviato due anni e mezzo fa e si sta rivelando efficace”, ha detto Eduardo Lima, eletto portavoce dai residenti della zona.

“Credo che i vantaggi dal punto di vista sociale siano tanti, perché è migliorato il carattere della gente, che è felice di vedere abbellito il proprio quartiere”, ha osservato.

“I rapporti all’interno della comunità sono migliorati, sono tutti più socievoli e disposti a collaborare”, assicura Lima, che ha lasciato da poco, dopo più di 12 anni, la carica di Assessore Delegato del Poder Popular.

Lima spera che l’idea possa essere estesa ad altri isolati di Cantarrana, quartiere che confina con Puentes Grandes, anche quest’ultimo appartenente al comune di Playa. “Per ora ci limitiamo a questa strada, abitata da circa 300 persone, dobbiamo prendercene cura e far sì che rimanga un modello”, spiega.

Il progetto ha suscitato un tale entusiasmo che alcuni cittadini sono diventati loro stessi pittori, sotto la guida di professionisti. “La comunità si sentiva emarginata, isolata, ma ora le cose sono migliorate perché c’è qualcuno che pensa a loro”, riferisce Miguel Ángel González Pi, uno degli artisti che si occupa anche dell’insegnamento.

“È stata un’esperienza incredibile. È la prima volta che dipingo all’aperto, su una parete. Inoltre, c’è molta fiducia e affetto da parte degli abitanti, sempre pronti a sostenerci e a partecipare”, racconta Isabel María Llamas, autodidatta che da 10 anni lavora nelle arti plastiche.

Secondo Paola Larghi, responsabile di CISP a Cuba, la particolarità di questa iniziativa è che non è nata spontaneamente all’interno della comunità, ma “ha ricevuto un impulso” dagli artisti. “Però le persone hanno cominciato a coinvolgersi e a partecipare sempre di più all’abbellimento della loro casa, contribuendo persino con i materiali, che qua non sono facilmente reperibili”, commenta.

Secondo l’esperta, un ulteriore risultato positivo del progetto è che i cittadini ora apprezzano maggiormente le arti plastiche e prestano più attenzione all’ambiente. “Ha prodotto un miglioramento igienico-sanitario e ambientale nella comunità”, spiega Larghi, che definisce l’idea come una “piccola scintilla” che “ne ha accese tante altre” ancora più grandi.

Tra le nuove iniziative di CISP spicca “Spazio aperto”, un progetto che punta al cambiamento attraverso l’arte nei quartieri più svantaggiati del comune Playa, e al quale si sono aggregati istituzioni culturali locali e gruppi di giovani interessati a lavorare per la propria comunità.

“La nostra esperienza a Cuba ci ha portato a progettare uno sviluppo socio-culturale utilizzando l’arte come mezzo per il cambiamento”, ha dichiarato Larghi in un forum sul tema tenutosi a fine novembre in occasione della XIV settimana della cultura italiana.

Architetti cubani come Mario Coyula sostengono la partecipazione cittadina attiva nel risanamento dell’ambiente urbano, che da 50 anni subisce un degrado continuo. In un recente articolo sulla città dell’Avana, l’architetto ritiene sia necessario sfruttare il potenziale delle aree pubbliche “per riscoprire il senso del luogo”.

Nell’intervista rilasciata a IPS, l’ambasciatore italiano a Cuba Marco Baccin dichiara che la collaborazione tra Italia e Cuba prevede il sostegno a progetti di restaurazione del centro storico dell’Avana Vecchia, così come iniziative di carattere sociale nel campo dell’energia rinnovabile.

Il diplomatico ha definito ottimo il rapporto cubani-italiani in tutti i sensi, e questo ha permesso il buon esito della settimana della cultura, e ha aggiunto che nel campo politico c’è una relazione piuttosto attiva di dialogo su temi bilaterali e internazionali di interesse comune.

“L’Italia, all’interno dell’Unione Europea, ha una posizione molto favorevole a creare nuove prospettive di relazioni con Cuba”, ha concluso Baccin. © IPS