Fabbrica di idee verdi per il Messico

CITTÀ DEL MESSICO, 20 ottobre 2011 (IPS) – L’innovazione ambientale sta prendendo piede nel campo accademico, privato e statale del Messico, con l’istituzione di centri di ricerca e sviluppo per le buone pratiche locali e incubatori di impresa per favorire lo sviluppo di iniziative produttive. Nuove iniziative puntano a risvegliare l’interesse per attività legate all’ambiente nelle comunità e nelle grandi imprese con sede in Messico, da Walmart a Nissan.

gentile concessione di Francisco Villaseñor gentile concessione di Francisco Villaseñor

gentile concessione di Francisco Villaseñor
gentile concessione di Francisco Villaseñor

Nel 2006, l’ingegnere messicano Francisco Villaseñor ha fondato Carbon Diversion América Latina, un progetto ideato per produrre biocombustibile utilizzando l’agave blu (Agave tequilana), la pianta da cui si ottiene la tequila.

Con un capitale iniziale di 178mila dollari apportato dal Consiglio nazionale della scienza e tecnologia, Villaseñor ha costruito l’impianto di trasformazione energetica, dopo aver brevettato il processo e il sistema per attuarlo.

“La produzione è più economica del 25 per cento rispetto al’olio combustibile. Il biocombustibile verrà utilizzato per l’industria della tequila e per chi voglia sostituire i combustibili fossili”, ha spiegato a Tierramérica l’ingegnere, il cui progetto ha vinto a fine settembre il concorso Cleantech Challenge México, che premia le innovazioni sostenibili.

Iniziative come queste, che nascono negli incubatori universitari, rappresentano l’obiettivo dei centri di sviluppo sostenibile, progettati dal governo messicano e dalle università private.

A novembre, il governo avvierà il Centro per l’economia verde e lo sviluppo sostenibile, grazie ad un finanziamento di 70 milioni di dollari stanziati dagli Stati Uniti, anche se ancora non si conoscono i dettagli sul funzionamento e le finalità. In concomitanza, l’istituto privato Tecnológico de Monterrey e la Arizona State University (ASU), statunitense, hanno inaugurato all’inizio del mese l’Instituto Global para la Sustentabilidad, considerato dall’ASU un’estensione del suo Global Institute of Sustainability.

I suoi obiettivi sono “cercare e sostenere sinergie tra le tantissime iniziative già esistenti in materia di sostenibilità nel Tecnológico de Monterrey” e “collaborare con i parchi tecnologici” per avviare imprese a impatto zero in Messico, ha spiegato a Tierramérica Isabel Studer, direttrice del nuovo istituto.

Il Tecnológico de Monterrey conta 32 campus nel paese, e almeno 9 dei suoi centri di ricerca e 11 cattedre sono collegati al tema della sostenibilità.

Uno dei primi progetti riguarda la catena multinazionale Walmart, tra gli associati del nuovo istituto, interessata a promuovere la formazione dei suoi fornitori, costituiti da micro, piccole e medie imprese, e che ad aprile ha firmato un accordo di collaborazione con il Tecnológico de Monterrey.

Un altra candidata è la casa automobilistica giapponese Nissan, il cui intento è creare nuove attività commerciali basate sul riciclo del materiale di scarto prodotto dalle fabbriche.

Secondo Carlos Gay, ricercatore del Centro per le scienze dell’atmosfera presso la Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM), le priorità di questi centri devono essere “la gestione delle risorse idriche, la produzione di energia e l’alimentazione”, fattori relazionati ai cambiamenti climatici, su basi “sociali, economiche e ambientali”, ha dichiarato a Tierramérica.

Il sostegno alle energie rinnovabili potrebbe creare 500mila nuovi posti di lavoro in Messico, secondo le stime dell’organizzazione ambientalista Greenpeace.

L’impianto pilota di Carbon Diversion di Amatitán, nello stato messicano occidentale di Jalisco, è stato inaugurato a settembre ed è in grado di trasformare 3 tonnellate di bagassa (il residuo vegetale dell’agave) in un’ora, ricavando 2,16 litri di biocarburante per tonnellata, secondo quanto afferma la stessa azienda.

“Il Messico è un paradiso di biomassa sprecata; in particolare della bagassa. Puntiamo a raccogliere il capitale necessario per costruire molti altri impianti come questo”, ha affermato Villaseñor, laureato presso la Universidad Autónoma di Guadalajara, dove attualmente frequenta un master sulle energie rinnovabili.

Nei prossimi 18 mesi, Carbon Diversion costruirà 10 impianti nella regione di produzione di tequila nel nordovest del Messico. L’azienda vanta anche un altro prodotto che utilizza le foglie dell’agave, un carbone vegetale che può sostituire la legna da ardere.

Secondo Studer, “si può cambiare una comunità per offrire soluzioni globali. È un modello che ci interessa molto per la presenza che ha il Tecnológico de Monterrey in diverse località del paese, e partendo da questo modello si possono offrire soluzioni reali a problemi locali, che potrebbero presentarsi anche in altre zone”.

Il Tecnológico de Monterrey ha in programma di investire 5 milioni di dollari all’anno in iniziative di efficienza energetica, mercato del carbonio e energia pulita.

Per questa università, il modello da seguire è The Sustainability Consortium, fondato nel 2009 dall’ASU e dall’università pubblica dell’Arkansas, che comprende più di 85 istituzioni, tra cui organizzazioni non governative e accademiche, e imprese.

Il passo successivo è aprire una sezione latinoamericana del consorzio, per coinvolgere le parti interessate e lavorare con le imprese. “Bisogna partire dalle comunità, da qui trarre lezioni da applicare su più ampia scala. Certo, non tutti i modi in cui queste società vivono in relazione armoniosa con l’ambiente possono essere trasferiti a città di 20 milioni di abitanti, ma occorre trovare un equilibrio”, suggerisce Gay.

Decine di comunità rurali messicane mantengono una tradizione di tutela dell’ambiente e di uso sostenibile dei boschi e delle risorse idriche, spesso senza alcun supporto tecnico e finanziario.

Il ministero dell’Ambiente ha sviluppato il progetto “Leadership ambientale per la competitività”, rivolto alle aziende con più di 25 dipendenti, nel quale hanno preso parte 1.603 aziende.

Il programma ha portato a un risparmio annuale di 7,8 milioni di metri cubi di acqua e 386 milioni di kilowatt/ora e ha evitato la produzione di 394.662 tonnellate di diossido di carbonio e di 194.131 tonnellate di residui non nocivi all’anno. Il totale dei finanziamenti stanziati nel 2011 è stato di circa 513mila dollari. © IPS