Lotta alla povertà, Stand Up Italia lancia la mobilitazione nazionale

ROMA, 16 settembre 2010 (IPS) – Tre giorni per dire stop alla povertà, e per chiedere ancora una volta al governo italiano di fare la sua parte per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio entro il 2015.

 Stand Up Italia


Stand Up Italia

L’appello arriva dalla Campagna del Millennio delle Nazioni Unite che – insieme alla Coalizione Italiana contro la Poverta' (GCAP), alla Caritas italiana, alla Federazione italiana dello scoutismo e Uisp-Sportpertutti – ha presentato oggi a Roma le giornate di mobilitazione mondiale “Stand Up! Take action” contro la povertà e un dossier con le raccomandazioni al governo e al parlamento italiano, perché “lancino un segnale chiaro e concreto verso un riallineamento con gli impegni assunti e reiterati più volte tra G8 e G20 ma ad oggi rimasti lettera morta”.

La scelta del momento non è casuale, alla vigilia del Summit che dal 20 al 22 settembre stabilirà a che punto siamo rispetto agli obiettivi stabiliti ormai dieci anni fa.

Sconfiggere la povertà era l’obiettivo numero uno. Ad oggi, due miliardi di persone vivono ancora con meno di 2 dollari al giorno e 925 milioni soffrono la fame.

Lo ‘Stand Up’ ricorda a tutti che quella di cancellare la povertà è una responsabilità comune. “Nel 2009 coloro che si sono alzati in piedi nel mondo sono stati 173 milioni e circa 800 mila solo in Italia, la prima nazione in Europa. Speriamo quest’anno di fare ancora meglio”, hanno detto Laura Ciacci e Sergio Marelli dando voce alla Coalizione Italiana contro la Povertà.

“In vista del vertice di New York chiediamo al governo e al parlamento italiano di procedere a un riallineamento con gli impegni assunti. Gli italiani chiedono una drastica inversione di marcia, noi ci impegniamo a far arrivare le loro voci al governo qui in Italia e a New York dove saremo lunedì”, ha dichiarato Marelli.

L'Italia si e' impegnata a destinare lo 0,7 per cento del proprio Prodotto Interno Lordo (PIL) all'Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) entro il 2015. A questo punto, secondo gli obiettivi intermedi fissati, dovremmo essere oltre lo 0,51 per cento; i dati dicono che siamo circa allo 0,10 per cento.

E proprio l’Italia rischia di essere responsabile del mancato raggiungimento dei target dell’Unione Europea, essendo l’unico a non aver versato il contributo del 2009 né quello del 2010, circa 130 milioni di dollari per anno, nonostante le promesse del G8 de L’Aquila.

“Sosteniamo il Segretario Generale dell’Onu e ci impegniamo a sostenere i pilastri su cui si basa l’azione di sviluppo: responsabilità, educazione, stabilizzazione e sicurezza”, dice Elisabetta Belloni, direttore generale della Cooperazione allo Sviluppo del Ministero Affari Esteri.

Di fronte alla crisi la comunità internazionale non può prevedere un aumento dell'Aiuto Pubblico allo sviluppo, ammette il direttore, ma gli impegni presi vanno rispettati. Diretto il riferimento in particolare alla salute materno–infantile che richiede un’azione decisamente più diretta, e un coinvolgimento maggiore dei paesi emergenti “che devono diventare gli attori del nuovo processo di sviluppo”.

All’Onu l'Italia, ha ricordato Belloni, “sarà impegnata in un'azione molto forte per l'approvazione di una mozione che metta al bando le mutilazioni genitali femminili”.

Marta Guglielmetti coordinatrice per l’Italia della Campagna del Millennio dell’ONU, ha sottolineato che “mentre alcuni dei paesi più poveri hanno raggiunto gli obiettivi intermedi, il campanello d’allarme suona per i paesi ricchi (tra cui Ue e Italia in particolare), che sono ancora molto indietro nel mantenere gli impegni. Gli obiettivi del Millennio possono essere raggiunti solo se ciascuno farà la sua parte. Il segreto è la partnership”.