PENA DI MORTE: Contrasti dell’ultima ora sul voto della moratoria Onu

NAZIONI UNITE, 9 novembre 2007 (IPS) – Al momento del voto sulla bozza di risoluzione Onu per una moratoria sulla pena di morte, la prossima settimana, gli indecisi saranno oltre una decina di stati, che non voteranno né contro né a favore.

Si asterranno o guadagneranno la via d'uscita più facile: assentarsi durante la votazione. Sia l'astensione che l'assenza influiscono sul conteggio dei voti Onu.

“Possono essere voti decisivi perché la risoluzione venga o meno adottata dalla maggioranza dei 192 stati membri”, prevede un diplomatico di un paese in via di sviluppo.

Tuttavia, Yvonne Terlingen, capo dell'ufficio Onu di Amnesty International, ha detto all'IPS che, ad oggi, 75 stati membri sono sostenitori della bozza di risoluzione, e si prevede che tutti la voteranno.

Chi si oppone alla risoluzione potrebbe minacciarne l'approvazione presentando diversi emendamenti, descritti da qualcuno come “emendamenti distruttivi” che potrebbero diluirne il contenuto centrale.

Assolutamente consapevole di questo rischio, Terlingen ha dichiarato: “Stiamo chiedendo a tutti gli stati membri di sostenere il testo e contrastare qualunque emendamento mirato ad alterare il proposito di questa importante risoluzione”.

In prima battuta, il voto della prossima settimana si terrà alla Commissione sociale, umanitaria e culturale dell'Onu (detta anche la Terza Commissione), che comprende tutti i 192 stati membri.

L'Assemblea Generale, ente politico più alto delle Nazioni Unite, si riunirà in seduta plenaria a metà dicembre per votare la risoluzione.

Tuttavia, come vuole la tradizione, lo schema di voto nell'Assemblea rimarrà in generale lo stesso di quello seguito in commissione.

Nel 1971 e nel 1977, l'Assemblea Generale aveva adottato due risoluzioni sulla pena capitale, che definivano “desiderabile” l'abolizione della pena di morte in tutti i paesi; ma nel 1999, una risoluzione analoga era stata ritirata prima di essere messa al voto, principalmente a causa del dissenso generato.

L'opposizione all'attuale risoluzione arriva soprattutto dai membri dell'Organizzazione dei paesi islamici (OIC), dalla Lega dei paesi arabi, e anche da Cina e altri paesi asiatici e dei Caraibi, nei quali la pena capitale è ancora presente nella costituzione. Tuttavia, l'incognita è costituita da astenuti e assenti.

Dato che la risoluzione è stata preparata e sostenuta dall'Unione Europea (Ue), con i suoi 27 membri, viene considerata sostanzialmente un'iniziativa europea.

Terlingen respinge questa idea sottolineando che i 75 co-sostenitori dimostrano “ampio supporto generale per porre fine a questa pratica crudele e disumana” della pena capitale.

Secondo l'attivista, 10 rappresentanti di tutte le regioni del mondo – Albania, Angola, Brasile, Croazia, Gabon, Messico, Nuova Zelanda, Filippine, Portogallo (per l'Ue) e Timor Est sono i co-autori della bozza di risoluzione.

Terlingen ricorda che non meno di 130 sui 192 stati membri hanno già abolito la pena di morte per legge o nella pratica, e nel 2006 solo 25 paesi hanno effettuato delle esecuzioni.

Oltre 50 paesi hanno abolito la pena capitale per tutti i crimini dal 1990, ha aggiunto.

In Asia, prosegue, circa 25 paesi hanno abolito la pena di morte per legge o nella pratica. In Africa, solo sei stati su 53 hanno effettuato delle esecuzioni nel 2006.

“La tendenza mondiale di abolizione della pena di morte è stata riconosciuta dal segretario generale dell'Onu e dall'alto commissario per i diritti umani, entrambi sostenitori della proposta di moratoria sulle esecuzioni”, ha aggiunto Terlingen.

“Ci auguriamo che altri paesi affiancheranno i sostenitori di questa risoluzione”, ha detto Terlingen.

L'opposizione più decisa e articolata all'attuale risoluzione viene da Singapore, strenuo fautore della pena capitale, che continua ad applicarla come parte del suo sistema penale.

L'ambasciatore Vanu Gopala Menon di Singapore ha recentemente dichiarato all'IPS che la risoluzione potrà solo “inasprire l'atmosfera” alle Nazioni Unite e “generare distanze inutili nella famiglia”. “Non mi è chiaro che cosa speri di ottenere l'Ue con questa risoluzione. Il risultato potrebbe garantire un senso di soddisfazione morale, ma non cambierà certo la posizione dei paesi convinti che la pena di morte serva da deterrente per i crimini gravi”, ha dichiarato Menon. La settimana scorsa, l'ambasciatore ha inoltre riferito alla Terza Commissione che alcuni rappresentanti dell'Ue hanno “falsamente” indicato la moratoria sulle esecuzioni come un “compromesso”.

“Non è così”, ha proseguito. “L'obiettivo ultimo di una moratoria è chiaramente l'abolizione”.

“Che la bozza di risoluzione riguardi una moratoria o l'abolizione della pena di morte, l'obiettivo rimane comunque quello di imporre ottica e valori dei suoi sostenitori su coloro che hanno un punto di vista differente”, ha aggiunto l'ambasciatore.

Secondo Menon, la questione non verte su meriti o demeriti della pena capitale. In assenza di un consenso internazionale, i paesi di entrambe le parti non hanno il diritto di imporre le loro opinioni.

“Ogni stato ha il diritto sovrano di scegliere i propri sistemi politici, economici, sociali e giudiziari in base ai suoi migliori interessi”, ha concluso Menon.