CULTURA: Vecchi miti brasiliani

BRUXELLES, 18 settembre 2007 (IPS) – A cinquant’anni dalla sua nascita in Brasile, la bossa-nova continua a nutrire l’immaginazione dei musicisti sudamericani, e quella di alcuni circoli ristretti di artisti statunitensi ed europei.

Vinicius Cantuaria

Vinicius Cantuaria

Vinicius Cantuaria è tra coloro che hanno contribuito a far evolvere questo genere – nato da un mix tra i ritmi di samba tradizionali e le sonorità chill-out del jazz americano.

Considerato da alcuni critici un esponente di punta della “bossa nova del ventesimo secolo”, Cantuaria ha a lungo combinato i suoni conosciuti in gioventù con il rock e le influenze elettroniche.

Nato a Manaus, capitale della regione dell’Amazonas, all’età di sette anni si trasferì con la famiglia dalla foresta pluviale a Rio de Janeiro. È qui che si lascia affascinare sia dalla musica di origine africana ascoltata per strada, che dalle esuberanti melodie dei Beatles.

Fece la sua prima incursione nel business della musica internazionale come batterista degli O Terço – un gruppo di rock progressive – per poi collaborare con Caetano Veloso, avanguardia del movimento del Tropicalismo, che fondeva il pop brasiliano con elementi del rock’n’ roll. Nel 1981, scrisse Lua E Estrella, che divenne il brano di maggior successo di Veloso.

Negli anni ’90, all’età di 56 anni, Cantuaria si trasferì a New York. L’illustre cast di musicisti con cui ha collaborato comprende David Byrne, ex membro del gruppo americano Talking Heads; il pioniere della musica elettronica Brian Eno; Sean Lennon (figlio del Beatle assassinato John); il compositore giapponese Ryuichi Sakamoto; la cantante del Benin, Angélique Kidjo; gli estrosi chitarristi Bill Frisell e Marc Ribot, e il pianista jazz Brad Mehldau.

Benché sia rimasto nascosto in un home studio di Brooklyn, il suo ultimo album Cymbals tradisce una profonda brama per il natio Brasile. Sulle orme di O Batuque, racconta come la sensazione di anonimato che si prova viaggiando nella metropolitana di New York lo riempia di nostalgia di casa. Cantuaria ha parlato con il corrispondente dell'IPS David Cronin durante una recente visita a Bruxelles.

IPS: Quali sono i ricordi più forti della sua infanzia in Brasile?

VC: Sono nato a Manaus, ma sono cresciuto a Rio. E quando la mia famiglia si è trasferita a Rio, io ero completamente sotto shock. Era la prima volta che vedevo gente africana.

Ho sentito la samba per la prima volta a Rio, e ha cambiato la mia vita. Mia madre mi accompagnava a scuola a piedi, e nel cammino vedevo gli africani di colore che suonavano il tamburello, e altri musicisti. Era assolutamente incredibile.

Prima della bossa nova, la radio in Brasile non trasmetteva samba; preferivano gli standard americani. A me sembrava strano sentire una bella musica per strada e non poterla ascoltare alla radio. Sono cresciuto con questa contraddizione, che penso sia entrata nella mia musica. IPS: Mi racconti del periodo in cui ha suonato con il gruppo degli O Terço.

VC: Ho cominciato a suonare con loro quando avevo 17 anni. La band aveva molto successo in Brasile. Suonavamo una strana musica rock, con influenze di Crosby, Stills e Nash, ma facevamo anche musica brasiliana.

Nel 1972 siamo andati in Francia, per suonare con il cantante brasiliano Marcus Valle. Appena abbiamo saputo che i Pink Floyd avrebbero suonato a Parigi solo per una sera, abbiamo messo insieme tutti i nostri soldi per comprare i biglietti sul mercato nero. È stato incredibile vederli suonare davanti a 15mila, 20mila persone, mentre noi suonavamo in piccoli club senza impianto di amplificazione.

Al ritorno in Brasile, la band voleva diventare i Pink Floyd brasiliani, ma senza avere la tecnologia; perciò cominciai a stancarmi e decisi di lasciarli.

IPS: Ha suonato moltissimo con Caetano Veloso, che nel 1968 è stato messo in carcere dalla dittatura militare in Brasile, e poi ha deciso di andare in esilio a Londra. Le sue idee politiche e i suoi attriti con le autorità l’hanno influenzata in qualche modo?

VC: È stato molto bello lavorare con Caetano. Nel suo primo disco, che ha venduto 100 mila copie, c’era una canzone che avevo scritto per lui. E questo è stato molto utile per la mia carriera.

Ma quando l’esercito ha preso il potere in Brasile nel 1964, io avevo 12 anni. Caetano ha 10 anni più di me, perciò quei fatti hanno avuto un impatto più forte sulla sua generazione. Quando mi ha invitato per la prima volta a suonare con lui, non sapevo molto della sua vita.

IPS: Perché ha smesso di lavorare con Caetano Veloso?

VC: Quando ho smesso di suonare con Caetano, nel 1983, tutti mi conoscevano come il musicista che aveva scritto Lua E Estrella, che era stata in cima alle classifiche del Brasile per almeno un anno. Tutti parlavano di me come di “Vinicius Cantuaria che ha lavorato con Caetano Veloso”. Perciò decisi che volevo fare qualcosa di diverso.

Detto questo, lavorare con Caetano è stato fantastico, e siamo ancora grandi amici.

IPS: Che effetto ha avuto sulla sua musica trasferirsi a New York?

VC: In un certo senso, mi sono trasferito a New York per diventare brasiliano. Ho avuto più tempo per riflettere sull’essere brasiliano, più tempo per leggere libri di scrittori brasiliani. La tua visione del Brasile diventa più profonda quando non sei là.