SFIDE 2005-2006: Sul web il pubblico giudica gli aiuti allo tsunami

PHUKET, Tailandia, 28 dicembre 2005 (IPS) – Mentre i sopravvissuti stanno lottando per la ricostruzione dopo il devastante tsunami dello scorso dicembre in Asia, per quattro dei paesi colpiti si è aperto un nuovo spiraglio di speranza nel cyberspazio.

Un sito web offre indicazioni precise sul denaro che è stato consegnato a Tailandia, Sri Lanka, Indonesia e Maldive, di fronte ai miliardi di dollari promessi dalla comunità internazionale per rispondere a questo disastro naturale senza precedenti.

Iil Development Assistance Database (DAD), avviato cinque mesi fa, promette di rintracciare con un click anche quanto denaro è stato speso dai rispettivi governi, autorità locali e gruppi non governativi.

I sopravvissuti allo tsunami in Tailandia possono sapere, ad esempio, quanti fondi abbia ricevuto la più privilegiata isola di Phuket rispetto alla vicina provincia di Phang nga.

Questa provincia ha avuto più case distrutte e più morti, ma per lo sforzo di ricostruzione di Phuket sono stati stanziati più di 26 milioni di dollari, rispetto a poco più di 18 milioni per Phang nga, secondo i dati di DAD-Tailandia.

Allo stesso modo, ci sono disparità tra le somme effettivamente ricevute dai paesi per i massicci sforzi di ricostruzione e quelle promesse subito dopo lo tsunami.

Lo Sri Lanka, uno dei paesi più colpiti in Asia, ha ricevuto solo un miliardo di dollari, ossia meno della metà – 2,81 miliardi – della somma promessa dalla comunità internazionale.

“C’è un lavoro in corso per rendere più trasparenti i flussi di fondi e rendere accessibili al pubblico le informazioni”, dice Aidan Cox, che guida questo sforzo per la ricerca di aiuti dell’ufficio Asia-Pacifico del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP, United Nation Development Programme). “Alcuni donatori e agenzie si troveranno in una situazione molto imbarazzante”.

Questo meccanismo crea anche una forte pressione sui governi che ricevono gli aiuti internazionali, ha spiegato Cox in un’intervista a IPS: “Serve come una porta per rintracciare nei dettagli tutti i progetti in corso a livello dei villaggi”.

Il database potrebbe cambiare la politica degli aiuti nel mondo sviluppato e in via di sviluppo. “Il precedente sistema misurava le donazioni e non le spese, e non quanto velocemente venissero spese”, ha detto all’IPS Terje Skavdal, alto consulente nella risposta al disastro per l’Asia presso l’Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA, UN Office for Coordination of Humanitarian Affairs).

Il database “ha reso più visibile il sistema di tracciabilità degli aiuti, per cui è necessario un nuovo modo di pensare, perché diventi molto più affidabile per più persone”, ha aggiunto.

L’iniziativa di DAD è stata usata per la prima volta con risultati sorprendenti nell’Afghanistan devastato dalla guerra. Sono state trovate “enormi discrepanze” tra ciò che era stato promesso per ricostruire l’Afghanistan e le somme che sono entrate effettivamente.

Secondo Cox, “il capo di stato maggiore Usa ha ammesso in un meeting che il governo afgano aveva più informazioni su ciò che il governo Usa stava facendo in Afghanistan rispetto agli americani stessi”.

L’ex presidente Bill Clinton, inviato speciale del Segretario generale dell’Onu per la ricostruzione dopo-tsunami, ha sostenuto il DAD con un appello: “Sono convinto che favorirà fortemente i nostri sforzi collettivi per migliorare la trasparenza e l’affidabilità, così come per assicurare una maggiore coerenza nel processo di ricostruzione”.

A un mese dalla devastazione del 26 dicembre dello scorso anno, un appello urgente dell’Onu per raccogliere 1,3 miliardi di dollari e contribuire così all’emergenza, aveva ricevuto una risposta del 94 per cento. All’inizio di questo mese, i funzioni Onu hanno confermato che erano stati promessi 11 miliardi di dollari.

All’Indonesia era stata promessa la fetta più grande della torta, 6,5 miliardi di dollari, seguita dallo Sri Lanka, con 2,81 miliardi.

Aggiornare le informazioni sul sito è stata una grossa sfida. Rachel Perera, che tenta di rintracciare il flusso di aiuti allo Sri Lanka, ammette che possono esserci dei divari: “Ma il DAD è uno strumento importante che ci serve per monitorare il lavoro che viene fatto sul campo”, ha dichiarato in un’intervista telefonica.