Grecia, gli SDG serviranno a risolvere la crisi?

Sette anni dopo essere stata sull'orlo di un crollo finanziario, la Grecia oggi sta vivendo tempi migliori. I conti sono nettamente migliorati, ma ciò che non è sotto i riflettori è come il popolo greco stia ancora pagando gli effetti della crisi

ROMA, giu 2018 (IPS) – Sette anni dopo essere stata sull’orlo di un crollo finanziario, la Grecia oggi sta vivendo tempi migliori. I conti sono nettamente migliorati, ma ciò che non è sotto i riflettori è come il popolo greco stia ancora pagando gli effetti della crisi.

Negli ultimi anni, il paese ha ottenuto qualche risultato, seppure parziale. Per la prima volta dal 2011, il bilancio della Grecia è talmente incoraggiante che il paese guarda con ottimismo al mese di agosto 2018, quando l’ultima fase degli aiuti europei sarà definitivamente conclusa.

L’eccedenza nei primi nove mesi del 2017 è stata più elevata del 2,2 percento rispetto all’1,75 imposto dall’Unione Europea. La crescita del PIL è stata dell’1,9 percento nel 2017 e le stime mostrano che raggiungerà il 2,5 nel 2018.

Tra le leve più significative della ripresa greca c’è l’aumento delle esportazioni. In particolare, la produzione e vendita di liquori e l’industria automobilistica stimolano la crescita, mentre il turismo rimane un pilastro dell’economia greca: nel 2017 è aumentato del 17 percento rispetto all’anno precedente.

Nonostante questi segnali positivi, tuttavia, la realtà sul campo è discordante. Il potere d’acquisto della popolazione è diminuito di circa il 29 percento e la disoccupazione ha raggiunto il 23 percento tra i lavoratori adulti e uno sconcertante 40 percento tra i giovani. La Grecia potrebbe non rischiare quel default che si temeva qualche anno fa, ma la gente comune si trova ad affrontare sfide difficili anche per soddisfare le necessità di base, come il pagamento dell’affitto o delle bollette.

Per la popolazione in generale, l’uscita dalla crisi è ancora lontana. Ma nonostante la situazione di grave disoccupazione e incertezza del futuro, negli ultimi anni i greci cominciano a tornare alla terra per far quadrare il bilancio.

L’agricoltura è il principale settore che non ha sofferto in modo sostanziale e ha mostrato costanti segnali (relativamente) positivi. Secondo la Confederazione panellenica dei sindacati di cooperative agricole, durante i primi anni della crisi, tra il 2008 e il 2010, l’agricoltura ha creato 32.000 nuovi posti di lavoro, di cui la maggior parte occupati da cittadini greci.

Chi possedeva un appezzamento di terreno, anche ereditato, su una piccola isola o in campagna, ha deciso di lasciare la drammatica situazione di Atene e tornare sui campi per dedicarsi all’ecoturismo o all’agricoltura.

Inoltre, molti giovani hanno iniziato a mostrare interesse per le facoltà di agraria, e le domande per tali corsi sono triplicate negli ultimi anni. Eppure, tra chi ha deciso di abbandonare le aree urbane per vivere e lavorare nelle zone rurali, la maggior parte ha un’età compresa tra i 40 e i 60 anni, e quasi tutti avevano perso il lavoro poco prima del pensionamento, in attesa di ricevere la pensione.

Secondo l’Indice di sostenibilità alimentare (FSI, in inglese) 2017, elaborato dal Centro Barilla per l’alimentazione e la nutrizione (BCFN, in inglese) in collaborazione con l’Economist Intelligence Unit con l’obiettivo di “promuovere la conoscenza sulla sostenibilità alimentare”, la Grecia ha ottenuto un punteggio positivo in agricoltura sostenibile.

L’Indice FSI classifica 34 paesi in base alla sostenibilità del loro sistema alimentare, evidenziando le questioni su tre pilastri: perdita e spreco alimentare, agricoltura sostenibile e sfide nutrizionali. Pur avendo solo un punteggio medio per la perdita e lo spreco di cibo, e punteggi minimi per la risposta strategica alla perdita di cibo, “la Grecia ha ottenuto un punteggio elevato per l’agricoltura sostenibile, con una buona performance nella categoria emissioni (di GHG), e in sotto-indicatori come la diversificazione del sistema agricolo, la proprietà della terra e la sostenibilità del prelievo idrico, che serve a riportare il punteggio nelle categorie di terra e di acqua”.

Se considerato in parallelo con la carenza idrica del paese, questo punteggio elevato nel settore agricolo è ancora più apprezzabile. Infatti, secondo l’FSI, la Grecia soffre di scarsità d’acqua dolce per sei mesi di media all’anno e nonostante ciò, è riuscita a mantenere un alto livello di prestazioni nel settore.

Non sorprende che di recente la Grecia abbia mostrato interesse a condividere le sue elevate competenze e livello di innovazioni nell’agro-tecnologia con il Qatar, nel tentativo di sviluppare e sostenere il settore agricolo e le iniziative di autosufficienza del piccolo paese del Golfo.

Il terzo piano di salvataggio della Grecia scadrà nell’agosto 2018 e il paese ellenico vuole tornare a un cammino di crescita dopo anni di crisi e incertezza. Al quarto vertice sull’agricoltura, organizzato da The Economist con il patrocinio del ministero greco dello Sviluppo rurale e dell’alimentazione il 3 maggio 2018 a Larissa, esperti e responsabili politici si sono riuniti per discutere le priorità e le sfide, per il 2018 e oltre, nel settore agricolo legato all’attività di impresa.

Gli analisti hanno discusso le possibilità per la Grecia di svolgere un ruolo guida nell’Europa sudorientale, cercando di capire se il settore agroalimentare greco sarà in grado di trasformare l’incertezza in stabilità, competitività e crescita.

È difficile prevedere con esattezza gli sviluppi dei prossimi mesi e anni, ma il fatto che l’establishment greco (mondo accademico, imprese, responsabili politici) stia dimostrando la volontà di agire e di attuare una roadmap concreta per porre fine alla crisi attraverso l’Agenda degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) significa che il paese crede fortemente nell’Agenda 2030, che è la forza trainante per riprendere la crescita.

Uno studio pubblicato dal SEV Business Council for Sustainable Development e condotto dal Climate Change and Sustainability Services Practice di Ernst & Young in Grecia, ha esaminato lo stato attuale della Grecia in base al “livello di consapevolezza, disponibilità e volontà delle aziende greche ad integrare gli SDG nella loro strategia”, concludendo con un certo ottimismo per il futuro del paese.

Per quanto riguarda la consapevolezza e la volontà tra le aziende greche circa gli SDG, ad esempio, lo studio ha rivelato che “i dirigenti, indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda, hanno un alto livello di conoscenza delle problematiche dello sviluppo sostenibile legate agli Obiettivi. L’impegno e la consapevolezza dei quadri e dei dirigenti sui temi dello sviluppo sostenibile relativi agli Obiettivi sono un fattore cruciale per una loro efficace implementazione”.

Dall’agosto 2018, il sistema economico della Grecia dovrà tornare a camminare sulle proprie gambe. Molti analisti ritengono che l’impegno dimostrato dalle autorità greche negli ultimi anni nel pianificare e attuare un’agenda sostenibile aiuterà Atene a svilupparsi nel prossimo futuro senza il sostegno di Unione Europea (UE) e Fondo Monetario Internazionale (FMI).

Entro la fine del 2018, avremo senz’altro le prime risposte a questo dilemma, e le elezioni del 2019 ci diranno anche se il popolo greco considera positivi gli sforzi del governo negli ultimi anni.

(Traduzione e editing di Francesca Buffo) (FINE/2018)