Il ‘Nobel Verde’ mette in luce la crisi dell’acqua

NAZIONI UNITE, 19 aprile 2012 (IPS) – Un sacerdote cattolico delle Filippine, una madre di tre figli dell’Argentina, e il fondatore dell’Ong Amici del lago Turkana in Kenya hanno tutti una cosa in comune: hanno aiutato a motivare le loro rispettive comunità locali a proteggere l’ambiente naturale che li circonda e a lottare per i loro diritti.

Il fiume Omo, in Etiopia wordpress.com

Il fiume Omo, in Etiopia
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All’inizio di questa settimana, Edwin Gariguez, Sofia Gatica e Ikal Angelei, insieme ad altri tre attivisti, hanno vinto il premio soprannominato “Nobel Verde”. Oltre a loro anche il cinese Ma Jun, la russa Evgenia Chirikova e la statunitense Caroline Cannon hanno ricevuto quest’anno il Goldman Environmental Prize.

Il tema dell’acqua è stato al centro di questa edizione del premio 2012: due dei vincitori sono infatti eminenti attivisti impegnati nella salvaguardia dei fiumi.

Per uno di loro, Ikal Angelei, il premio arriva in un momento importante della sua lotta per fermare la costruzione della massiccia diga di Gibe III in Etiopia, che bloccherebbe l’accesso all’acqua per le comunità indigene insediate nei pressi del lago Turkana.

Con un progetto stimato di 1 miliardo e 700 milioni di dollari, la diga di Gibe III a monte del fiume Omo, la cui costruzione ha avuto inizio nel 2006, è la più grande opera infrastrutturale intrapresa in Etiopia e dovrebbe fornire 1.800 MW di elettricità.

Il fiume Omo apporta fino al 90 per cento dell’acqua totale che sfocia nel lago Turkana, mentre il restante 10 per cento proviene dai fiumi Turkwel e Kerio.

Secondo Jeffrey A. Gritzner, professore di geografia all’Università del Montana negli Stati Uniti, l’apertura della diga causerà un abbassamento del livello del lago tra i 10 e i 12 metri.

“Anche solo una lieve diminuzione di 5 metri porterebbe a un’interruzione dell’afflusso, con una conseguente riduzione dell’acqua del lago e quindi un aumento della salinità. E questo danneggerebbe in modo significativo gli interessi commerciali che ruotano attorno al lago, come la pesca e il turismo,” ha spiegato Gritzner, dell’ Africa Resources Working Group (ARWG).

Ikal Angelei ha fondato nel 2008 il gruppo Amici del Lago Turkana (FoLT) e, proprio grazie al suo sostegno, lo scorso agosto il parlamento keniota ha approvato all’unanimità una risoluzione del governo per chiedere all’Etiopia una valutazione ambientale indipendente.

Anche il Comitato del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO ha risposto al suo appello approvando una risoluzione per bloccare i lavori della diga in attesa di ulteriori verifiche.

La Banca mondiale e la Banca Africana di Sviluppo stanno considerando la possibilità di finanziare l’elettrodotto che giustificherebbe il completamento della diga, ma al momento Ikal sta facendo pressioni sulle banche perché restino fuori dal progetto.

Ma Jun, giornalista cinese e direttore dell’Institute of Public & Environmental Affairs (IPE), ha conseguito il Goldman Environmental Prize 2012 per aver contribuito a creare un clima trasparenza in materia ambientale senza precedenti in Cina, avendo dato ai suoi concittadini la possibilità di chiedere giustizia sull’inquinamento industriale.

Nel 1999, Ma Jun ha pubblicato il libro “China's Water Crisis” (La crisi dell’acqua in Cina), in cui ha parlato dell’inquinamento e dell’impatto delle dighe e delle deviazioni dei corsi d’acqua sullo stato di salute dei fiumi cinesi.

“Ma Jun e Ikal Angelei vivono e lavorano in contesti molto diversi ed hanno approcci differenti nel loro lavoro per garantire acque pulite e comunità sane”, ha detto a IPS Jason Rainey, direttore esecutivo dell’Ong International Rivers con sede a San Francisco.

“Ma sono due strateghi creativi che lavorano in modo efficace sui problemi che colpiscono i fiumi del pianeta, e hanno una particolare capacità di capire come muoversi ‘a monte’ per influenzare i responsabili politici, che spesso sono molto lontani dall’impatto delle loro decisioni”.

“Entrambi riconoscono che la ‘sostenibilità’ ecologica ed economica non può essere raggiunta se la società non riesce a prendersi cura dei nostri fiumi”, ha aggiunto.

Il Goldman Environmental Prize è stato istituito nel 1990 dal filantropo e attivista civico Richard N. Goldman e dalla moglie, Rhoda H. Goldman, una discendente di Levi Strauss.

Richard Goldman ha fondato la compagnia di assicurazione Goldman Insurance and Risk Management, e con la moglie ha costituito nel 1951 il Fondo Richard and Rhoda Goldman.

Il premio viene conferito ogni anno a sei diverse personalità, una per ogni regione continentale (Africa, Asia, Europa, isole e nazioni insulari, America del Nord, Centrale e Meridionale), e dalla sua nascita è stato consegnato a più di 150 persone provenienti da oltre 80 paesi.

Il “Nobel Verde” è già stato assegnato ad altri attivisti impegnati nella tutela dei fiumi, come la giornalista cinese Dai Qing, che vinse il Goldman Prize nel 1993 principalmente per la sua attività di scrittrice e per aver collaborato a portare trasparenza e apertura alle critiche sul tema della Diga delle Tre Gole sullo Yangtze, il “Fiume Azzurro”, in Cina.

Nel 1997, vinse il premio l’ambientalista cileno Juan Pablo, per la sua mobilitazione contro i danni ecologici dovuti a una serie di progetti di costruzione di dighe sul fiume Bio Bio. © IPS