SVILUPPO: Investimenti, non beneficenza per i paesi meno sviluppati

ISTANBUL, 10 maggio 2011 (IPS) – I Paesi meno sviluppati non hanno bisogno di beneficenza; vogliono maggiori investimenti e più mirati. Questo il punto di partenza della quarta Conferenza delle Nazioni Unite per i paesi più poveri del mondo (PMS-IV) iniziata lunedì 9 a Istanbul, Turchia.

Una donna estrae l'acqua da un pozzo in Zambia. Centinaia di milioni di persone non hanno servizi di base nei PMS Kelvin Kachingwe/IPS

Una donna estrae l’acqua da un pozzo in Zambia. Centinaia di milioni di persone non hanno servizi di base nei PMS
Kelvin Kachingwe/IPS

Oltre 8mila delegati, inclusi i leader dei 48 paesi meno sviluppati al mondo, agenzie di aiuti internazionali e partner per lo sviluppo si sono riuniti per parlare delle possibili soluzioni contro la povertà estrema.

Tra i partecipanti, sono sono presenti più di 900 milioni di cittadini dei PMS, di cui la metà vive con meno di due dollari al giorno. Negli ultimi 10 anni, il 60 per cento dei rifugiati nel mondo proviene dai PMS, secondo i dati delle Nazioni Unite.

All’apertura della conferenza, il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon ha implorato i paesi ricchi e le agenzie di sviluppo di cambiare la loro visione dei PMS. È un obbligo morale, ha detto, alleviare per i popoli più vulnerabili il peso della povertà, della fame e delle malattie curabili.

“Investire nei PMS può servire da incoraggiamento per favorire e sostenere la ripresa e la stabilità economica globale. Questo sarebbe un buon affare”, ha detto Ban.

Agricoltura, una priorità

Investire in agricoltura è uno dei punti chiave per aiutare i PMS a risolvere il problema della sicurezza alimentare e di una adeguata alimentazione.

Nei paesi più poveri del mondo, il settore agricolo è stato trascurato per molti anni, secondo il rapporto “Un mondo senza PMS” lanciato dal forum della società civile a Istanbul l’8 maggio.

“La mancanza di investimenti per rafforzare il settore è stata aggravata dall’incertezza circa l’assetto della proprietà fondiaria, il mancato accesso ai finanziamenti e le carenze nei trasporti e nelle altre infrastrutture”, si legge nel rapporto.

Nel documento si dice inoltre che molti paesi sviluppati hanno ampiamente sovvenzionato i loro agricoltori e favorito lo smaltimento di cibo nel Sud attraverso le catene internazionali di distribuzione delle scorte sotto forma di aiuti alimentari. “Di conseguenza, molti MPS sono diventati importatori di cibo, senza perciò riuscire a trarre alcun beneficio dal recente aumento dei prezzi dei beni alimentari di base”.

Negli ultimi dieci mesi, da giugno 2010, l’impennata nei prezzi del cibo ha fatto precipitare 44 milioni di persone nella povertà, secondo la Banca mondiale.

Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale del commercio (Oms) Pascal Lamy, concorda con la società civile che la riduzione e l’eliminazione dei sussidi nel mondo sviluppato sono la chiave per costruire una produzione agricola nei PMS.

Lamy teme che i PMS vengano fondamentalmente truffati nell’economia mondiale – 48 paesi che insieme rappresentano appena l’uno per cento del commercio mondiale.

“In altre parole, il contributo degli scambi internazionali allo sviluppo dei PMS resta inadeguato”, ha detto Lamy alla conferenza. Il mondo, ha aggiunto, dovrebbe offrire ai PMS un migliore accesso al mercato.

Lamy ha convenuto con il segretario generale dell’Onu sul potenziale degli investimenti nei PMS. “Ci sono molti temi vitali che riguardano specificamente le regole che governano il commercio nei PMS e che richiedono decisioni urgenti. Mi auguro sinceramente che questa conferenza ci porterà nella giusta direzione”, ha detto Lamy.

Le idee per il cambiamento

Intanto, gli stessi PMS stanno fissando obiettivi ambiziosi per i prossimi anni: far uscire dal loro status almeno la metà dei paesi meno sviluppati entro il prossimo decennio, secondo l’attuale presidente del Global Coordination Bureau dei PMS, il primo ministro del Nepal, Jhala Nath Khanal.

Il numero di PMS è aumentato da 25 nel 1971 a 48 oggi: solo tre paesi – Botswana, Capo Verde e Maldive – sono riusciti ad uscire dalla categoria dei PMS, creata nel 1971.

Khanal spiega che l’obiettivo dei PMS è creare una crescita economica inclusiva e sostenibile, sradicare la povertà e costruire una società forte e resistente.

“Ciò sarà possibile solo con una capacità produttiva e infrastrutture economiche forti per alimentare una crescita rapida e inclusiva dei PMS”, ha dichiarato.

I PMS chiedono più risorse per investire nei settori produttivi, nello sviluppo del settore privato e in maggiore aiuti pubblici allo sviluppo dal mondo ricco. Chiedono inoltre la rimozione delle barriere tarrifarie e non-tariffarie, un effettivo accesso al mercato per tutti i loro prodotti, il rafforzamento del potere di scambio, sostegno al trasferimento di tecnologie verso i PMS e misure di aiuto per promuovere gli investimenti.

“La comunità internazionale e l’architettura globale devono occuparsi attivamente del problema degli impedimenti e delle opportunità per i PMS”, ha affermato il primo ministro nepalese. “La voce e la rappresentatività dei PMS dovrebbe essere garantita in tutti i forum internazionali perché abbiano effettivamente un ruolo nei processi di governance globale”. © IPS