BAHRAIN: Tagli alle tasse per aiutare le imprese colpite dalle turbolenze

MANAMA, 1 aprile 2011 (IPS) – Il Bahrain sta considerando la possibilità di tagli fiscali o di sospendere il pagamento delle tasse per le imprese, per aiutarle nella difficile fase economica che il paese sta attraversando a causa delle rivolte cominciate lo scorso febbraio. Da allora, si stimano perdite per 500 milioni di dollari.

Migliaia di persone in un raduno nel Bahrein Suad Hamada/IPS

Migliaia di persone in un raduno nel Bahrein
Suad Hamada/IPS

L’ancora di salvezza sarebbe principalmente rivolta alle piccole e medie imprese che rischiano la bancarotta e che dall’inizio delle manifestazioni e delle conseguenti repressioni per mano delle forze armate del Bahrain registrano guadagni spesso irrisori o nulli.

Il movimento di protesta nel Bahrain, cominciato il 14 febbraio con raduni e sit-in in cui si chiedeva la deposizione del regime al potere – si è ispirato alle rivolte in Tunisia e Egitto, ma adesso la crisi politica potrebbe trasformarsi in un vero e proprio conflitto settario tra la minoranza sunnita al governo e gli sciiti, che rappresentano il 70 percento della popolazione. Finora, almeno 24 persone sarebbero rimaste uccise durante le violenti repressioni governative delle proteste.

La Banca centrale del Bahrain (CBB) ha ordinato alle banche una ripianificazione dei prestiti alle imprese, in particolare le PME, per ridurre la pressione fiscale. Il governatore della CBB Rasheed Mohammed Al Maraj ha anche ribadito la disponibilità delle banche a cooperare con le istituzioni finanziarie per garantire la continuità delle operazioni bancarie per tutti i settori economici e per i privati in grado di contribuire alla crescita economica.

Particolarmente colpito il settore dei viaggi e del turismo, che contava su un afflusso di migliaia di turisti in occasione del Gran Premio di Formula Uno che quest’anno è saltato, così come una serie di conferenze internazionali che erano previste per la prima metà del 2011.

Secondo l’Ufficio delle dogane, nella prima giornata di Formula Uno dello scorso anno, erano entrati nel paese 11.185 veicoli e 23.637 visitatori; 12.334 veicoli e 35.548 turisti il secondo giorno; 11.999 veicoli e 24.311 visitatori il terzo giorno, e l’ultimo giorno 9.424 veicoli e 19.229 visitatori.

“Siamo rimasti colpiti al 100 percento dall’annullamento della Formula Uno: sono stati cancellati tutti i nostri biglietti aerei, le prenotazioni di alberghi e di auto, e i turisti [dei paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo] sono diminuiti del 50 percento”, ha segnalato all’IPS Abdullah Al Kubaisi, responsabile della Al Kubaisi Travel.

“In quel periodo tutte le agenzie di viaggio avevano registrato forti guadagni e c’era stato un boom del settore; adesso non eravamo pronti a un calo”, ha detto, sottolineando i timori di danni permanenti al settore, se alcuni uffici regionali con sede nel Bahrain dovessero decidere di trasferirsi in altre località vicine.

Al Kubaisi ha sottolineato che le entrate provenienti dal turismo saudita hanno subito un calo drastico. Secondo le statistiche ufficiali, l’anno scorso 17 milioni di visitatori – 8.046 al giorno – hanno attraversato la superstrada sopraelevata King Fahd, che unisce il Bahrain all’Arabia Saudita.

I lavoratori autonomi sono rimasti duramente colpiti dai continui disordini nel paese, per esempio, i tassisti. Saeed Khadem che lavora in questo campo da quindici anni, racconta di aver risentito molto della recente crisi, e che comincia ad avere difficoltà a rispondere ai bisogni quotidiani della famiglia. “Non è così solo per me, ma anche per tutti i miei colleghi: il più fortunato guadagna 50 dollari al giorno, che è pochissimo, e la maggior parte se ne va in benzina”, ha detto.

Saeed lavora nella città di Juffair, e ogni giorno lavora con moltissimi stranieri, turisti e visitatori di passaggio.

Anche il settore alberghiero è stato colpito, con un calo dal 90 al 25 percento delle prenotazioni. Aqeel Eaees, direttore esecutivo del Gulf Hotels Group, afferma: “L’attività ha rallentato, gli hotel hanno chiuso alcune delle camere e suite, e ridotto l’orario di apertura dei ristoranti”.

Neanche le imprese internazionali sono riuscite a sfuggite alla crisi. La Microsoft prevede basse entrate per la fine dell’anno finanziario, che finisce a giugno. Il principale cliente della regione, Badea Esbaee, ha spiegato alla stampa locale che la sua impresa non ha potuto aggiornare i software per la gestione delle imprese del Bahrain. “Nessuna società ha cancellato il contratto con noi, ma molti hanno rinviato il consueto aggiornamento dei sistemi informativi”, ha detto.

Non esistono dati ufficiali sulle perdite finanziarie causate dalle proteste nel Bahrain, ma gli analisti stimano che dovrebbero aggirarsi intorno ai 500 milioni di dollari. “Tutti i settori nel Bahrain hanno sofferto per questa situazione nel paese, anche quello alimentare, soprattutto perché gli abituali visitatori dei paesi del Golfo non sono più venuti”, ha spiegato l’imprenditore Abdulrahman Fakhro. A sua detta, se la situazione non migliorerà, molte imprese saranno costrette a chiudere e a licenziare i lavoratori locali e stranieri.

Per risollevare l’economia del Bahrain, il principe saudita Talal bin Abdulaziz Al Saud ha annunciato in una recente visita nel paese alcuni programmi di investimento. I progetti, ha detto, sono intesi a valutare l’opportunità di nuovi investimenti che al tempo stesso sosterrebbero lo sviluppo delle banche e delle imprese locali.

Il Bahrain si è salvato dalle conseguenze più gravi della crisi finanziaria globale grazie alle sue politiche di investimenti esteri. Ma adesso i conflitti politici stanno scuotendo le finanze del paese, che da tempo è un fulcro regionale per diversi settori, per le sue politiche di mercato aperto e le normative commerciali flessibili.

In una recente visita ufficiale in Turchia, il ministro degli Affari Esteri del Bahrain Shaikh Khalid Al Khalifa ha annunciato che al momento la priorità del regime è assicurare sicurezza e stabilità. © IPS