COMUNICAZIONI: Un nuovo software contro la censura di Teheran

SAN FRANCISCO, California, 27 aprile 2010 (IPS) – Mentre il governo iraniano intensifica gli sforzi per limitare la libertà su Internet, il giovane programmatore statunitense Austin Heap dice di aver elaborato un nuovo software che permetterebbe agli iraniani di sfuggire al controllo dei loro censori.

Courtesy of Andy Hall/Observer Courtesy of Andy Hall/Observer

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Courtesy of Andy Hall/Observer

In risposta alle diffuse azioni repressive messe in atto dopo le elezioni presidenziali in Iran del giugno 2009, il Centro di ricerca sulla censura (CRC) con sede a San Francisco ha sviluppato un software che garantisce l’accesso a Internet in modalità anonima e permette di navigare senza filtri.

Haystack, letteralmente pagliaio, è il nome del software che si basa su una complessa formula matematica per nascondere la vera identità dell’utente in rete e permettere l’accesso ai social network bloccati dal governo iraniano, come YouTube, Facebook, Gmail e Twitter.

“Ora possiamo mettere in pratica i nostri sforzi per far sì che gli iraniani riescano a usare Internet senza i filtri posti dal loro governo”, ha dichiarato all’IPS Austin Heap, direttore esecutivo del CRC.

Lo scorso 14 aprile, Heap ha infatti appreso che il CRC era stato autorizzato dal governo americano a esportare il software anti filtri in Iran.

Cinque giorni dopo, il Kayhan, un quotidiano ultraconservatore di Teheran, descriveva l’impegno statunitense a sostegno dei provvedimenti contro la censura come “un’operazione della CIA per intensificare lo spionaggio” contro la Repubblica islamica e un tentativo di incoraggiare l’opposizione politica.

Heap ha dichiarato all’IPS di aver sperimentato il software nel giugno del 2009 con “grande successo”. Ha spiegato che la differenza sostanziale di Haystack rispetto agli altri programmi anti filtro è che “i dati generati con Haystack appaiono ‘normali’ e sembra che l’utente stia navigando su un sito innocuo, come weather.com, e scaricando semplici foto”.

“Gli utenti che utilizzano i software anti filtro tradizionali sono quasi sempre facilmente rintracciabili (in questo caso dal governo)”, ha aggiunto. “Ma con Haystack è diverso, perché nasconde completamente tutti i dati”.

L’esportazione di prodotti e servizi Usa in Iran è possibile solo se autorizzata dall’Ufficio di controllo dei beni stranieri del Dipartimento del Tesoro (OFAC). La decisione dell’OFAC di approvare l’uso di questo software si spiega alla luce delle forti manovre attuate dall’amministrazione Obama per promuovere l’accesso alla rete a livello globale.

“Nelle manifestazioni seguite alle elezioni presidenziali iraniane, il breve filmato di un telefono cellulare che ritraeva la sanguinosa uccisione di una giovane ha fornito una prova digitale della brutalità del governo”, ha dichiarato lo scorso 21 gennaio il segretario di Stato Hillary Clinton in un discorso ufficiale sulla libertà di Internet.

“E il loro coraggio – ha aggiunto – sta ridefinendo il modo in cui la tecnologia viene usata per diffondere la verità e denunciare l’ingiustizia”.

Secondo gli analisti, il governo iraniano si sarebbe affidato ad avanzati sistemi di filtraggio capaci di bloccare i programmi anti filtro tradizionali. Ma Heap sostiene che con Haystack è un’altra cosa.

“Abbiamo programmato il nostro network in modo tale che bloccarlo risulta incredibilmente difficile. Se il governo vuole bloccare Haystack e tutti gli altri programmi anti filtro, può solo spegnere Internet”.

Secondo quanto dichiarato all’IPS da Ali Akbar Mousavi Khoeini, ex parlamentare iraniano ed ex vicepresidente della commissione per le comunicazioni, “il rallentamento nella trasmissione dei dati su Internet e la restrizione dell’accesso pubblico all’informazione… vanno contro la costituzione iraniana e contro il piano di sviluppo nazionale. Sono inoltre in netta contraddizione con gli impegni internazionali presi dall’Iran con organismi come l’Unione internazionale delle telecomunicazioni (ITU)”.

Ha poi aggiunto che questa “è anche una stupida guerra contro la tecnologia e contro quella fascia della popolazione iraniana formata dai professionisti ”.

Khoeini si è detto impaziente di vedere Haystack in funzione, un desiderio condiviso anche da un giovane attivista del web di 26 anni di Teheran.

Il giovane, che ha preferito rimanere anonimo, ha dichiarato all’IPS: “Haystack ha avuto tantissima pubblicità fuori dall’Iran, ma io ancora non ho visto nessuno che abbia testato il software nel nostro paese; abbiamo imparato a sospettare di ciò che fa tanto rumore”.

“Se funziona in Iran – ha aggiunto – sarà un grande regalo anche per tutti quelli che vivono dove l’informazione viene repressa”.

Secondo quanto dichiarato da Heap, il Centro ha effettuato per mesi diversi test in Iran, per assicurarsi che il programma funzioni secondo le aspettative.

“Haystack è compatibile con Mac, Windows e Linux ed è semplice da installare, basta scaricarlo e fare doppio click. Stiamo cercando di aumentare la capacità della rete, per ora Haystack funziona solo su invito”, ha spiegato.

Il software è stato progettato espressamente per “ambienti a banda limitata” o per le zone dove ci si connette normalmente con un modem dial-up.

Haystack svolge due tipi di azioni: in primo luogo, cripta tutti i dati che provengono dal computer in modo tale che, se anche dovessero cadere nelle mani degli ispettori governativi, non conterrebbero nulla di utile e sarebbero impossibili da decifrare.

Successivamente, il software nasconde i dati criptati in precedenza in quello che sembra essere normale traffico Internet e che, all’occhio dell’osservatore esterno, appare del tutto innocuo.

Alla domanda su quale fosse il metodo più sicuro per utilizzare il programma senza rischiare di essere rintracciati, Heap ha risposto che il modo più semplice per spostare i dati è farlo in modalità offline, spostandoli manualmente, masterizzandoli su un cd o condividendoli con altri attraverso un dispositivo USB.

Ha poi precisato che “in teoria il governo iraniano potrebbe monitorare tutto il traffico non criptato che si sposta sulla rete nazionale. Se per esempio ci si trova in Iran e si visita il sito haystacknetwork.com o torproject.org senza navigare con una connessione criptata, si è assolutamente rintracciabili”.

Secondo Heap, quando si ha a che fare con la censura di Internet “è sempre come giocare al gatto e al topo: per quanto ci sforziamo di garantire la possibilità di comunicare e di informarsi, ci sarà sempre un gruppo di persone in Iran che lavorerà per farci fallire”. © IPS