DISARMO: Il Giappone chiede di andare avanti nella ‘revisione nucleare’ Usa

BERLINO, 25 marzo 2010 (IPS) – Parlamentari e attivisti giapponesi ripongono forti speranze nella tanto discussa Nuclear Posture Review (NPR), la revisione del nucleare Usa, cui l’amministrazione di Barack Obama sta dando gli ultimi ritocchi.

Ordinata dal Congresso Usa, questa revisione segnerà i toni e la direzione della linea americana sul nucleare per i prossimi cinque o dieci anni.

Erano quasi vent’anni, dalla fine della guerra fredda, che non si vedevano cambiamenti sul tema della politica nucleare. I governi di Bill Clinton e di George W. Bush avevano espresso la loro posizione al riguardo rispettivamente nel 1994 e nel 2001.

Il Giappone è l’unico paese ad aver subito un bombardamento nucleare, su Hiroshima e Nagasaki nel 1945, ed è quindi impaziente di vedere quale sarà il nuovo orientamento del ruolo e del programma delle forze nucleari Usa – in particolare considerata la ricorrente minaccia proveniente dalla Corea del Nord.

In un’intervista via e-mail da Tokyo, l’ex viceministro giapponese per gli Affari Esteri Masayoshi Hamada ha affermato: “La possibilità che il Giappone venga coinvolto in un massiccio piano di disarmo nucleare è ben lontana da noi”.

Hamada, che rappresenta il Partito d’opposizione Komei al Senato (Camera dei Consiglieri) è tra i 204 membri delle due camere del parlamento giapponese (Dieta), firmatari di una lettera indirizzata al Presidente Obama, al Secretario di Stato Usa Hillary Clinton, al Secretario per la Difesa Robert Gates e agli alti funzionari del Congresso. Nel documento si chiede la ripresa dei Colloqui per limitare le armi strategiche (Strategic Arms Limitation Talks, START) tra Stati Uniti e Russia, per ridurre il numero delle armi nucleari.

Questa lettera fa seguito ad una prima missiva inviata dal Ministro degli Esteri Katsuya Okada a Bill Clinton nel dicembre 2009, in cui Okada prendeva le distanze dal sostegno del governo giapponese precedente nei confronti di una forte posizione Usa per il nucleare, e si diceva preoccupato che alcuni funzionari giapponesi potessero aver fatto pressioni sugli Usa per dissuaderlo dal ridurre il proprio arsenale nucleare – un atteggiamento che “sarebbe stato chiaramente discordante dalla mia posizione, favorevole al disarmo nucleare”.

La lettera di Okada sosteneva inoltre l’idea di ridurre il peso delle armi nucleari come un deterrente al loro uso, e di vietare l’impiego di queste armi contro gli stati firmatari del Trattato di non proliferazione (NPT).

La lettera inviata dai parlamentari menziona una serie di incontri come l’imminente vertice sulla sicurezza nucleare a Washington in aprile e la conferenza per la revisione del NPT il mese successivo a New York.

Molti si chiedono se la lettera dei membri della Dieta avrà un qualche effetto sulla revisione dell’amministrazione Obama e sulla decisione del Congresso Usa, soprattutto perché è stata firmata da appena 204 dei 700 parlamentari.

“Il fatto che i firmatari siano solo 204 non significa che gli altri si siano opposti o fossero riluttanti a firmarla”, dice Akira Kawasaki, del comitato esecutivo di Peace Boat, un gruppo internazionale con sede in Giappone con funzioni di consulenza della co-presidenza australiana e giapponese della Commissione internazionale per la Non Proliferazione nucleare e il Disarmo (ICNND)

“Il Partito comunista non ha firmato perché riteneva che il documento fosse troppo moderato, ed era più propenso a passi avanti più coraggiosi verso il disarmo”, ha risposto Kawasaki in un’intervista e-mail da Tokyo.

Hans M. Kristensen, direttore del Nuclear Information Project della Federazione degli scienziati americani degli Usa ha dichiarato via e-mail da Washington: “La lettera (dei parlamentari), unita alle dichiarazioni del governo giapponese, ha l’importante funzione di dire forte e chiaro che il più importante alleato degli Usa nel Pacifico non è contrario alla posizione sul disarmo nucleare dell’amministrazione Obama; e non sostiene solo una limitazione delle armi nucleari, ma anche una riduzione del loro uso e della loro missione”.

La NPR riaffermerà l’impegno degli Stati Uniti ad estendere la strategia della deterrenza nucleare nel Pacifico (e altrove) ma ha anche il sostegno del Giappone per ridurre sia il numero sia le missioni, ha detto Kristemsen in un’intervista via e-mail.

Gregory Kulacki, esperto analista e project manager per la Cina alla Union of Concerned Scientists negli Usa, intervistato sulla posizione di una parte dell’élite politica giapponese, secondo cui la nuova dottrina nucleare di Obama esporrebbe il Giappone alla minaccia nucleare della Cina e anche della Corea del Nord, spiega di aver condotto una ricerca approfondita su questo tema.

“Nonostante il timore di alcuni esperti della sicurezza nucleare del Ministero degli Esteri e della Difesa (a Tokyo) di cambiamenti significativi nella nuova linea degli Usa, non c’è di fatto nessuna possibilità che questi timori possano danneggiare l’alleanza, o portino a cambiamenti nella posizione dell’élite giapponese circa il loro forte sostegno al NPT e al disarmo nucleare”, ha detto Kulacki da Cambridge, Massachusetts.

“Il governo del Giappone – sostiene Kulacki – ha sostenuto con vigore le raccomandazioni della ICNND per una dichiarazione immediata degli Stati Uniti in cui si dicesse che le armi nucleari Usa hanno un'unica funzione di deterrente e, solo in ultima istanza, di risposta all’uso di armi nucleari da parte di un altro paese”. ©IPS