INTERVISTA: Creare una nuova agenzia per le donne in Africa

NAZIONI UNITE, 12 novembre 2009 (IPS) – Il 14 Settembre l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che autorizza la creazione di una nuova agenzia Onu per le donne.

Naisola Likimani FEMNET

Naisola Likimani
FEMNET

La nuova entità riunirà le quattro agenzie dell’Onu già esistenti che si occupano di tematiche di genere: Unifem, Divisione per l’avanzamento delle donne (Daw), Istituto internazionale di ricerca e formazione per l’avanzamento delle donne (Instraw) e Ufficio del consigliere speciale per le tematiche di genere (Osagi).

Le organizzazioni della società civile si sono battute a lungo per un’agenzia dedicata alle donne, e nel 2008 hanno unito i loro sforzi nella campagna per una “Riforma strutturale per la parità di genere” (Gender Equality Architecture Reform, GEAR), che ha coinvolto circa 310 organizzazioni.

IPS ha parlato con Naisola Likimani di Femnet (Rete di Sviluppo e Comunicazione delle Donne Africane) delle opportunità e delle sfide di una nuova agenzia guidata da un sottosegretario generale. Dalla sua sede di Nairobi, in Kenia, Likimani è inoltre il punto di riferimento in Africa per la campagna GEAR. Estratti dell’intervista:

D: Quale sarà la sede della nuova agenzia?

NAISOLA LIKIMANI: Dovrebbe essere in Africa, in una capitale facilmente accessibile.

L’Africa è rimasta indietro nella realizzazione dei diritti delle donne, per quanto riguarda ad esempio i tassi di mortalità materna e infantile e l’incidenza delle malattie, i crescenti tassi di povertà e femminizzazione della povertà della regione e le differenze tra uomini e donne nell’accesso all’educazione primaria e secondaria, per citare alcuni esempi.

Collocare la nuova agenzia in Africa significherebbe richiamare l’attenzione del mondo su queste disparità rendendo prioritaria una distribuzione delle risorse più strategica.

D: Quali saranno le principali sfide e opportunità che comporta la creazione della nuova agenzia?

NL: La questione femminile potrà beneficiare di una maggiore attenzione, come è successo in passato per altri temi legati all’ambiente o all’infanzia.

La nuova agenzia fornirà inoltre una politica globale più coerente in materia di uguaglianza di genere, offrendo un uso più strategico delle risorse rispetto al modo frammentario con cui il tema viene gestito oggi dalle Nazioni Unite.

Una sfida è unire quattro strutture in un solo organismo, in una sorta di fusione. Armonizzare le culture delle quattro entità per facilitare il compito della nuova struttura è al tempo stesso un’opportunità e una sfida.

D: Quali dovrebbero essere le priorità del sottosegretario generale (USG) durante il primo anno di lavoro?

NL: Femnet ritiene fondamentale che il sottosegretario generale sia una donna, in special modo nel momento della creazione di questo ente.

Durante il primo anno dovrà stabilire l’ufficio, negoziare e definire il mandato della nuova entità in relazione alle Nazioni Unite e mobilitare un finanziamento ambizioso e regolare.

Deve assicurare che all’istituzione venga destinato almeno un miliardo di dollari, con piani di incremento per gli anni a seguire.

Un’altra priorità sarà accelerare l’applicazione degli standard dei diritti umani internazionali che tutelano e promuovono i diritti delle donne.

IPS: C’è molto fermento tra società civile e Nazioni Unite riguardo all’empowerment delle donne, e sembra che l’agenzia adotterà una strategia dal basso verso l’alto, a partire dalla società civile. Pensa che si presenteranno conflitti d’interesse?

NL: Bisogna sapere che la nuova agenzia fa parte del complesso delle Nazioni Unite e che è creata dagli stati membri. Le consultazioni saranno la chiave del suo modo di lavorare con gli stati membri, gli altri soggetti Onu e la società civile. L’importante è che non si perda il contatto con la realtà della vita delle donne.

Femnet anticipa una partecipazione sistematica e piena di significato della società civile in questa nuova agenzia, e in particolare nel Consiglio Esecutivo. La campagna per la creazione di questa nuova agenzia è la prova che Onu e società civile possono lavorare fianco a fianco per il bene comune.

D: Quale sarà il contributo che la Sua organizzazione darà alla nuova agenzia delle donne per quanto riguarda obiettivi ed informazione?

Come centro regionale della campagna GEAR, Femnet è stata molto attiva nel proporre la creazione di una nuova entità.

Femnet, in quanto organizzazione basata su partecipanti locali, è inoltre pronta ad essere un alleato chiave in Africa, fornendo supporto tecnico e pubblicizzando l’agenzia e le sue iniziative, che sono la chiave per lo sviluppo delle donne in Africa. © IPS

*IPS sta svolgendo una serie di interviste sulla decisione delle Nazioni Unite di creare una nuova agenzia Onu per le donne.