AMBIENTE-SUDAFRICA: Rifiuti, è il capitale a decidere

DURBAN, 13 marzo 2009 (IPS) – Il governo del Sudafrica ha ricevuto aspre critiche dall’Ong per la giustizia ambientale GroundWork, per non aver fornito dati precisi sulla produzione di rifiuti nel paese.

E questo proprio mentre il governo sta discutendo alcuni emendamenti alla Legge nazionale per la gestione ambientale dei rifiuti.

La nuova legislazione sui rifiuti “arriva troppo tardi, e non stabilisce norme e indicazioni chiare”, lamenta GroundWork. Secondo l’organizzazione, la politica sudafricana sui rifiuti sarebbe antidemocratica, e favorirebbe la creazione di una società-pattumiera, impoverendo ulteriormente i poveri e inquinando l’ambiente. Ci vogliono politiche che tutelino gli interessi delle persone e dell’ambiente, sostiene GroundWork, e non dell’industria.

D: Qual è lo stato della giustizia ambientale in Sudafrica?

Bobby Peek: Dall’apartheid, il governo del Sudafrica ha dichiarato che il punto di partenza della sua politica è lo sviluppo. Eppure, i progetti pubblici di sviluppo non tengono conto dei bisogni concreti delle persone.

Le strategie del Sudafrica per lo sviluppo tendono a sostenere la crescita industriale ed economica. Non sono centrate sulle persone, e non fanno gli interessi della popolazione. In realtà, violano i diritti alla proprietà, alla terra, alla salute, ecc.

D: Cosa porterà la nuova Legge nazionale per la gestione ambientale dei rifiuti – è positiva o negativa?

BP: La legge sui rifiuti farà in modo che il governo disciplini l’industria, per garantire che i rifiuti industriali non abbiano un impatto sulla vita della popolazione. È un passo avanti, ma arriva troppo tardi. È dal 1994 che chiediamo una legislazione di questo tipo.

La Legge, per esempio, assegnerà ai comuni i servizi di rimozione dei rifiuti, non solo nelle aree urbane, ma anche in quelle periferiche e rurali. Dopo la sua approvazione, le organizzazioni per la giustizia ambientale, come GroundWork, cercheranno di assicurarne l’attuazione, e in caso contrario, faremo in modo che le autorità locali ne rispondano.

Purtroppo, tenendo conto di tutti questi processi, ci vorranno ancora un paio d’anni perché la Legge entri pienamente in vigore.

D: Quali sono le politiche sui rifiuti in Sudafrica? Sono legate allo sviluppo sostenibile, di lungo periodo?

BP: Il governo sudafricano non tiene conto delle questioni ambientali, perché lo sviluppo ambientale si scontra con gli interessi del Ministero del commercio e industria, e con il Dipartimento minerali e energia.

Il governo è contrario alla legislazione e ai processi di valutazione sull’impatto ambientale, per aiutare l’industria ad operare senza doversi preoccupare dei danni ambientali che potrebbe causare. Le politiche sui rifiuti sudafricane stanno sostanzialmente deturpando la nazione, perché riempiono la società di rifiuti.

Questo significa che il Sudafrica non riuscirà a raggiungere l’Obiettivo di sviluppo del millennio numero 7, che punta alla sostenibilità ambientale a lungo termine.

D: Nel rapporto di GroundWork sulla gestione dei rifiuti, lei dice che “il capitale determina la produzione dei rifiuti” in Sudafrica. Cosa intende?

BP: Per fare un esempio, l’83 per cento dei rifiuti sudafricani viene prodotto dalle compagnie minerarie ma, ironicamente, queste sono state escluse dalla Legge sui rifiuti, e non risponderanno alle sue normative. Eppure, i rifiuti minerari stanno uccidendo la gente perché provocano gravi danni ambientali alle nostre falde acquifere con l’uranio. Ma il governo non vuole mettersi contro di loro, perché l’industria mineraria genera capitale.

D: C’è un legame tra la produzione di rifiuti e l’aumento della povertà?

BP: Le comunità rurali povere sono quelle che soffrono di più, perché i rifiuti vengono scaricati in aree dove la popolazione è già emarginata, e non ha voce in capitolo per potersi difendere.

Quando produciamo rifiuti, generiamo un impatto sull’ambiente, e le persone hanno bisogno di un ambiente pulito per potersi mantenere in salute. Uno dei nostri studi ha mostrato che i sudafricani perdono nove giorni lavorativi ogni anno per problemi di salute causati dall’inquinamento dell’aria. La maggior parte di queste persone non guadagna se non può lavorare.

A peggiorare le cose, la mancanza di accesso della popolazione ai servizi sanitari, che per di più non sono adeguati per garantire un buono stato di salute.

D: Quali sono i principali problemi nella sanità provocati dai rifiuti in Sudafrica?

BP: Come risultato della massa di rifiuti che produciamo, i nostri corpi accumulano grosse quantità di tossine, in particolare diossine e metalli pesanti, con effetti negativi sui nostri sistemi immunitari, endocrini e riproduttivi.

Le scorie di mercurio, ad esempio, prodotte dagli impianti elettrici alimentati a carbone in tutto il paese, hanno un impatto negativo diretto sui feti, e provocano malformazioni. L’inquinamento da piombo rallenta lo sviluppo cognitivo del bambino.

L’inquinamento dell’aria nelle aree altamente industrializzate, come il bacino di Durban nel KwaZulu-Natal, provoca asma, malattie della pelle e tumori. I casi di leucemia nell’area hanno un’incidenza 24 volte superiore rispetto alla media nazionale.