POPOLAZIONE-INDIA: La soluzione è la pillola del giorno dopo?

NUOVA DELHI, 18 luglio 2008 (IPS) – In India le gravidanze indesiderate e gli aborti insicuri restano un problema serio, ma alcuni medici cominciano a promuovere l’uso della pillola per la contraccezione d’emergenza come possibile soluzione, benché le condizioni nel paese appaiano tutt’altro che incoraggianti.

Nitin Jugran Bahuguna/IPS Nitin Jugran Bahuguna/IPS

Nitin Jugran Bahuguna/IPS
Nitin Jugran Bahuguna/IPS

Introdotta lo scorso anno sul mercato indiano come farmaco da vendersi su ricetta medica, la pillola del giorno dopo è ancora per lo più sconosciuta nel paese, dove solo una donna su 100 ne conosce il funzionamento, segnala Narendra Malhotra, presidente della Federazione delle Società indiane di ostetricia e ginecologia (FOGSI).

”La contraccezione d’emergenza è un metodo contraccettivo unico, che può prevenire la gravidanza quasi nel 90 per cento delle donne, dopo aver praticato sesso non protetto”, spiega Malhotra. “Rappresenta un’opportunità per sfuggire alla trappola della gravidanza indesiderata e dell’aborto insicuro, che influiscono sugli alti tassi di mortalità materna in questa parte del mondo”.

Il problema è che in India i farmaci da ricetta, come la pillola del giorno dopo, si possono acquistare facilmente senza prescrizione, in un paese con scarse normative sulla vendita di prodotti farmaceutici al dettaglio. Si sa che molte donne, tra cui ragazze adolescenti, acquistano e utilizzano la pillola del giorno dopo in modo indiscriminato.

In genere, chi fa uso della contraccezione d’emergenza la confonde con la pillola abortiva, che va assunta in caso di mancata mestruazione, osserva Malhotra.

Quando Sushma, 23 anni, appena sposata, ha saltato un ciclo, ha deciso di provare una pillola del giorno dopo (la I-Pill), molto pubblicizzata in televisione e su una nota rivista femminile. Nonostante l’assunzione ripetuta, il ciclo non è ricomparso, e la ragazza ha consultato Malhotra, che dopo un’ecografia ha scoperto una gravidanza di sei settimane. Sushma (il cognome è stato occultato) ha dovuto effettuare un’interruzione volontaria di gravidanza, visto che l’overdose di pillole del giorno dopo avrebbe potuto danneggiare il feto, ha spiegato il medico. “La pubblicità rischia di diffondere un’informazione scorretta”, ha affermato.

La pillola per la contraccezione d’emergenza contiene un ormone progestinico chiamato levonorgestrel, altamente efficace e con minimi effetti collaterali. Ha la stessa composizione chimica di altre pillole contraccettive, ma in questo caso la dose di levonorgestrel è maggiore e, se assunta immediatamente dopo un rapporto sessuale non protetto, riduce al minimo il rischio di gravidanza.

Finora in India i contraccettivi ormonali hanno avuto una storia controversia. Le sostanze iniettabili come il Depo-Provera (medrossiprogesterone acetato), benché garantito dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) come un “metodo di contraccezione sicuro, efficace e adeguato, in particolare per le donne che allattano e sensibili agli estrogeni”, hanno avuto effetti addirittura disastrosi nei villaggi e nelle aree più remote, a causa degli scarsi servizi medici.

Intanto, la salute materna in India resta un tema critico, con solo il 34 per cento delle nascite assistite da personale specializzato. L’India spende appena lo 0,9 per cento del PIL nella sanità, e il tasso di mortalità materna nel paese è di circa 400 ogni 100mila nascite, riferisce la FOGSI, la maggiore organizzazione di ginecologia al mondo e il principale ente professionale in India, con 23mila membri in 192 città.

La ricerca, dichiara la FOGSI, mostra che il 78 per cento delle gravidanze in India non sono pianificate, e almeno nel 25 dei casi si tratta di gravidanze indesiderate. Il che comporta un alto numero di aborti (undici milioni l’anno), di cui la metà insicuri e associati ad un’alta incidenza di malattie e di mortalità.

Nel tentativo di ridurre il numero di gravidanze indesiderate in India, la FOGSI, in collaborazione con la Family Planning Association of India (FPAI), ha lanciato una campagna di sensibilizzazione sulla pillola per la contraccezione d’emergenza, che dovrebbe interessare tutti gli stati del paese asiatico.

Secondo i test clinici, la pillola del giorno dopo può interrompere la gravidanza in oltre l’89 per cento dei casi, se assunta il prima possibile, e non oltre le 72 ore dopo aver praticato sesso non protetto, spiega Mandarini Parihar, ex presidente della FOGSI. Può essere utilizzata in caso di rottura del profilattico, se il diaframma o la spirale si spostano durante il rapporto, dopo una violenza sessuale o nel caso di un rapporto non protetto.

Ma anche Parihar avverte che la pillola del giorno dopo non può sostituire i contraccettivi orali o iniettabili, e dovrebbe essere assunta solo nei casi di emergenza, come lo stesso nome suggerisce. “L’uso prolungato o l’abuso può provocare un ciclo mestruale irregolare e comportare effetti collaterali come nausea e vomito”, segnala.

Il prerequisito fondamentale in questo caso, sottolinea J.B. Babbar della FPAI, è educare le donne al corretto uso della pillola, in modo da non ricorrere a questo metodo con regolarità, ma utilizzarlo esclusivamente nelle situazioni di emergenza.

”Ciò che tutti devono capire è che non esiste nessun metodo contraccettivo ideale per tutte le donne in tutte le circostanze”, osserva Parihar. “Secondo i bisogni e le necessità di una donna, anche il tipo e la scelta della contraccezione cambiano, ma è giusto avere la possibilità di scegliere”, dichiara.