IRAQ: La pace ingannevole di Fallujah

FALLUJAH, 29 agosto 2007 (IPS) – In questi giorni Fallujah è tranquilla; dopo tutte le battaglie e le devastazioni dal 2004, le forze americane e irachene proclamano questo successo, ma molti abitanti non ne sono così convinti.

Fallujah, 60 chilometri a ovest di Baghdad, ha attuato una delle più strenue resistenze alle forze Usa e ai loro collaboratori iracheni. Queste forze hanno guidato due durissimi attacchi alla città, ad aprile e novembre del 2004, distruggendone tre quarti, e uccidendo moltissime persone.

Non si è fatto molto per la ricostruzione.

In città non c’è più la resistenza di un tempo, né quel tipo di pericoli. “Siamo molto felici perché la nostra città è pacifica e tranquilla dopo quei combattimenti in cui migliaia di concittadini sono rimasti uccisi”; ha detto all’IPS un capitano delle forze di polizia locale di Fallujah, chiedendo l’anonimato. “Ora possiamo pattugliare le strade senza paura, e arrestare chiunque sospettiamo di terrorismo”.

Abbiamo subito abbastanza, sostengono i residenti. Oggi, centinaia di sospetti combattenti per la resistenza vengono trattenuti alla stazione di polizia di Fallujah. Molti sono stati uccisi per strada, e la polizia parla di “corpi non identificati”.

Tra coloro che vengono trovati morti, molti erano stati precedentemente arrestati, riferiscono testimoni e parenti di alcuni degli uomini uccisi.

”È un comportamento fascista che dimostra la brutalità degli americani e del cosiddetto governo iracheno”; ha detto all’IPS un ex membro del consiglio cittadino di Fallujah che chiede di essere chiamato Mahmood. “Questi giovani sono stati giustiziati senza alcun processo: una brutalità che non esisteva nella nostra città prima dell’occupazione”.

Anche i giornalisti in città sono tranquilli dopo l’arresto e la detenzione di alcuni di loro per diversi giorni. Uno dei giornalisti trattenuti ha parlato con l’IPS chiedendo l’anonimato. Visibilmente scosso, ha riferito le parole di un maggiore della polizia di Fallujah, il quale sosteneva che si era abusato della libertà dei media e che la polizia non l’avrebbe più tollerata; il maggiore gli aveva inoltre detto “trasmetterete al mondo ciò che vi diremo noi, non le informazioni che prenderete dalla strada”.

Secondo i residenti però, la ragione per la quale la città appare relativamente tranquilla sarebbe un'altra.

”Certo che la città è tranquilla”, ha detto all’IPS Rahemm Othman, insegnante della scuola superiore. “Vietano qualunque movimento con la macchina, quindi la città è tranquilla come la morte. Qui siamo sottoposti a una morte lenta, e il mondo ne gioisce”. A maggio, polizia locale e forze militari Usa hanno vietato qualunque spostamento in auto.

Quindi tutto è più caro. “Una tanica di gas propano costa oltre 20 dollari, e i generi alimentari sono inaccessibili”, ha detto all’IPS Um Muhammad, madre di quattro figli il cui marito è stato arrestato quattro mesi fa. “Non ho alcun reddito, e la gente che prima mi aiutava non può più farlo. Tutti stanno diventando poveri perché nessuno può andare a lavorare”.

Anche i servizi sanitari continuano a subire le conseguenze del divieto ai veicoli. Medici dell’Ospedale generale di Fallujah hanno riferito all’IPS che il governo a Baghdad non li rifornisce con medicine e attrezzature mediche.

”I funzionari del Ministero della salute ci hanno detto che siamo terroristi, e quindi non meritiamo il loro sostegno”, ha dichiarato un medico. “Come se fossero padroni del denaro iracheno e spettasse a loro decidere se concederlo o meno”.

Il Ministero della salute era guidato da Ali al-Shemari, appartenente al gruppo del religioso sciita Muqtada al-Sadr, fino alla data del ritiro di Sadr dal governo, il 16 aprile.

”Dire che Fallujah sia tranquilla è la verità, e potete constatarlo sulle strade della città”, ha detto lo Sceicco Salim del Consiglio degli studenti di Fallujah. “La città è praticamente morta, e la morte è tranquilla”.

Uno dopo l’altro, i residenti parlano di Fallujah facendo riferimento alla tranquillità della morte. Le strade sono vuote tranne per i pochi diretti in ospedale, o in qualche raro mercato ancora aperto. Molti negozi rimangono chiusi, altri aprono solo per poche ore.

I residenti sostengono che la disoccupazione supera l’80 per cento. La maggior parte di chi ha un lavoro ha un impiego di governo. L’enorme area industriale è stata chiusa dalle unità delle forze militari americane e irachene.

”Dopo aver sacrificato migliaia dei nostri cari, gli americani e i loro seguaci vogliono uccidere noi che siamo rimasti”, ha detto una donna cinquantenne al campo di calcio trasformato in cimitero dopo l’assedio alla città degli americani avvenuto nell’aprile 2004, nel quale – secondo i residenti – sarebbero morte almeno 700 persone.

Deciso a dimostrare il progresso in Iraq, il Generale David Petraeus – il più alto comandante Usa in Iraq – pensa di rimuovere le truppe Usa da diverse aree nelle quali i comandanti sostengono che la sicurezza sia migliorata, compresa Fallujah.

Tuttavia, la resistenza non è si è spenta del tutto. Cinque soldati americani sono stati uccisi il 14 agosto, quando il loro elicottero è stato abbattuto vicino alla base aerea di al-Taqaddum, nella periferia di Fallujah.

A luglio, almeno 20 soldati americani sono stati uccisi nella provincia di al-Anbar, ad ovest di Baghdad, molti di loro nell’area di Fallujah. Secondo il Dipartimento Americano della difesa, 1.257 soldati Usa sono morti nella provincia di al-Anbar, molti di più rispetto a qualunque altra provincia irachena.