PENA DI MORTE: Buone prospettive per la moratoria Onu

NAZIONI UNITE, 4 luglio 2007 (IPS) – Tenacia, passione e un’eccezionale spinta politica dell’ultima ora da parte del Partito radicale transnazionale italiano e di Nessuno Tocchi Caino hanno portato l’alleanza per i diritti umani a un passo dall’obiettivo finale di una moratoria universale sulla pena di morte.

Il 18 giugno, il Consiglio dei ministri degli esteri europei riunito a Lussemburgo ha formalmente concordato di proporre la bozza di risoluzione per una moratoria Onu alla prossima sessione dell’Assemblea Generale dell’Onu prevista per settembre. ”Che si vinca o si perda, è comunque una riflessione importante sull’eccezionale peso che avrebbe l’abolizione della pena di morte per la causa dei diritti umani in tutto il mondo”, ha detto all’IPS Mark Warren, ricercatore legale esperto in applicazione del diritto internazionale per la pena di morte. Gli attivisti che si oppongono alla pena capitale speravano che i ministri avrebbero rimesso immediatamente al voto dell’Assemblea Generale Onu la risoluzione a lungo rimandata, ma diversi paesi europei hanno ritenuto necessaria un’ulteriore preparazione per assicurare il successo della risoluzione.

Infine, il ministro degli esteri francese Bernard Kouchner si è offerto di mediare per un compromesso che il Consiglio ha approvato all’unanimità, e ha insistito per fissare una data sicura di fronte ai ritardi della risoluzione: l’apertura della 62ª sessione dell’Assemblea Generale a settembre.

I rappresentanti di Amnesty International, organizzazione per i diritti umani che dal 1977 si batte per abolire la pena di morte, si sono detti favorevoli a questo rinvio, se i prossimi due mesi verranno dedicati a migliorare la proposta.

”Noi sosterremo questa risoluzione solo se sarà un’iniziativa di tutte le regioni e se sarà ben preparata”, ha detto all’IPS Yvonne Terlingen, capo dell’ufficio di Amnesty International presso l’Onu. “Riteniamo ci siano buone possibilità che questa risoluzione venga adottata e che costituisca una pietra miliare nell’abolizione della pena di morte”.

Nell’intento di accelerare le pressioni per la moratoria, che la sua organizzazione porta avanti da 13 anni, il presidente di Nessuno tocchi Caino e membro del Parlamento europeo Marco Pannella, il 16 aprile ha iniziato uno sciopero della fame e della sete che ha terminato ufficialmente dopo aver appreso la decisione del Consiglio dei ministri circa la risoluzione.

”Apprezziamo che la presentazione della risoluzione per la moratoria all’Assemblea Generale dell’Onu non sarà rinviata per sempre”, ha detto Pannella in una dichiarazione, dopo la fine del digiuno. “Si tratta di un enorme successo ed è il risultato della nostra iniziativa non violenta”.

Pannella ha poi attribuito il successo del suo partito all’appello di rinvio della proposta di moratoria firmato da decine di personalità internazionali, tra cui parlamentari europei e oltre 50 premi Nobel, tra cui Jody Williams, Nobel per la pace 1997.

”Credo che una moratoria universale sia un punto di riferimento, uno strumento per lavorare e continuare a insistere sui governi per l’eliminazione della pena capitale”, ha detto Williams all’IPS.

Anche il vicepresidente del Partito radicale transnazionale e membro del Parlamento europeo Marco Cappato ha sottoscritto l’appello, ed è ottimista sul fatto che la maggioranza dell’Assemblea Generale Onu voterà a favore della risoluzione.

”Anche lo scenario peggiore sarà uno scenario vincente”; ha detto Cappato all’IPS, pur ricordando il fallimento dei due precedenti tentativi di far approvare una moratoria sulla pena di morte.

”Sappiamo di avere molti nemici. A volte, il peggior nemico è la burocrazia”, ha detto Cappato. “Ogni passo in politica può essere contraddetto da una differente decisione”.

Nel 1994, la risoluzione Onu per una moratoria sulla pena di morte non fu approvata per otto voti, con l’astensione di 21 paesi, oggi tra i 27 membri dell’Ue. Nel 1999, l’Ue ha ritirato improvvisamente una risoluzione proposta dall’Italia: una decisione che l’Ambasciatore presso le Nazioni Unite Francesco Paolo Fulci ha definito insensata, citando una netta maggioranza di paesi allora favorevoli alla moratoria. Elisabetta Zamparutti, membro di Nessuno tocchi Caino e del Partito radicale transnazionale, si dice ottimista, e non si aspetta brutte sorprese per settembre.

”Ci stiamo lavorando dal 1993. Sappiamo esattamente quali paesi sono a favore, quali contrari e quali si asterranno dal voto”, ha detto all’IPS Zamparutti. “Siamo assolutamente certi che la risoluzione sarà approvata con oltre 100 voti a favore”.

Secondo Nessuno tocchi Caino, gli Stati Uniti voteranno contro. Nel 2006, gli Usa erano uno dei 25 paesi dove vige la pena di morte, insieme a Cina, Iran, Iraq e Arabia Saudita, considerati tra i maggiori esecutori nel mondo.

”I popoli dei diversi stati che ammettono la pena di morte hanno deciso di non abolirla attraverso un processo democratico”, ha detto all’IPS Rick Grenell, portavoce della missione Usa all’Onu, aggiungendo che, tuttavia, gli Usa potrebbero sostenere un’iniziativa Onu conforme alla legge.

”È piuttosto improbabile che una moratoria approvata dall’Onu influenzerà gli Usa sulla pena capitale”, ha detto Williams all’IPS. “[Questo] richiederà un’intensa pressione pubblica e azioni legali a livello nazionale e dei singoli stati”.

Un recente sondaggio di RT Strategies ha rivelato che il 58 per cento dei cittadini Usa crede che i tempi siano maturi per una moratoria sulla pena di morte, ma qualcuno ha messo in dubbio la validità di questo risultato per il modo in cui era stata impostata la domanda.

Claire Ivers, coordinatrice per l’Europa di Human Rights Watch, avverte dei possibili ostacoli che potrebbe incontrare una risoluzione prima di arrivare alla fase del voto all’Assemblea Generale.

”Dobbiamo stare molto attenti. È un problema di tattica e di tempismo”, ha detto all’IPS. “Nel peggiore dei casi, il fallimento della risoluzione rischierebbe di compromettere le norme sulla pena di morte, ma la questione non è molto chiara”, ha detto.

”Le resistenze verso una moratoria sono ancora abbastanza forti. Il punto sarà capire se è il momento giusto”, ha detto Warren all’IPS. “Non c’è da sorprendersi della consistente opposizione”.

Prima di passare per il voto dell’Assemblea Generale Onu, la risoluzione sarà rivista a settembre dal Consiglio dei ministri degli esteri europei, per decidere se la spinta è sufficiente per sopravvivere al processo della commissione. Se la risoluzione passerà all’Assemblea Generale, rimane poco chiaro quali saranno i risultati concreti, se ve ne saranno.

Gli attivisti per i diritti osservano che una risoluzione Onu non è legalmente vincolante per nessun membro, “ma è un’azione potente politicamente e moralmente”, ha detto Zamparutti all’IPS.

”Per le democrazie, l’abolizione può essere un processo complicato, e deve fronteggiare l’opinione pubblica”, ha detto Cappato, aggiungendo che una risoluzione Onu potrebbe incoraggiare l’abolizione della pena capitale nei paesi dove questa pratica è ancora in vigore”.