DIRITTI: I senza dimora sono anche tra noi

Londra, 7 marzo 2005 (IPS) – Indossando dei caschi blu simili a quelli dell’Onu, un gruppo di famiglie senzatetto ha accolto così in un hotel disabitato, a Roma lo scorso febbraio, l’arrivo dell’AGFE (Advisor group on Forced Eviction), il comitato consultivo di UN-Habitat che vigila sugli sfratti.

Sono stati sloggiati quasi subito, ma avevano ottenuto ciò che volevano: “Vogliamo dire alle multinazionali che sfrattano i poveri, per costruire hotel e centri commerciali, che questo comporta enormi conseguenze sociali”, ha dichiarato all’IPS Simona Panzini di Action, la rete sociale per il diritto alla casa che ha organizzato l’occupazione.

Il gruppo chiedeva la “protezione umanitaria dell’Onu” dall’AGFE, un organismo del Programma Habitat delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani, che vigila sugli sfratti nell’ambito della campagna globale dell’Onu per garantire il diritto alla casa (“Secure Tenure”).

“È incredibile che l’AGFE debba visitare un paese che fa parte delle sette nazioni economicamente più ricche (G7)”, ha commentato all’IPS il coordinatore della missione italiana dell’AGFE, Cesare Ottolini. “In Italia vivono circa 700.000 persone, sul totale di un miliardo in tutto il mondo, con problemi di alloggio”.

La situazione è ancora peggiore a Roma. L’Unione degli Inquilini segnala circa 200.000 famiglie in Italia, che vivono in condizioni precarie, e 30.000 solo nella capitale. Sono attualmente in corso 15.000 sfratti, dice l’AGFE, sebbene un’ordinanza nazionale abbia bloccato gli sfratti per le famiglie povere o le persone disabili fino al prossimo mese.

“Tre sfratti su quattro si devono al mancato pagamento dell’affitto”, ha detto all’IPS Massimo Pasquini, dell’Unione Inquilini. “Gli affitti sono troppo alti a causa delle speculazioni sulla proprietà, la massiccia privatizzazione delle case popolari e l’introduzione del libero mercato”.

I più colpiti sono i migranti, i pensionati e le famiglie che vivono di un solo salario. Ma “la casa è diventata un problema della classe media”, ha proseguito Pasquini. Molte famiglie spendono per l’affitto più del 50 per cento del proprio reddito.

“Grandi gruppi come JP Morgan, City Group e Pirelli stanno comprando interi edifici per rivenderli a prezzi alti”, ha detto Pasquini. Tra il 1991 e il 2001, il processo di “gentrification” – la riqualificazione dei quartieri popolari per trasformarli in residenziali – ha costretto 300.000 residenti romani, sul totale di 2,5 milioni, a traslocare.

“In Italia, i programmi per le case popolari – che rappresentano solo il 5 per cento del totale delle abitazioni – sono bloccati, e i sussidi del governo sospesi”, ha affermato Pasquini. “Non si tratta di un’emergenza momentanea di alloggi: è un problema che dura da tempo e colpisce migliaia di persone”.

Trenta istituti di carità a Roma aiutano i senzatetto e le persone che vivono in condizioni precarie, fornendo loro un riparo e del cibo. A gennaio, due senzatetto sono morti per il freddo.

Emmaus, un gruppo che può offrire appena 14 letti, riceve almeno 500 richieste all’anno. Il numero di famiglie sfrattate che bussano alla sua porta è in aumento. Le richieste di un posto dove alloggiare provengono per l’85 per cento da italiani, e il 50 per cento ha meno di 50 anni.

“Ma gli istituti di carità non possono supplire alle amministrazioni locali”, ha detto all’IPS Isabella Massacra, di Emmaus. Anche Emmaus rischia lo sfratto dal comune, proprietario del locale in cui ha sede l’organizzazione.

Opere pie e gruppi per il diritto alla casa stanno negoziando con le autorità locali per una nuova politica degli alloggi a Roma. “Chiediamo l’adozione di un ‘canone sociale’, proporzionale al reddito familiare e che comunque non superi il 15 per cento delle entrate”, racconta Pasquini.

L’AGFE e il Comune di Roma hanno firmato uno statuto in cui quest’ultimo s’impegna a migliorare i programmi per le case popolari, il che porterebbe alla fine degli sfratti.

Lo statuto prevede l’utilizzo di un fondo dell’Unione Europea (Ue) di “assistenza per l’alloggio ai migranti” e “fondi strutturali adeguati” per il diritto alla casa. “Noi vogliamo che il diritto a un alloggio decente sia previsto dalla Costituzione europea”, ha dichiarato Ottolini. “L’alloggio sta diventando un problema anche nei paesi europei industrializzati”.

Un team dell’AGFE visiterà anche la Francia, dove 3,2 milioni di famiglie vivono in condizioni precarie e più di 5,6 milioni sono a rischio, secondo i dati della Fondazione Abbé Pierre.