OLIMPIADI: Lo sport della repressione

ATENE, 11 agosto 2004 (IPS) – Le armi non sono puntate contro i visitatori. Non ce n’è bisogno. Gli uomini che le portano, le tengono sempre bene in vista di chi è venuto a conoscere il nuovo stadio olimpico della capitale greca

Questi uomini sono stati collocati appositamente in modo che nessuno possa sfuggire al loro sguardo. L’atmosfera è talmente opprimente che qualsiasi visitatore si sente sospettato, a meno che non riesca a dimostrare la propria innocenza… non facendo nulla.

Sotto, accanto alle torri di luci bianche di questo stadio futurista, un gruppo di operai, per la maggioranza neri o forse di origine magrebino, piantano arbusti. Un altro gruppo, ma di poliziotti, stanno dall’altra parte della strada, a vigilare ogni loro movimento.

E non è ancora neanche cominciato il vero e proprio stato d’allerta. In ogni caso, questa è solo la parte più visibile della sicurezza intorno allo stadio principale dei Giochi Olimpici e ad altre sedi.

Agenti in pattuglie ispezionano ogni centimetro di terreno. Tutti i presenti nello stadio appaiono su un qualche schermo. I poliziotti non esiteranno a lanciarsi con i loro veicoli a grande velocità o contromano, per controllare chiunque sembri straniero.

La polizia è nervosa per i tre attentati esplosivi dello scorso maggio in Grecia, dopo quelli che l’11 marzo provocarono un centinaio di morti a Madrid.

Ed è chiarissimo su chi vigilano. Dopo che le autorità hanno giudicato un gruppo di marocchini responsabile degli attentati di Madrid, poche persone dai tratti mediterranei o con indumenti islamici osano avvicinarsi ai nuovi impianti.

Diversi rapporti segnalano che persone con questo aspetto hanno ricevuto sgradevoli visite della polizia.

L’organizzazione per i diritti umani Amnesty International si è detta preoccupata che “rifugiati, immigrati, richiedenti asilo e senzatetto vengano fermati mentre il governo greco predispone la più grande operazione di sicurezza nella storia del Giochi Olimpici”.

“Il governo greco deve proteggere atleti, funzionari, giornalisti e spettatori. È responsabile della sicurezza di cittadini e ospiti. In ogni caso, questo non deve accadere a spese dei diritti umani, soprattutto quelli dei gruppi vulnerabili”, osserva l’organizzazione.

Amnesty International si è anche detta preoccupata che “con il pretesto di garantire la sicurezza, funzionari dello Stato violino impunemente i diritti umani di base e alimentino la discriminazione su basi razziali”.

L’organizzazione ha notato una mancanza di trasparenza nell’apparato di sicurezza, in particolare dei meccanismi di controllo, oltre ad una piega antimusulmana nelle operazioni e violazioni dei diritti umani di gruppi emarginati.

Ha segnalato inoltre che i funzionari addetti alla sicurezza dello Stato agiscono con impunità.

Amnesty ha dichiarato che le nuove leggi sul terrorismo non garantiscono in Grecia un giudizio parziale e non definiscono con chiarezza gli atti terroristici.

“I Giochi Olimpici celebrati sullo sfondo di misure di sicurezza che violano i diritti umani costituirebbe l’antitesi dell’intento iniziale della gara, di promuovere la competizione pacifica”, ha avvertito l’organizzazione.

Diverse misure di sicurezza adottate hanno lo scopo di far fronte all’eventualità di un grande attentato.

I sistemi di vigilanza aerea sono stati installati dall’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO), su richiesta degli organizzatori dopo gli attentati di Madrid.

Intorno ad Atene e in altre città dove si celebreranno i Giochi, sono stati posizionati missili terra-aria Patriot di fabbricazione statunitense.

La stampa locale ha comunicato che più di 70.000 funzionari di sicurezza saranno operativi durante le gare, e che gli organizzatori spenderanno 1,5 miliardi di dollari in tal senso. Diversi paesi inviano inoltre le proprie guardie armate per garantire la sicurezza dei loro atleti.

Ma i difensori dei diritti umani sono meno preoccupati per le spese che per le persone colpite. Il governo greco assicura che non esistono divisioni etniche nella popolazione di 10,6 milioni di abitanti, di cui l’1,3 per cento musulmana.

I visitatori saranno particolarmente vulnerabili. L’annuncio dell’istituzione di un centro di detenzione separato per gli stranieri che dovessero infrangere la legge, ha rinnovato i timori delle minoranze greche.

Nikos Constantopoulos, presidente della Coalizione della Sinistra all’opposizione, ha dichiarato che il paese avrebbe subito forti pressioni internazionali per accettare “meccanismi da Rambo di vigilanza e repressione”.

Amnesty Grecia ha affermato che i Giochi Olimpici sono assediati da “severe misure di sicurezza senza precedenti in Grecia”.

“Seppure venga riconosciuto il diritto del paese di adottare misure ritenute necessarie – ha concluso l’organizzazione – esiste il timore che esse colpiscano in modo negativo i diritti umani di base”.