Un Veto Russo Minaccia di Scatenare una Corsa agli Armamenti Nucleari nello Spazio

Nazioni Unite, 7 maggio 2024 (IPS) — Quando il Consiglio di Sicurezza dell’ONU composto da 15 membri non è riuscito il mese scorso ad adottare la sua prima risoluzione sullo spazio extra-atmosferico – co-sponsorizzata dagli Stati Uniti e dal Giappone – il veto russo ha fatto sorgere speculazioni in merito al fatto che ciò potesse rappresentare un precursore di una futura corsa agli armamenti nucleari nei cieli.

La risoluzione bocciata doveva “affermare l’obbligo di tutti gli Stati Parte di conformarsi pienamente al Trattato sullo Spazio Extra-Atmosferico del 1967, compreso quello di non collocare in orbita terrestre oggetti vettori di armi nucleari o di qualsivoglia altro tipo di armi di distruzione di massa, installare tali armi su corpi celesti o stazionare tali armi nello spazio extra-atmosferico in qualsiasi altro modo.”

Randy Rydell, Consulente Esecutivo di Mayors for Peace ed ex Funzionario Senior per gli Affari Politici presso l’Ufficio dell’ONU per gli Affari del Disarmo (UNODA), ha detto ad IPS che le attività del Consiglio di Sicurezza sulle questioni del disarmo hanno a lungo sofferto della stessa piaga che ha tormentato la Conferenza sul Disarmo a Ginevra: vale a dire il veto e la “regola del consenso”.

Purtroppo, questo voto sulla risoluzione sullo spazio extra-atmosferico non dovrebbe sorprendere nessuno, ha detto.

Il mondo sta affrontando una crisi dello “stato di diritto” nel disarmo. Trattati chiave non sono riusciti a ottenere l’adesione universale, a essere negoziati, a entrare in vigore, a essere pienamente incorporati nelle leggi e politiche interne delle parti e a essere pienamente attuati, mentre altri trattati hanno effettivamente perso parti contraenti, ha sottolineato.

Secondo Rydell, mentre il Trattato sullo Spazio Extra-Atmosferico rimarrà in vigore nonostante questo sfortunato voto, gli spettri dell’attuale corsa agli armamenti nucleari che si espande nello spazio, insieme alla sfrenata competizione per dispiegare armi non nucleari nello spazio, hanno profonde implicazioni non solo per il futuro del disarmo ma anche per la pace e la sicurezza del nostro fragile pianeta.

“Le norme della Carta contro la minaccia dell’uso della forza e l’obbligo di risolvere le dispute pacificamente rimangono gli antidoti potenzialmente più efficaci contro il contagio che si sta svolgendo di fronte a noi, unitamente a nuovi passi non solo “verso” ma “nel” disarmo”.

“Spero che il Vertice del Futuro dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a settembre riuscirà a ravvivare un nuovo impegno globale proprio su queste priorità”, ha dichiarato Rydell.

Con un voto di 13 a favore e 1 contrario (Federazione Russa) e 1 astensione (Cina), il Consiglio ha respinto la bozza di risoluzione, a causa del voto negativo espresso da un membro permanente.

Oltre a Stati Uniti, Regno Unito e Francia, tutti e dieci i membri non permanenti hanno votato a favore della risoluzione, tra cui Algeria, Ecuador, Guyana, Giappone, Malta, Mozambico, Repubblica di Corea, Sierra Leone, Slovenia e Svizzera.

Jackie Cabasso, Direttore Esecutivo della Western States Legal Foundation (WSLF), ha detto ad IPS che è impossibile, in mezzo alle attuali rivalità geopolitiche e alla nebbia della propaganda, valutare le ramificazioni del fallimento del Consiglio di Sicurezza nell’adottare questa risoluzione, anche se sottolinea la disfunzione del Consiglio di Sicurezza creata dal potere di veto.

“La Russia e la Cina sono da lungo tempo sostenitrici di negoziati per un trattato completo sulla prevenzione di una corsa agli armamenti nello spazio, e nel 2008 e nel 2014 hanno presentato bozze alla moribonda Conferenza sul Disarmo”, ha detto.

Gli Stati Uniti, sotto entrambe le amministrazioni Bush e Obama, hanno respinto tali bozze a priori, ha detto Cabasso. WSLF, di cui Cabasso è Direttore Esecutivo, è un’organizzazione no-profit di interesse pubblico con sede in California che cerca di abolire le armi nucleari come passo essenziale per garantire un mondo più giusto e ambientalmente sostenibile.

Una settimana dopo il veto del 24 aprile, la Russia ha presentato una nuova bozza di risoluzione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che va oltre la proposta USA-Giappone, chiedendo non solo sforzi per fermare la collocazione di armi nello spazio “per sempre”, ma per prevenire “la minaccia o l’uso della forza nello spazio”.

La risoluzione afferma che ciò dovrebbe includere divieti di dispiegare armi “dallo spazio verso la Terra, e dalla Terra verso gli oggetti nello spazio extra-atmosferico.” Per definizione, ciò includerebbe le armi anti-satellite.

Con nuove corse agli armamenti nucleari in corso qui sulla Terra, l’erosione e lo smantellamento dell’architettura di controllo della guerra fredda sugli armamenti nucleari, e con i pericoli di guerre tra stati armati nuclearmente che probabilmente crescono fino a un livello senza precedenti, rimane certamente vero, come riconosciuto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1981, che “l’estensione della corsa agli armamenti allo spazio extra-atmosferico [è] una possibilità reale.”

“Siamo in un’emergenza globale e ogni sforzo deve essere fatto per abbassare la temperatura e creare aperture per il dialogo diplomatico tra gli stati armati nuclearmente. A questo scopo, gli Stati Uniti e i loro alleati dovrebbero mettere alla prova le affermazioni della Russia (se è questo che pensano) e accogliere favorevolmente la sua proposta per una nuova risoluzione al Consiglio di Sicurezza”, ha dichiarato Cabasso.

Parlando dopo il voto, il rappresentante degli Stati Uniti ha detto che questa non è la prima volta che la Federazione Russa ha minato il regime globale di non proliferazione, secondo quanto riportato da UN News. “Ha difeso – e persino consentito – pericolosi proliferanti”.

Gli Stati Uniti hanno inoltre detto che, con la sua astensione, la Cina ha dimostrato che preferirebbe “difendere la Russia come suo partner minore” anziché salvaguardare il regime globale di non proliferazione.

“Non dovrebbero esserci dubbi sul fatto che collocare un’arma nucleare in orbita sarebbe senza precedenti, inaccettabile e profondamente pericoloso.”

Gli Stati Uniti hanno detto che il Giappone ha fatto grandi sforzi per creare un consenso, con 65 co-sponsorizzazioni cross-regionali che si sono unite a tale iniziativa.

Il rappresentante del Giappone si è detto profondamente rammaricato per la decisione della Federazione Russa di usare il veto per bloccare l’adozione di “questa storica bozza di risoluzione”.

Nonostante il sostegno di 65 paesi che hanno co-sponsorizzato il documento, un membro permanente ha deciso di “silenziare il messaggio di critica che volevamo inviare al mondo”, ha sottolineato, notando che la bozza di risoluzione sarebbe stata un concreto contributo alla promozione dell’utilizzo pacifico e dell’esplorazione dello spazio extra-atmosferico.

Il rappresentante della Federazione Russa, sottolineando che il Consiglio è di nuovo coinvolto in “uno sporco spettacolo preparato dagli Stati Uniti e dal Giappone, ha detto: “Questo è un trucco cinico. Ci stanno ingannando.”

Ricordando che il divieto di posizionare armi di distruzione di massa nello spazio è già sancito nel Trattato sullo Spazio Extra-Atmosferico del 1967, ha detto che Washington, il Giappone, e i loro alleati stanno “scegliendo” le armi di distruzione di massa tra tutte le altre armi, cercando di “camuffare la loro mancanza di interesse” nei confronti di uno spazio extra-atmosferico libero da qualsiasi tipo di armamenti.

L’integrazione al paragrafo operativo, proposta dalla Federazione Russa e dalla Cina, non cancella dalla bozza di risoluzione l’impegno a non sviluppare armi di distruzione di massa e a non posizionarle nello spazio, ha sottolineato.

Nel frattempo, delineando la storia del trattato, Cabasso ha detto che nell’articolo IV del Trattato sullo Spazio Extra-Atmosferico, adottato dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 1967, gli Stati Parte hanno convenuto di rinunciare “a collocare in orbita terrestre oggetti vettori di armi nucleari o di qualsivoglia altro tipo di armi di distruzione di massa, a insediare dette armi su corpi celesti e a collocarle, in qualsiasi altro modo, nello spazio extra-atmosferico”.

Tuttavia, secondo l’Annuario dell’ONU, nel 1981, gli Stati membri avevano espresso preoccupazione in Assemblea Generale perché “i rapidi progressi nella scienza e tecnologia avevano reso possibile l’estensione della corsa agli armamenti anche allo spazio una possibilità reale, e perché si stavano sviluppando nuove tipologie di armi nonostante l’esistenza di accordi internazionali.”

Nella sua testimonianza del 1° maggio alla Commissione per i Servizi Armati della Camera, John Plumb, Assistente Segretario alla Difesa per la Politica Spaziale, ha sostenuto che “la Russia sta sviluppando per – se non riusciremo a convincerla diversamente – far volare nello spazio un’arma nucleare che sarà indiscriminata” cioè che non distinguerà tra satelliti militari, civili o commerciali.

A febbraio, il Presidente Vladimir Putin ha dichiarato che la Russia non ha intenzione di dispiegare armi nucleari nello spazio. È quindi preoccupante che il 24 aprile la Russia abbia bloccato la prima risoluzione del Consiglio di Sicurezza sugli armamenti nello spazio, ha affermato Cabasso.

La risoluzione, introdotta dagli Stati Uniti e dal Giappone, avrebbe confermato l’obbligo di tutti gli Stati Parte di conformarsi pienamente al Trattato sullo Spazio Extra-Atmosferico, comprese le sue disposizioni per non dispiegare armi nucleari o qualsiasi altro tipo di arma di distruzione di massa nello spazio. La Cina si è astenuta.

Prima che la risoluzione fosse sottoposta a votazione, Russia e Cina avevano proposto un emendamento che avrebbe allargato l’appello a tutti i paesi – oltre a vietare armi nucleari, biologiche e chimiche – a “prevenire per sempre il posizionamento di armi nello spazio e la minaccia o l’uso della forza nello spazio.” L’emendamento è stato respinto, ha detto.

Questo articolo è stato realizzato da IPS Noram in collaborazione con INPS Japan e Soka Gakkai International in stato consultivo con l’ECOSOC delle Nazioni Unite.