La frattura tra Russia e Stati Uniti potrebbe minare i negoziati sul nucleare

NAZIONI UNITE, Ago, 2013 (IPS) – La crescente tensione tra Stati Uniti e Russia innescata dalla concessione dell’asilo politico a Edward Snowden, l’informatore americano ora rifugiato a Mosca, rischia di compromettere ulteriormente le relazioni tra le due superpotenze delle Nazioni Unite.

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Con la decisione presa dagli Stati Uniti a inizio agosto di annullare il prossimo incontro al vertice tra il presidente americano Barack Obama e quello russo Valdimir Putin, previsto per settembre a Mosca, potrebbe avere ripercussioni su diverse questioni politiche delicate, tra cui la guerra civile in Siria, il programma nucleare iraniano e la proposta di riduzione delle armi nucleari.

La Russia, insieme alla Cina, ha già votato contro le quattro soluzioni del Consiglio di Sicurezza proposte dall’Occidente e dagli Stati Uniti mirate a punire la Siria; e la possibilità di qualsiasi sanzione futura delle Nazioni Unite su Damasco resta remota.

“La tensione tra Russia e Stati Uniti indebolirà ulteriormente il Consiglio di Sicurezza fino ad annullarlo” avverte un diplomatico asiatico che ha voluto mantenere l’anonimato.

Allo stesso tempo, sottolinea, il continuo tira e molla sulla conferenza di Ginevra sulla Siria è un altro importante danno.

La crescente tensione tra le due superpotenze coincide anche con il primo incontro dell’Assemblea Generale sul disarmo nucleare, fissata per il 26 settembre.

In un discorso tenuto alla Porta di Brandeburgo a Berlino lo scorso giugno, Obama ha chiesto tagli drastici agli armamenti nucleari, un tema che doveva essere sull’agenda di un vertice proposto per il 2016.

Tilman A Ruff, co-presidente dell’International Steering Group e rappresentante australiano della Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, ha riferito all’IPS che gli Stati Uniti potrebbero sfruttare il disaccordo con la Russia come pretesto per intralciare qualsiasi progresso nel disarmo.

“Per questo i 184 stati membri delle Nazioni Unite non in possesso di armi nucleari dovrebbero smettere di essere ostaggio dei nove stati che ne sono dotati”, ha affermato.

Al contrario, dovrebbero prendere in mano la situazione e avviare i negoziati per un trattato che proibisca il ricorso al nucleare, spianando la strada per la sua abolizione, afferma Ruff, che è anche professore associato al Nossal Institute for Global Health all’università di Melbourne.

Oltre ai cinque membri permanenti (P5) del Consiglio di Sicurezza, ossia Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Cina e Russia, gli altri quattro stati nucleari non dichiarati sono India, Pakistan, Israele e probabilmente Corea del Nord.

Rebecca Johnson, direttrice esecutiva dell’Acronym Institute for Disarmament and Diplomacy, ha spiegato all’IPS che Stati Uniti e Russia hanno troppi interessi reciproci per lasciarsi condizionare dalla concessione dell’asilo politico della Russia a Edward Snowden.

“Non sarà un ritorno alla Guerra Fredda”, ha affermato con un tono meno pessimistico.

Putin, sottolinea Johnson, ha tenuto in carcere l’analista nucleare russo Igor Sutyagin per più di 11 anni, ed ha interesse quanto l’America a tenere segrete le pratiche e gli errori della sicurezza e dell’intelligence.

“Nonostante la pubblica controversia sul caso Snowden, perciò, Russia e Stati Uniti hanno interessi prioritari e bilaterali nel mantenere una qualche relazione basata sulla riduzione delle armi” ha affermato.

Visto che sempre più governi si mostrano preoccupati delle conseguenze umanitarie del nucleare, aggiunge l’esperta, Russia e Usa saranno probabilmente più propense a mettere in piedi una dimostrazione di solidarietà dei P5 nel vertice di alto livello delle Nazioni Unite, nella speranza di calmare le richieste sempre più insistenti di bandire le armi nucleari in tutto il mondo.

Le armi nucleari, sostiene Ruff, rappresentano una minaccia mortale senza eguali per chiunque, ovunque si trovi.

Russia e America, che da sole detengono 16.200 delle 17.270 armi nucleari esistenti al mondo (ossia il 94 percento), hanno una grave responsabilità nell’eliminazione di questa minaccia esistenziale.

“Eppure entrambe continuano a sviluppare nuove armi nucleari, spendendo nell’insieme più di 75 miliardi di dollari all’anno per modernizzare i loro arsenali nucleari, che con ogni probabilità intendono mantenere a tempo indeterminato”, sottolinea Ruff.

L’abolizione del nucleare è un tema mondiale di massima urgenza, e non deve essere sviata da altri problemi, afferma Ruff, che è anche consulente medico internazionale della Croce Rossa australiana.