Più forte il ruolo delle donne in agricoltura grazie alle cooperative

ROMA, dic 2012 (IPS) – Si sa che quando le donne lavorano in gruppo riescono ad affrontare i problemi in modo più efficace di quando agiscono individualmente.

Sabina Zaccaro/IPS Sabina Zaccaro/IPS

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Sabina Zaccaro/IPS

Le cooperative danno un senso di responsabilità e impegno, oltre che di sana competizione che porta a risultati tangibili, secondo Saquina Mucavele, direttrice esecutiva di MuGeDe – Mulher, Genero e Desenvolvimento (Donne, Genere e Sviluppo) – un’organizzazione senza fini di lucro impegnata nello sviluppo agricolo e la questione di genere.

Intervistata a Roma, dove si trovava per partecipare a un seminario organizzato dall’Organizzazione Mondiale degli Agricoltori sul sostegno delle cooperative agricole alle donne rurali, Mucavele ha osservato che “servono reti locali più forti che si occupino delle richieste specifiche delle donne in agricoltura e delle piccole imprenditrici agricole”.

“Sono reti deboli e poco strutturate. Per poter promuovere la partecipazione delle donne allo sviluppo occorre potenziare il processo di capacity-building nelle organizzazioni rurali”, ha detto alla corrispondente di IPS Sabina Zaccaro.

Seguono alcuni estratti dell’intervista:

D: In che modo le cooperative agricole possono aiutare le donne in agricoltura?

R: Reti e cooperative sono la giusta strategia per lo sviluppo degli agricoltori, purché supportate e dotate di una buona leadership. Lavorare in cooperativa non significa soltanto essere coinvolti in un lavoro comune, ma permette ai membri di condividere i loro problemi e di trovare soluzioni collettive.

Ed è più facile creare un mercato comune e altri servizi per chi ne fa parte, come ospedali, centri per l’istruzione e banche. Riunendosi in una cooperativa, le donne rurali possono difendere con più forza i propri diritti.

Quale ruolo dovrebbero avere gli uomini in questo processo?

R: Innanzitutto bisogna urgentemente cambiare l’atteggiamento e la mentalità all’interno delle comunità rurali, dove il ruolo maschile prevale in tutti i settori dello sviluppo. In agricoltura, ad esempio, vengono destinate maggiori risorse alla produzione delle colture da reddito, un’area dominata dagli uomini, mentre le donne sono relegate all’agricoltura di sussistenza, con meno risorse e un accesso limitato ai mercati per via dei beni deperibili.

Gli uomini dovrebbero lavorare al fianco delle donne, e riconoscere che la questione dell’ineguaglianza tra i sessi riguarda sia gli uomini che le donne, anche se queste ultime ne risentono di più. Gli uomini dovrebbero essere completamente coinvolti e impegnati nel raggiungimento di uno sviluppo sostenibile e nella riduzione dell’ineguaglianza tra i sessi.

Secondo studi recenti, se le donne ricevessero i giusti strumenti per aumentare la produzione di cibo e la produttività, potrebbero contribuire a ridurre il numero globale delle persone affamate del 12-17 per cento. Ma come superare le barriere alle risorse e alla terra per produrre più cibo?

R: Per migliorare la produttività e le tecniche agricole, le donne rurali hanno bisogno di consigli tecnici, d’informazioni e di addestramento. Una buona strategia per lo sviluppo dovrebbe riconoscere il ruolo (cruciale) dell’istruzione per le donne rurali per migliorare la produzione e la produttività; promuovere tecnologie agricole adatte alle donne che possano ridurre il peso della giornata lavorativa e dare loro più tempo per la partecipazione politica all’interno della comunità e per altre attività redditizie; istituzionalizzare il loro coinvolgimento e la partecipazione nella elaborazione, formulazione e pianificazione delle politiche.

Le donne non devono continuare a esser considerate solo come “beneficiarie” ma come un gruppo in possesso di saperi che possono spingere lo sviluppo rurale e anche contribuire all’economia nazionale.

Infine, è fondamentale supportare e assistere le donne nella registrazione e l’accesso ai diritti sulla terra e facilitare la concessione del credito, specialmente per le piccole imprenditrici agricole. Ciò dovrebbe (idealmente) esser fatto attraverso un fondo specifico per le agricoltrici e la creazione di banche destinate alle donne in zone rurali che prevedano migliori condizioni di accesso al credito per i loro membri.

Nonostante le donne costituiscano più del 75 per cento dei lavoratori agricoli e degli allevatori nei paesi in via di sviluppo e la maggior parte dei produttori e distributori di cibo, il loro ruolo nel determinare le politiche nel settore agricolo rimane secondario. Perché?

R: Le (radicate) attitudini culturali potrebbero essere un motivo. Le opinioni delle donne non vengono considerate, e i loro diritti raramente riconosciuti. Le barriere antiche del sistema patriarcale dovranno essere affrontate con il coinvolgimento non solo del governo ma anche dei capi villaggio.

Un’altra ragione è la mancanza di accesso e controllo sulle terre e tutte le risorse produttive, così come il fatto che il più alto tasso analfabetismo si riscontra proprio tra le donne, in particolar modo tra le donne rurali.

Il governo dovrebbe rafforzare le sue politiche agricole in modo da supportare lo sviluppo delle piccole proprietarie di terreni. Dovrebbe favorire il coinvolgimento delle donne nella formulazione, attuazione e revisione della pianificazione aziendale integrata in modo che la distribuzione delle risorse sia veramente equa.

Col 35 per cento di famiglie con problemi di malnutrizione e il 46 per cento dei bambini sotto i cinque anni in stato di denutrizione, il Mozambico è uno dei paesi più poveri del mondo. Considera l’attuale presidenza della Comunità dei paesi di lingua portoghese (Cplp la sigla portoghese) come un’opportunità per ottenere nuovi provvedimenti sulla sicurezza alimentare e la fame?

Essere alla guida della Cplp è una grande sfida per il Mozambico, poiché ci spinge a sfruttare al meglio gli esistenti legami culturali, politici ed economici per combattere la povertà e la fame attraverso la promozione dell’agricoltura, l’espansione dei mercati e la condivisione dell’informazione all’interno della comunità.

Le nostre più grandi preoccupazioni sono l’attuazione della Strategia per la sicurezza alimentare della Cplp regionale e la creazione di un Consiglio per la sicurezza alimentare e la nutrizione (Consan la sigla), sistemi di riferimento progettati per raggiungere l’obiettivo di un mondo senza fame. Altra sfida è l’attuazione di protocolli regionali e convenzioni che sono già stati firmati ma non ancora attuati, come il Protocollo per i diritti delle donne in Africa.

Il Forum delle donne rurali del Cplp sosterrà la creazione di norme specifiche per le donne rurali e il loro ruolo in agricoltura.