Terra Futura 2012, il lavoro al primo posto

Roma, 18 maggio 2012 (IPS) – È il lavoro il filo conduttore della prossima edizione di Terra Futura, la mostra convegno delle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale che da venerdì 25 a domenica 27 maggio torna alla Fortezza da Basso a Firenze.


Il lavoro al primo posto per uscire in maniera definitiva dalla crisi, ricostruendo su nuove basi il sistema economico-produttivo attraverso una vera e propria riconversione ecologica e sociale e declinando intorno ad esso anche il modello di relazioni, di democrazia e di comunità del futuro.

Questo il fulcro della nona edizione di Terra Futura, mostra convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica, promossa da Fondazione culturale Responsabilità etica per il sistema Banca Etica, Regione Toscana e Adescoop-Agenzia dell’economia sociale, insieme ai partner Acli, Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle Utopie Concrete e Legambiente.

“Si continua a parlare di spread, di andamento della borsa e di cosa servirebbe per ridare fiducia ai mercati, come se la finanza fosse più importante dell’economia reale – ha dichiarato Andrea Baranes, presidente della Fondazione culturale Responsabilità etica alla presentazione ufficiale di Terra Futura 2012, con le istituzioni europee e internazionali che chiedono alle lavoratrici e ai lavoratori di pagare il conto della crisi.

Terra Futura legge la realtà secondo un’ottica opposta e domanda, con forza, che la priorità dell’agenda politica sia il lavoro, che la finanza si ridimensioni e torni ad essere mezzo a servizio dell’economia reale, che il sistema metta al primo posto la persona e i suoi diritti nel rispetto della sostenibilità ambientale. Non è più tollerabile che il lavoro venga sacrificato sull’altare della finanza, nel suo valore di fattore di sviluppo economico ma anche sociale”.

L’urgenza di ripensare il modello economico e finanziario su presupposti diversi da quelli che hanno condotto alla crisi è stata sottolineata anche da Roberto Museo, consigliere di amministrazione di Banca Popolare Etica, che ha parlato di risparmio consapevole e della campagna di Banca Etica “Non con i miei soldi” che guarda con occhio critico ai temi della riforma dei mercati finanziari e dialoga con le altre campagne internazionali che utilizzano internet come leva di diffusione e partecipazione: da Occupy Wall Street e Occupy Chicago negli Stati Uniti a Move your Money in Inghilterra.

A un mese da “Rio+20”, che si terrà a Rio De Janeiro dal 20 al 22 giugno, la tre giorni di Terra Futura 2012 sarà anche laboratorio di dialogo e confronto per il mondo dell’associazionismo e dei movimenti, in preparazione all’appuntamento brasiliano. “Se fino a qualche anno fa ci misuravamo sulla nostra capacità di proporre alternative sostenibili da un punto di vista ambientale” ha dichiarato Maurizio Gubbiotti, coordinatore segreteria nazionale di Legambiente, “oggi siamo chiamati a compiere delle scelte obbligate: la riconversione del modello di sviluppo non può più essere rimandata”. “Vale la pena ricordare – ha aggiunto– che quando parliamo di riconversione ecologica ci riferiamo a numeri importanti: nel nostro Paese il 24 percento dell’elettricità è prodotta oggi da rinnovabili e il 26,6 percento dei consumi energetici è soddisfatto da fonti rinnovabili. Con riferimento agli scenari occupazionali, le previsioni al 2020 indicano che ci saranno 250mila posti di lavoro in più grazie alle rinnovabili e ben 600mila posti derivanti dai settori collegati all’efficienza energetica e alla ristrutturazione edilizia”.

Al centro di Terra Futura 2012 anche la necessità di costruire un sistema in grado di ridistribuire la ricchezza e di continuare a lottare contro le infiltrazioni criminali nel tessuto economico produttivo. “La cultura della legalità deve entrare a far parte del bagaglio dei nostri giovani perché illegalità e corruzione non sono compatibili con un’altra economia e un altro modo di produrre» ha affermato Soana Tortora di Acli nazionale, ricordando come il ritorno all’economia reale debba segnare un ritorno anche “all’economia civile e solidale che restituisca senso al lavoro e apra a nuovi modelli di consumo e nuovi stili di vita”.