Primavera araba, davanti ad ogni uomo c’è sempre una donna

IL CAIRO, 19 maggio 2011 (IPS) – Le donne arabe hanno avuto un forte ruolo di leadership durante le sollevazioni popolari in Bahrein, Egitto, Libia, Marocco, Tunisia e Yemen, in contrasto con il vecchio mito occidentale di donne indifese e ridotte in schiavitù.

Proteste in piazza Tahrir Mohammed Omer/IPS

Proteste in piazza Tahrir
Mohammed Omer/IPS

“È davvero ingiusto ignorare la storia e dare erronee interpretazioni della realtà”, ha detto all’IPS Fatima Outaleb, fondatrice dell’Unione per l’azione delle donne in Marocco.

“Chi può impedire a una donna che intona canti di protesta alla guida di un corteo formato da uomini di cantare i suoi slogan? È una donna che indossa il velo, ma è anche una leader”, ha osservato.

Secondo Outaleb, le donne – che siano madri, casalinghe, che indossino o meno il velo, che simpatizzino per i partiti islamici o non abbiano nessuna affiliazione politica – hanno sempre avuto un ruolo chiave nel mondo arabo.

“I media occidentali seguono determinate agende e priorità sulle donne arabe secondo una loro idea prestabilita. Hanno ignorato la realtà, che le donne arabe sono sempre state al centro delle rivoluzioni nella regione, guidando le masse, elaborando strategie, sensibilizzando le persone attraverso i blog, o la rete di Facebook”, ha detto Outaleb.

Le donne egiziane hanno rappresentato quasi il 20 percento dei milioni di attivisti confluiti in Piazza Tahrir al Cairo, e ad Alessandria.

“Non mi piace il fatto che nella nostra rivolta durata 18 giorni, la copertura dei media internazionali si è concentrata sulle donne molestate sessualmente. Ci sono state donne tra i martiri, che hanno combattuto contro le forze di sicurezza e dormito in Piazza Tahrir”, ha detto Doaa Abdelaal, dell’organizzazione “Donne che vivono secondo le leggi musulmane”.

“Le donne hanno lavorato per molto tempo al livello della base e nei movimenti dei lavoratori per creare questo momento”, ha detto.

Dal 2004, i lavoratori egiziani hanno effettuato quasi 3mila scioperi contro la privatizzazione e le politiche del Fondo monetario internazionale (FMI) e della Banca mondiale. E le donne hanno avuto ruoli importanti in tutte queste iniziative, esigendo migliori condizioni economiche e opponendosi al regime dell’ex presidente Hosni Mubarak.

In un paese in cui il 95 percento dei 27 casi di violenze che si verificano ogni giorno non vengono riportati, dove il 33 percento delle donne è vittima di violenza domestica e caratterizzato da profonde disuguaglianze sul lavoro e una crescente violenza sessuale, negli ultimi 20 anni i gruppi femministi si sono distinti per aver dedicato tempo ed energia a rompere molti tabù.

Secondo la fondatrice e direttrice esecutiva della coalizione araba Karama contro la violenza di genere, la somala Hibaaq Osman, i media occidentali sono rimasti stupiti nel vedere le donne nelle strade che protestavano sullo stesso piano degli uomini.

“Bisogna capire la psicologia dei media occidentali: preferiscono vedere una donna debole, sottomessa e repressa”, ha detto all’IPS.

Secondo Osman l’Europa, che a suo parere è sempre più orientata verso la destra politica, dovrebbe capire che le sue comunità musulmane in realtà non riflettono il mondo arabo, visto che gli immigrati sono slegati socialmente dalle loro terre d’origine e non sono stati pienamente accolti dai paesi in cui vivono.

“La Francia ci ha messo un solo giorno per approvare una legge contro il velo, ma quanto ci metterà a presentare una legge per sostenere, offrire formazione e posti di lavoro, rafforzare economicamente gli immigrati che vivono in quel paese?”, ha chiesto.

“Credo sia venuto il momento in cui l’Occidente si guardi bene allo specchio, perché è facile additare il mondo musulmano e vedere come vengono trattate le donne, mentre la Chiesa cattolica ha ancora grandi problemi con gli anticoncezionali e non può decidere se una donna ha il diritto di usare il proprio corpo”, ha detto Osman.

“Non ci preoccupa cosa i media occidentali pensano di noi, perché sappiamo che sono tendenziosi”, ha commentato Outaleb. “Come possono aver ignorato il ruolo delle donne! Loro non sono mai state assenti, ma sono state parte attiva della società”. © IPS