INTERVISTA: Il Brasile non ha bisogno di veleni per mantenere la produzione alimentare

RIO DE JANEIRO, 28 aprile 2011 (IPS) – Oggi, il Movimento dei Sem Terra in Brasile deve trovare le risposte a problemi che vanno oltre la riforma agraria; “per questo puntiamo sull’agro-ecologia e la formazione”, afferma il leader del MST João Pedro Stédile.

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Il Brasile può perdere il ruolo controverso di primo consumatore di agrochimici al mondo senza ridurre la produzione alimentare, dichiara in questa intervista João Pedro Stédile.

Nelle terre occupate dai contadini nel quadro della riforma agraria comincia a cambiare la mentalità verso una produzione alimentare in armonia con l’ambiente, ha detto Stédile.

Da tre anni, il Brasile, colosso dell’agricoltura, occupa il primo posto a livello mondiale per il consumo di erbicidi, fungicidi e insetticidi. Nel 2006 era al secondo posto dopo gli Stati Uniti, ma dopo un raccolto record di soia nel 2008 è passato in testa ai paesi che utilizzano più sostanze agro-tossiche.

Uno studio della società di consulenza tedesca Kleffmann Group, commissionato dall’Associazione nazionale per la protezione delle piante, che rappresenta i produttori di agrochimici, ha dimostrato che il Brasile è il principale mercato per gli agrochimici.

Nel 2008 sono stati spesi oltre 7 miliardi di dollari in questi prodotti, mentre la superficie coltivata si è ridotta del due percento.

Ma individualmente gli agricoltori utilizzano piccole quantità, rispetto ad altri paesi. Nel 2007 sono stati spesi in media 87,8 dollari di agro-tossici per ettaro, mentre in Francia 196,7 dollari, e in Giappone 851 dollari per ettaro. Il Brasile ospita tra l’altro cinque tra le principali industrie mondiali del settore: Basf, Bayer, Syngenta, DuPont e Monsanto.

L’MST ha allargato i suoi obiettivi rispetto alla richiesta primaria di riforma agraria. Oggi raccoglie 20mila membri in tutto il Brasile e lavora insieme a circa 60mila famiglie contadine che fanno pressioni sul governo federale affinché distribuisca le terre improduttive e migliori le condizioni di quelle già occupate.

Segue un breve estratto dell’intervista.

TIERRAMÉRICA: L’MST non è più solamente un movimento di protesta, ma ha cominciato a guardare ad altri settori, come la tutela dell’ambiente e la battaglia contro gli agro-tossici.

JOÃO PEDRO STÉDILE: Negli ultimi 10 anni abbiamo imparato che non basta avere la terra e produrre cibo. È importante produrre un cibo sano. C’è stata una presa di coscienza all’interno del movimento stesso.

Ci siamo concentrati sull’adozione di tecniche agro-ecologiche per produrre alimenti in equilibrio con l’ambiente.

Gli agronomi si sono formati nell’ottica della rivoluzione verde, e l’uso intensivo di veleni. Abbiamo dovuto ricominciare da zero, e lavorare insieme alle università per creare nuovi corsi di agronomia con una visione agro-ecologica.

Negli ultimi anni è aumentato l’allarme sugli agro-tossici a livello mondiale, e questo quando il Brasile è diventato il primo consumatore di veleni agricoli. Oltre all’allarme mondiale, l’Istituto nazionale per il cancro ha annunciato 40mila nuovi casi annuali di tumori allo stomaco, di cui la metà mortali. La causa principale, il cibo contaminato.

D: L’insediamento dei lavoratori rurali grazie alla riforma agraria ha comportato una riduzione nell’uso di agro-tossici?

JPS: È possibile che diversi piccoli produttori agricoli in alcune regioni utilizzino ancora questi prodotti, ma nell’insieme il numero di agricoltori che fanno uso di veleni è insignificante.

È possibile mantenere la stessa produzione agricola di alimenti per il consumo in Brasile senza usare neanche un chilogrammo di veleno.

Abbiamo le conoscenze sufficienti per smettere di usare questi veleni, e abbiamo superfici e manodopera per coltivare in Brasile. Questa è la grande contraddizione dell’agri-business: quella che non riesce a produrre senza veleni è la grande proprietà, perché ha sostituito la manodopera con le macchine, mentre l’agricoltura familiare e la riforma agraria hanno questo vantaggio.

D: Gli insediamenti rurali della riforma e le piccole proprietà possono contrastare il nuovo aumento nei prezzi del cibo?

JPS: Sì, i prezzi sono aumentati nei supermercati a causa del monopolio delle imprese che controllano il mercato agricolo mondiale. In Brasile la produzione agricola aumenta ogni anno, eppure i prezzi continuano a salire.

Secondo la logica del libero mercato, quando la produzione cresce, i prezzi si riducono. Ma non è andata così perché gli oligopoli che controllano il mercato mondiale manipolano i prezzi, tenendo in ostaggio l’economia brasiliana.

Il piccolo agricoltore che produce alimenti per il mercato locale riesce a sfuggire a questo controllo.

D: L’MST è stato accusato di essere stato cooptato dal governo di Luiz Inácio Lula da Silva (2003-2011) o di essere troppo combattivo e violento. Qual è il profilo dell’MST oggi?

JPS: È un movimento sociale dinamico e al suo interno ci sono molte contraddizioni e problemi nel modo di agire di ogni stato nazionale.

Nella società ognuno vede l’MST secondo la propria ottica. Siamo impegnati in una battaglia continua, e molto dipende da ogni singolo stato. Organizziamo marce, occupazioni di aziende agricole e di edifici pubblici ma ciascuno stato dà un’importanza diversa a un aspetto piuttosto che a un altro.

Non abbiamo mai perso il controllo in nessuna azione di occupazione, neanche quando abbiamo occupato l’Incra (Istituto nazionale per la colonizzazione e la riforma agraria) o la sede del Bndes (Banca nazionale dello sviluppo economico e sociale).

Oggi l’MST deve offrire delle risposte e organizzare la popolazione intorno a nuovi problemi, per questo ci stiamo dedicando all’agro-ecologia e alla formazione. © IPS